Corigliano-Rossano, chi vuole un futuro da porto per l’eolico offshore?

La puntuale e precisa disamina di Fabio Menin, storico ambientalista calabrese, veicola un fascio di luce inquietante sulla questione del Porto di Corigliano-Rossano. In verità si disvelano in maniera eclatante i timori che il comitato di cittadini a difesa del Porto sin dall’inizio aveva manifestato e sui quali aveva provato ad attirare l’attenzione della Città .
Tentando in vario modo a rompere il muro di silenzio – ovviamente in alcuni casi complice- del mondo politico ed istituzionale sulla inopportunità di consegnare ad una multinazionale a stelle e strisce il futuro del nostro porto.

CORIGLIANO-ROSSANO, ECCO COSA C’E’ DIETRO LA BAKER HUGHES AL PORTO (https://www.iacchite.blog/corigliano-rossano-ecco-cosa-ce-dietro-la-baker-hughes-al-porto-una-base-per-il-business-delle-pale-eoliche/)

Già ad agosto 2022…. Dal palco del ‘Meeting dell’amicizia tra i popoli’ di Rimini il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ha parlato del livello di connettività del porto di Gioia Tauro e dei porti calabresi nel circuito del Mediterraneo, ma ha anche e soprattutto lanciato nuove idee per lo sviluppo di altri due scali calabresi, Corigliano Calabro e Crotone,  come hub di produzione di parchi eolici off-shore.

UN FUTURO DA PORTI PER L’EOLICO OFFSHORE (https://www.shippingitaly.it/2022/08/23/agostinelli-sogna-per-crotone-e-corigliano-un-futuro-da-porti-per-leolico-offshore/)

Agostinelli, nella sessione “Mare Nostrum: il Mediterraneo, nuovo nodo di connessioni” – cui hanno preso parte Enrico Giovannini, ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili e i vertici di Toyota Motor Italia, Mercitalia Logistics, LeasePlan Italia, Aniasa, Fnm e Trenord –  ha premesso che nel 2022 si è stabilizzata la fase di pieno sviluppo dell’intermodalità nei porti calabresi, grazie ai quotidiani collegamenti con gli hub intermodali di Bari, Nola, Padova e Bologna; tra gennaio e luglio il transito ha infatti registrato 423 treni e la previsione è di 900 convogli annui.

Sulla possibilità dei parchi eolici, partendo dall’importanza di programmare un futuro e occasioni di sviluppo, specie dal lato occupazionale, con il coinvolgimento come detto di Corigliano Calabro e Crotone, il presidente ha detto: “Consentitemi la suggestione visionaria. Considerando la geografia/orografia del paese e collegando fra loro molte delle missioni del Pnrr, stiamo immaginando che questi due porti minori  possano diventare degli hub di produzione di parchi eolici off-shore (ce ne sono tre in attesa di autorizzazione in Puglia e Calabria, con possibilità di servirne ulteriori anche all’estero). Strutture avveniristiche e all’avanguardia, installabili anche ad alte profondità poiché dotate di un corpo sommerso che garantisce galleggiamento autonomo. Queste turbine, alte come la Tour Eiffel, sarebbero interamente costruite e assemblate nei porti calabresi e poi traslate via mare nei parchi di produzione”.

“Se Gioia Tauro è l’occasione per immaginare la nostra Rotterdam, che da sud alimenta il nord, l’eolico off-shore di ultima generazione – ha proseguito Agostinelli – è l’occasione per garantire al sud un vantaggio energetico, creare una nuova filiera industriale, generare quantitativi enormi di energia rinnovabile e dare una opportunità irripetibile a un territorio, se pensate che Corigliano – per fare un esempio – è un porto moderno e da sempre abbandonato a sé stesso, una immensa, inutilizzata cattedrale nel deserto. Una scelta strategica, soprattutto in termini occupazionali: questi insediamenti comporterebbero, per singolo parco eolico off-shore, 200 lavoratori diretti nei 5 anni di produzione e 100 lavoratori diretti nei 25 anni successivi di gestione”.

Fin qui il ricordo dei proclami di Agostinelli.

Ha ragione Angelo Broccolo, esponente di spicco di Sinistra Italiana. “… Nulla di nuovo in verità su queste latitudini attraversate e sottomesse ad una “borghesia” compradora, abituata a reggere il moccolo – in cambio di miserabili e minuscole briciole di potere locale -agli interessi economici esterni. E’ dall’unità d’Italia che funziona in questa maniera con sistematica violazione delle nostre risorse e sottomissione della forza lavoro. Chi non condivide è costretto all’esilio ovvero alla morte intellettuale.
A mò di chiosa non si confonda con le nostalgie borboniche che sembrano aver ripreso quota nel vuoto siderale della rappresentanza delle classi subalterne alle quali viceversa continuo a fare riferimento ideale….”.

“… L’umiliazione finale del ragionamento che si è provato ad usare come esca è stato quello delle poche decine di posti di lavoro da distribuire alla massa “derelitta” in cambio del totale e disinvolto regalo del nostro porto ad una multinazionale.
Alla faccia della difesa del sacro suolo natìo che a quanto pare viene evocato soltanto rispetto ai diseredati ovvero perseguitati che chiedono aiuto ottenendo, come Cutro dimostra, l’infame e vile diniego cristiano della solidarietà….”.

La conclusione di Broccolo è perfetta ma tutti noi sappiamo che nessuno potrà smentire quanto ha detto Agostinelli e quanto ha ribadito Menin. “… Si smentisca ufficialmente quanto asserito da Fabio Menin, persona seria e preparata, sul rischio che il nostro porto diventi ricettacolo di pale eoliche, che in verità sostanzia nel merito un rifiuto che le istituzioni democratiche avrebbero dovuto opporre in termini di difesa del territorio e della democrazia a chiunque stabilisca che possano esserci spazi territoriali svincolati dalla necessità di essere sottoposti al parere diretto delle popolazioni residenti…”.