Corigliano-Rossano. La cura del dolore, il sadismo per educare

dalla pagina FB di Laura De Franco

LA CURA DEL DOLORE, IL SADISMO PER EDUCARE

I fatti di Corigliano-Rossano non ci stupiscono anche se ci indignano sempre e comunque. Tre educatori ai domiciliari e due indagati per violenze e maltrattamenti in un centro per persone disabili.
Si tratta di Francesco Ritacco, di 39 anni, Luciana Antoniotti, di 46, e Grazia Fusaro, di 47. Tutti del luogo. Indagate, ma a piede libero, pure Michela Scalzo, di 28 anni, e Teresa Graziano, di 50, anche loro di Rossano.

Francesco Ritacco ha un soprannome che rievoca i migliori thriller del cinema: ‘U Cannibale. Ecco, ci si chiede come un particolare del genere sia sfuggito ai dirigenti, sempre che i capi non siano soliti assumere “scagnozzi” di basso rango per poi farli lavorare come operatori.

Durante le intercettazioni “Cannibal” dice che guardare la collega colpire uno degli assistiti è “come vedere un film porno”, è manifesto dunque il piacere sadico. Lui per educare alla sua obbedienza usa “la terapia del dolore” e cioè li massacra. C’è anche chi si espone a difesa di un’altra dal facile pugno, Luciana Antoniotti anche lei ai domiciliari. Per alcune signore, che scrivono on line, pare sia una donna amorevole, con un fratello con disabilità. Fatto sta che ci sono i filmati dei carabinieri e si vede una donna terribile, inutile descrivere la scena, sicuramente è una delle due in arresto. Ora, che una persona manifesti amorevolezza in pubblico non è garanzia di sincerità, così come avere un disabile in famiglia non vuol dire che si è delle brave persone, si può benissimo essere dei mostri. Vedremo.

Bene, i punti su cui focalizzarsi adesso sono: noi genitori non siamo frustrati nè petulanti nel chiedere garanzie in qualsiasi ambito; siamo consapevoli che i pazzi sovente indossano il camice bianco o sono dall’altra parte della barricata e che molti centri diurni sono gestiti da delinquenti che fanno patti con la Sanità e col Governo; è chiaro che in casi del genere, tutti gli operatori siano conniventi con i sadici e che gli psichiatri, gli psicologi e gli assistenti sociali in certe situazioni diventino persone di cui diffidare.
C’è anche chi ritiene che queste notizie non facciano bene alla costruzione di una mentalità sociale positiva della disabilità, forse sì. O forse no. Intanto c’è sempre una gran folla a spolpare l’osso e ci ritrovi anche i maledetti.