Coronavirus, 30° giorno. Uscite e lavoro: tutte le nuove norme

di Fiorenza Sarzanini 

Fonte:  Corriere della Sera) – 

Il coronavirus è un nemico che adesso ci appare invincibile. Ogni giorno attacca migliaia di persone, soltanto in Italia ne uccide 500, ieri anche di più. Ci sta privando degli affetti e della vicinanza con le persone care. Ci angoscia, ci spaventa. E invece possiamo batterlo. Ma dobbiamo essere consapevoli che perdere ora un po’ di libertà servirà ad averne molta di più in futuro. Dobbiamo essere responsabili e rispettosi delle regole. Dobbiamo osservare le restrizioni.

Dobbiamo rimanere a casa. Ci sono persone che non possono farlo perché devono andare a lavorare.

Ci sono i medici, gli infermieri, i volontari, le forze dell’ ordine che ogni giorno stanno mettendo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Loro sono obbligati a uscire. Gli altri devono limitarsi a fare la spesa oppure andare in farmacia. Possibilmente non tutti i giorni. Ieri il governo ha emesso una nuova ordinanza per proibire le uscite nei parchi, le passeggiate. È troppo poco. I governatori invocano la linea dura, minacciano di chiudere uffici pubblici e privati, di limitare o cancellare autobus e metropolitane.

C’ è chi vuole l’ esercito e chi ha già emesso ordinanze per limitare al massimo gli spostamenti.

Si sta creando un pericoloso doppio binario tra la linea imposta dall’ esecutivo e quella decisa a livello locale per fare fronte a situazioni di rischio. Di fronte a una minaccia come quella che stiamo subendo, il Paese deve rispondere unito, parlare con una sola voce, agire in un’ unica direzione. È inutile illudersi, ci vorrà tempo per sconfiggere Covid-19.

Settimane, forse qualche mese. Ma più rispetteremo i divieti, più questo tempo sarà breve.

Se stiamo a casa riusciremo a tornare più velocemente a una vita normale. Devono saperlo i cittadini, ma deve saperlo soprattutto il governo. Fissando regole chiare e severe che non lascino alcuno spazio all’ interpretazione. Non bastano le denunce penali. Bisogna prevedere multe severe, per chi viola gli obblighi. Proprio come si fa quando si deve battere un nemico.

USCITE E LAVORO: TUTTE LE NUOVE NORME

(Fiorenza Sarzanini – il Corriere della Sera) – Ecco i punti principali dell’ ordinanza del governo che fissa nuove regole e divieti in vista del prossimo 25 marzo, quando dovrà essere rinnovato il decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che aveva deciso di chiudere in tutta Italia bar, ristoranti e negozi consentendo le uscite soltanto per «comprovate esigenze di lavoro e familiari». Si farà dunque un nuovo provvedimento della durata di due settimane.

Restano le aperture nel fine settimana

I centri commerciali, i supermercati e i negozi che vendono alimentari rimangono aperti anche il sabato e la domenica. Le limitazioni chieste da alcuni governatori non sono state accolte dal governo nella convinzione che la chiusura in alcuni giorni avrebbe aumentato la presenza in quelli di apertura. Rimane la regola di entrare uno per volta a seconda della metratura dei negozi e di mantenere la distanza sia all’ interno, sia mentre si è in fila fuori. E la raccomandazione di usare guanti e mascherine.

Agenzia delle Entrate, pagamenti sospesi

Gli uffici pubblici rimangono aperti. Per gli uffici privati resta la limitazione di dover dimostrare di non poter esercitare l’ attività in smart working, ma questo lascia comunque libertà di movimento ai dipendenti. Alcuni uffici pubblici hanno comunque deciso autonomamente di non consentire l’ accesso al pubblico, come l’ Agenzia delle Entrate-Riscossione che ha chiuso gli sportelli e sospeso i pagamenti, dalla rottamazione alle nuove cartelle fino al 25 marzo, data di scadenza del primo decreto di chiusura.

Limiti alle passeggiate: tempo e distanza

L’ ordinanza emessa ieri dal governo vieta l’ accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. La disposizione serve a impedire alle persone di passeggiare e soprattutto di stare troppo tempo fuori di casa. Per questo anche le passeggiate con il cane potranno essere effettuate in prossimità della propria abitazione e per un tempo limitato. Le aree verdi senza recinzione saranno vigilate dalle forze dell’ ordine oppure dai soldati per impedire a chiunque di entrare.

Corsa (quasi) vietata Il no a lunghi percorsi

Nuove limitazioni per lo sport all’ aperto, compreso fare jogging. Secondo l’ ordinanza «non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’ aperto». La decisione del governo «consente di svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona».

E dunque non sarà possibile andare sulle piste ciclabili o comunque in giro per città e paesi a fare una corsa.

Lo stop agli esercizi nelle aree di servizio

Si è deciso di «chiudere gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’ interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro».

Niente trasferimenti per il weekend

L’ ordinanza mira a impedire che le persone possano trasferirsi, in particolare nel fine settimana o durante le festività. E infatti «nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza». Dunque nessun trasferimento dal venerdì al lunedì. E negli altri giorni soltanto per motivi gravi di lavoro o familiari.

Verifiche sui permessi, i controlli nelle strade

Per ordine del Viminale sono stati intensificati i posti di blocco e i pattugliamenti per i quali potranno essere impiegati anche i militari per controllare la regolarità dei moduli di autocertificazione di chi si sposta. I cittadini dovranno consegnare il modulo già compilato e se non lo hanno a disposizione, compilare quello che verrà fornito da chi li ha fermati.

Dovranno poi consegnarlo in modo che anche successivamente si potranno effettuare riscontri su quanto hanno dichiarato.