Corigliano-Rossano, la tragica morte di Eugenio Plastina. Il perito della procura: “Per salvarlo sarebbe bastato estrargli un dente”

di Fabio Buonofiglio

Fonte: AltrePagine (https://www.altrepagine.it/index.php/2024/02/09/la-tragica-morte-di-eugenio-plastina-a-corigliano-rossano-secondo-il-perito-della-procura-per-salvargli-la-vita-sarebbe-bastato-estrargli-un-dente/)

CASTROVILLARI – Undici mesi fa – era la sera del 15 marzo dell’anno scorso – il 29enne coriglianese Eugenio Plastina (foto) morì nel Pronto soccorso dell’ospedale “Nicola Giannettasio” di Corigliano-Rossano, poco prima che potesse essere trasferito nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza per le sue critiche condizioni.

“Caso nel caso”, quella sera si verificò un clamoroso ritardo nel reperire una barella adatta al trasporto in ambulanza del paziente, che era obeso.

Il sostituto procuratore di Castrovillari Luca Primicerio, il magistrato titolare del fascicolo d’indagine sulla sua morte sospetta, a seguito della circostanziata denuncia che i familiari del povero Eugenio (la moglie, il padre, la madre e la sorella, assistiti e difesi dagli avvocati Pierpaolo Cassiano ed Ettore Zagarese del foro di Castrovillari) formalizzarono immediatamente ai carabinieri, aveva ovviamente disposto l’autopsia al fine d’appurare le eventuali, ipotizzate responsabilità e colpe dei medici che l’avevano avuto in cura prima del suo improvviso e inaspettato decesso per infarto.

L’ospedale “Nicola Giannettasio”

Per l’esame autoptico, il pubblico ministero aveva nominato quale consulente tecnico del proprio ufficio il dottor Matteo Antonio Sacco, specialista di Medicina legale all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

E aveva iscritto nel registro degl’indagati 5 medici per le ipotesi di reato di responsabilità medica e omicidio colposo in concorso tra loro.

Si tratta dei dottori Francesco Fusaro, di 60 anni, Carmela De Vincenti anch’ella 60enne, Giovanni Putortì, di 68, Salvatore Spina, di 37, e Domenico Plastina anch’egli 37enne (difesi dagli avvocati Angelo Lavorato, Francesco Nicoletti, Giusy Acri, Antonio Madeo e Vincenzo Olivieri tutti del foro di Castrovillari).

Fusaro, De Vincenti e Putortì erano in servizio nei Pronto soccorso degli ospedali “Giannettasio” e “Guido Compagna” di Corigliano-Rossano nei giorni e nelle ore degli accessi del 29enne deceduto, Spina è l’odontoiatra che l’aveva avuto in cura nei giorni precedenti per un ascesso e un’infezione dentale, mentre Plastina era il suo medico curante di base.

I 5 professionisti sono ovviamente da considerarsi innocenti fino al terzo grado di giudizio d’un eventuale processo nei loro confronti.

Il Tribunale di Castrovillari

Nei giorni scorsi, il medico legale consulente del magistrato titolare del fascicolo, ha depositato in Procura la corposa relazione conclusiva della perizia, che consta di ben 74 pagine.

Dalla quale, sostanzialmente, s’evince che l’ascesso dentale a causa del quale il 29enne in quei giorni era sofferente, avrebbe procurato un’infezione che non sarebbe stata curata adeguatamente, estendendosi e alla fine soffocandolo.

In pratica, sarebbe bastato estrarre il dente e l’infezione sarebbe rimasta circoscritta all’area sottomandibolare.

Scrive, il perito della Procura:

«Emergono chiari elementi a sostegno di una evidente responsabilità sia dell’odontoiatra che dei medici del Pronto soccorso che visitarono il Plastina in occasione del suo primo accesso in Pronto soccorso.

In sintesi la terapia antibiotica prescritta dall’odontoiatra non era certamente efficace (in tal senso sarà utile l’esito della Tac in due proiezioni eseguita prima dell’autopsia) ed il primo accesso in ospedale imponeva il ricovero visto che stava velocemente progredendo la colata di pus dalla cavità orale in cavità toracica causando la mediastinite e il decesso».

Il povero Eugenio – in città più noto col cognome “Bisogni”, che aveva cambiato da poco assumendo proprio quello del padre adottivo, il noto dottore commercialista Carlo Plastina – era stato accompagnato dai familiari nella giornata del 13 marzo nel Pronto soccorso dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano-Rossano, da dove era stato poi dimesso con la prescrizione d’una bombola d’ossigeno da usare a casa.

L’ospedale “Guido Compagna”

Col trascorrere delle ore, però, le sue condizioni erano peggiorate e la famiglia Plastina aveva deciso di recarsi al Pronto soccorso del “Giannettasio”. Prima dell’arrivo della barella adatta al suo peso corporeo per essere trasferito nell’ospedale di Cosenza, il 29enne era però spirato.