Ciao Mimmo, fondatore e storico dee jay di Radio Arbereshe

di Adriano D’Amico

Caro Mimmo,
non troverò, probabilmente, le giuste parole per accompagnare questo momento di lutto per la nostra comunità e per l’intera Arberia, ma ci devo provare, perché con te, oggi e per sempre, ci lascia un pezzo di radio, libera veramente, come diceva in quegli anni Eugenio Finardi.

Eh si, perché Radio Libera Arbereshe, nasceva proprio in quegli anni, precisamente nel 1976; avevo 10 anni, ma lo ricordo bene; ricordo una grande redazione a Palazzo Saporito in via Dante, c’era anche mio padre, tante voci che si alternavano al microfono, tra un “piccolo spazio” ed un altro – tra un disco ed un altro – per come suggeriva l’ing. Miraglia.

Tu vedevi una radio commerciale, che puntava sulle proprie forze (la pubblicità); ciò porto’ ad una rottura con il gruppo che con Te stava alla radio e nacque l’anno dopo Radio Libera Scanderbeg, che chiuse qualche anno dopo …

Oggi, a distanza di anni, di quasi cinquant’anni, Ti posso confermare quanto Ti ho detto in più di una occasione, avevi ragione Tu, una radio comunitaria/culturale, in un contesto come il nostro, non poteva durare più di qualche anno, e così è stato.

Ma oggi è il momento del commiato ed io non voglio esimermi, ne’ posso farlo, attesi i rapporti che c’erano fra Te e la mia famiglia; sei stato sinceramente legato a mio padre ed io lo sapevo e lo ricordavamo spesso quando ci incontravamo; mi ripetevi sempre che allora, in quegli anni, la colpa non era stata sua (di mio padre), se il sodalizio si era rotto, ma di chi immaginava la radio come un luogo ove fare ciò che voleva, senza rispetto di chi su quelle attrezzature, su quello spazio, su quell’idea, c’aveva investito tempo e danaro.

Io seguivo spesso il tuo programma mattutino, Bandiera Gialla, spesso ti chiamavo per farti delle richieste musicali che sempre esaudivi, spesso anche per le dediche; quando mi capitava, tornavo indietro nel tempo, e mi faceva piacere riascoltare quei brani che si potevano ascoltare solo a Radio Arbereshe, da Voglia di morire dei Panda a Strane cose di Alberto Cali’, brani che probabilmente nessuno, o quasi, ricorda più.
Ma certo non ti piaceva solo la musica italiana, eri un fan dei Beatles e dei Rolling Stones, cresciuto a pane e musica, come è capitato a pochi fortunati della Tua generazione; poi, quella somiglianza incredibile con John Lennon, Ti rendeva unico ed
inimitabile.

Non sarà facile domani, accendere la radio e capire che la tua voce, così particolare, unica, e la tua musica, non accompagneranno le mie mattinate in giro per la Calabria.

Caro Mimmo, finisce qui il mio ricordo, Ti voglio dedicare, questa volta io a Te, una canzone meravigliosa di quel Beatles che tanto amavi, Imagine, pensando che possa e debba essere questa la canzone, la colonna sonora del Tuo trapasso.

San Demetrio Corone 14/02/2024.
( i funerali di Mimmo si sono tenuti giovedì 15 febbraio a Macchia Albanese, ed è stata proprio Imagine a salutare la salma all’uscita dalla chiesa, gremita all’interno ed all’esterno)