Corigliano-Rossano 2019: brutti Cinghiali, giù le mani dal Viecchjariellj

A volte una foto spiega più di mille parole. Però le parole occorrono ugualmente. Le elezioni amministrative di Corigliano-Rossano sono la diretta conseguenza del referendum sulla fusione. Li si è sancita la nascita di una nuova città che si affrancasse dal potere politico cosentino e che autodeterminasse il proprio destino. Per anni, da che eravamo uno dei territori più ricchi e produttivi dell’intero Meridione, siamo scivolati indietro in tutte le classifiche degli indicatori economici fino a vivere in maniera drammatica la crisi economica che porta, in maniera sempre più massiccia, i nostri giovani lontano alla ricerca di lavoro.

Una crisi che ha impresso il marchio di tutta una classe politica, spesso bipartisan, che, ancora oggi, cerca di mettere le mani sulle istituzioni di questa città. Politici che per anni hanno preso voti in questo territorio e che nulla hanno fatto per esso. Politici che compaiono durante il periodo elettorale, poco cambia se siano comunali, regionali o altro, e poi, dopo essersi garantiti il loro cospicuo bottino di voti o l’elezione dei loro lacché di turno, spariscono o, peggio, mettono in essere atti che danneggiano il nostro territorio.

Questo ha portato Corigliano e Rossano ad essere scarsamente rappresentate laddove conta proprio perché ogni rappresentante politico, consigliere comunale eccetera, ha poi preferito votare il proprio “padrino” politico piuttosto che ragionare su di una rappresentanza locale all’interno del proprio schieramento. Ed ecco, anche oggi, che in rappresentanza dei fratelli Cinghiali, i peggiori di tutti, quelli che più incarnano il trasversalismo e l’inciucio, quelli che più di tutti hanno piegato la politica al proprio tornaconto personale, arriva Pino Gentile a Corigliano-Rossano, e nello specifico a Corigliano Centro alla festa di San Francesco di Paola per “benedire” i propri pargoli politici – che hanno fatto vari salti della quaglia dimostrando d’aver perfettamente capito la lezione paterna – e sostenere il candidato Giuseppe Graziano.

Un sostegno che, ma questo lo sanno tutti, non nasce nella città di Corigliano-Rossano ma viene costruito lontano e viene imposto a quelli che, da Rapani alla Lega, avevano in mente altri percorsi. Un atto di politica padronale che mette in discussione proprio la natura stessa della fusione e della nascita della nuova città, cercando di metterla al servizio dei padroni di sempre. Ed allora cosa vogliamo sperare che cambi se il metodo di raccolta voti resta sempre questo? Cosa speriamo se, a rappresentarci, saranno sempre quelli che mettono al primo posto sempre i loro “padrini” e, per loro, rinnegano mesi di lavoro? 

Corigliano-Rossano ha senso solo se si affranca da questo metodo, solo se riuscirà ad eleggere una classe politica autonoma, indipendente, onesta e trasparente. Capace di collaborare con tutti ma di non subire da nessuno. Di fare gli interessi di questa terra e costruire la capacità di sostenere – in ogni schieramento – i propri uomini. Ed allora metta giù le mani dal nostro Santo il Pino Gentile di turno, le levi e torni nella sua Cosenza a tramare contro Mario Occhiuto. Si allontani da un territorio a cui ha succhiato, oltre che voti, l’anima senza dare nulla in cambio. Non abbiamo bisogno di lui così come non abbiamo bisogno di quelli, in tutti gli schieramenti, che sono come lui.

Lettera firmata