Comuni sciolti per mafia, “primato” alla Calabria

In Calabria finora sono stati emanati 115 decreti di scioglimento di Comuni per infiltrazioni mafiose. Il dato, il più alto a livello nazionale, emerge dal rapporto di “Avviso Pubblico” sullo scioglimento dei Comuni per mafia, presentato questa mattina a Roma. Nella parte specifica dedicata alla Calabria, il report evidenzia che “dall’anno di entrata in vigore di questo strumento normativo ad oggi sono stati emanati nel complesso 191 decreti ex articolo 143 Tuel (decreto legislativo 267 del 2000), dei quali 76 di proroga di precedenti provvedimenti: su 115 decreti di scioglimento, 10 sono stati annullati dai giudici amministrativi”.

Dopo la Calabria – riporta lo studio – il numero più alto di scioglimenti si registra in Campania, con 108, seguita dalla Sicilia (79). Inoltre – prosegue “Avviso Pubblico” – in Calabria “tenuto conto che 25 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento gli enti locali complessivamente coinvolti nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono stati fino a oggi 94; di questi, 81 effettivamente sciolti. Sono invece 19 i procedimenti ispettivi conclusisi con l’archiviazione (si contano 5 amministrazioni interessate sia da archiviazione che da scioglimento, mentre un Comune ha subito due archiviazioni).

Sono 22, infine, gli enti calabresi attualmente sottoposti a gestione commissariale, distribuiti tra le province di Reggio Calabria (10), Crotone (5), Catanzaro (3), Vibo Valentia (3) e Cosenza (1)”. Nel rapporto si registra poi che delle 25 amministrazioni locali sciolte, in Calabria, per infiltrazioni ‘ndranghetistiche “16 hanno subito due scioglimenti, mentre 9 ne ha subiti ben tre.

Si tratta dei Comuni di Briatico (2003, 2012, 2018); Gioia Tauro (1993, 2008, 2017); Lamezia Terme (1991, 2002, 2017); Melito di Porto Salvo (199, 1996, 2013); Nicotera (2005, 2010, 2016); Platì (2006, 2012, 2018); Roccaforte del Greco (1996, 2003, 2011); San Ferdinando (1992, 2009, 2014); Taurianova (1991, 2009, 2013)”. Prendendo in considerazione la dimensione demografica dei Comuni interessati dal provvedimento dissolutorio, “Avviso Pubblico” segnala come “da un punto di vista meramente quantitativo gli scioglimenti abbiano finora colpito in maniera preponderante enti di dimensione medio-piccola (0-9.999 abitanti, 64) piuttosto che medio-grande (10.000- oltre 50.000 abitanti).