Corigliano-Rossano 2019, tutti mollano il generale della malapolitica: trionfa il voto disgiunto

La campagna elettorale di Corigliano-Rossano si riapre per il secondo turno ed emerge sempre di più come lo schieramenti del generale Graziano racchiuda il fior fiore della “malapolitica”. Abbiamo più volte raccontato come la candidatura di Giuseppe Graziano nasca lontano da questa città e da questa regione, in un percorso contorto tra Roma e la Puglia. Una candidatura che è stata imposta a vari personaggi della destra cittadina quali Ernesto Rapani e Caputo e che ha portato larghissima parte di Forza Italia in altri lidi. Una candidatura che ha segnato la vittoria di Giovanni Dima all’interno di Fratelli d’Italia e che ha evidenziato la subalternità della Lega rispetto ai suoi uffici romani. Però, e lo si notava tranquillamente andando in giro nella città, ha prodotto un lassismo dei candidati del generale rispetto alla difesa della preferenza come sindaco.

Avevamo già scritto come fosse cosa risaputa che tra le file di molte sue liste si praticasse allegramente il voto disgiunto. Ed era un voto annunciato proprio per gli scontri passati che hanno visto contrapposti, con pesanti denunce, diversi protagonisti ora alleati, da Rapani ad Antoniotti, che fu “sfiduciato” proprio grazie all’intervento di Graziano, finendo a Caputo, sempre più disinteressato alle sorti di quello schieramento, arrivando, appunto, alla Lega. Un “pacchetto” di ben 3.442 voti pari al 10% che è transitato direttamente su Flavio Stasi insieme ai voti in uscita dal M5s che non è riuscito neanche a presentare la lista (!). I fedelissimi del Generale sono rimasti, alla fine, gli uomini di Dima e quelli dei Gentile, recentemente sceso a Corigliano-Rossano per controllare l’andazzo e “benedire” la sua vicesindaca in pectore Grazia Vulcano, protagonista di una bellissima iniziativa all’interno di una chiesa ove ha inteso lasciare, con il rosario, anche i suoi santini…

Altro pezzo forte dello schieramento del Generale, ma anche questo lo abbiamo più volte annunciato, era quello legato ai fratelli Graziano (Antonello, Marco e Natale) ed a tutta la pletora di primaricchi dei due ospedali candidati e/o impegnati in campagna elettorale. Il tutto mentre l’ospedale di Corigliano rischia di crollare da un momento all’altro. Ed è facile ipotizzare come, in quest’impegno della sanità ospedaliera sibarita, da Arnone a Conforti (marito della Vulcano ed  in corsa per il posto di primario d’anestesia) passando per l’ortopedico Piro, l’impegno sia tutto concentrato ad assicurarsi un bel posto al sole a scapito dei meriti dei medici senza santi in Paradiso. In questo codazzo troviamo uomini di Oliverio, come appunto i Graziano o i nipoti di Franco Pacenza, insieme all’appoggio del suo avvocato Elio Ferraro, a sua volta marito del primario di Psichiatria Lia Manzo…Meglio cadere in piedi. Peccato che non avessero ancora capito cosa stesse accadendo all’interno di questa gioiosa macchina da guerra che giorno dopo giorno somiglia sempre più ad una Armata Brancaleone.

In questa allegra combriccola, che vede anche bei nomi del mattone locale e altri bei nomi d’ambientazione più consona a Facciolla che al consiglio comunale, giocano un ruolo molto interessanti anche i proprietari dell’ECOROSS, i cui dipendenti sono stati militarmente istruiti su chi votare. Ma anche li, al di là del voto al consigliere, avrà vita facile far passare il voto disgiunto a favore degli altri due candidati. Tant’è vero che i “proprietari” sono stati costretti ad invitare in azienda anche gli altri due candidati.

In tutto questo non si può tacere che Giuseppe Graziano ha da anni suscitato interesse in numerose procure calabresi per questioni legate ai tagli boschivi, all’eolico ed alla vicinanza con clan del crotonese. Ed è, questo, motivo di preoccupazione che corre nel suo schieramento e che fa pensare a molti che una sua elezione possa portare a una instabilità istituzionale futura. Certo, alcune questioni sono state risolte dalla prescrizione, ma molte altre sono ancora aperte e legate a filo doppio con le vicende di altri soggetti non proprio cristallini.

Il panorama, come potete vedere, è pieno di impresentabili, a partire da egli stesso. Il sogno è sempre quello. I have a dream: “trombiamo il generale”.