Centri per l’impiego: la Regione paga ancora. La rabbia della gente

La giunta regionale, su proposta dell’assessore al lavoro Federica Roccisano, nella riunione di ieri sera, ha approvato la convenzione con il ministero del lavoro in materia di servizi per l’impiego.

Come concordato con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, la convenzione prevede che il personale dei centri per l’impiego rimane con utilizzo, in via transitoria, in capo alle province/aree metropolitane.

È opportuno sottolineare – ha detto la Roccisano- che in seguito a questa convenzione la Regione si farà carico di un terzo delle spese di funzionamento e del personale a tempo indeterminato, nonchè delle spese per il personale a tempo determinato, aggiuntivo operante nei centri per l’impiego. Proprio a questa categoria di lavoratori è destinata una delle schede economiche previste dal Pac (piano di azione e coesione) a copertura dei costi 2015“.

La Regione, dunque, si farà carico di un terzo delle spese di funzionamento e del personale. E proprio sulle spese di funzionamento insorgono i cittadini (vi riportiamo solo alcune delle lamentele):

Il problema è che i C.P.I alla fine risultano totalmente inutili. Che senso ha continuare a farsi carico di costi?”

La domanda sorge spontanea: i C.P.I in Italia ma soprattutto in Calabria a cosa servono? Che coordinano? Quante persone lavorano grazie a questi?”

“Certo, ora sosteniamo anche i costi per un servizio che dovrebbe aiutarci nella ricerca di un lavoro e non lo fa. A noi chi ci sostiene?” 

Domande che, giustamente, oggi come oggi che la disoccupazione è dilagante, sorgono spontanee.

Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica sull’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, infatti, emerge che “poco meno del 5% del totale dei giovani” in Italia trova lavoro grazie all’intermediazione dei centri per l’impiego e delle agenzie per il lavoro. Secondo l’Istat invece, “circa il 55% dei giovani trova la prima occupazione attraverso le segnalazioni di parenti e amici, senza particolari differenze di genere”.

Per quando riguarda la Calabria, precisamente Cosenza, non si conoscono dati statistici di coloro che nel corso degli anni, dall’avvio del centro per l’impiego, abbiano trovato lavoro attraverso gli uffici provinciali. Ma basta chiedere un po’ in giro e tra i giovani, per capire che nessuno, ormai, si reca al centro per l’impiego con la consapevolezza di trovare un lavoro.

Per concludere: il Governo taglia sulle province, di conseguenza sui centri per l’impiego ma i lavoratori manifestano; la Regione se ne fa carico con fondi Pac a copertura dei costi 2015.

E i cittadini non ci stanno, monta la polemica e s’infuriano per “uno spreco di costi – a loro detta – a sostegno di un servizio (se così lo si può chiamare) inutile e dispendioso”.

V.M.