Coronavirus, 9° giorno: ospedale di Cosenza nel caos, Regione Calabria tragicomica

Buongiorno a tutti. Siamo all’alba del nono giorno di emergenza coronavirus e, com’era inevitabile, la Calabria sta salendo alla ribalta delle cronache nazionali per disorganizzazione, approssimazione e pressappochismo. Sul caso sospetto registrato a Cetraro, c’è un “trionfo” di versioni diverse e di allarmismi senza precedenti e senza nessun rispetto né per chi sta soffrendo né per la gente che osserva attonita un teatrino vergognoso.

Partiamo dall’inizio di questa storia. Francesco Avolio, 70 anni, è un uomo di Cetraro con problemi ai reni e di conseguenza dializzato, che vive ormai da tempo a Casalpusterlengo, in piena “zona rossa” nel Lodigiano. Domenica scorsa è tornato a Cetraro in pullman, come hanno fatto – beninteso – centinaia e centinaia di calabresi e cosentini in particolare, come abbiamo denunciato a ripetizione in questi giorni, rendendo pubbliche segnalazioni “tragicomiche” (http://www.iacchite.blog/coronavirus-cosenza-e-provincia-ondata-di-rientri-di-studenti-e-lavoratori-provenienti-dalle-zone-colpite/) senza che nessuna (molto presunta) autorità si mettesse a lavorare per fermare vere e proprie ondate di rientri non solo in pullman ma anche con mezzi privati, con i treni e persino con gli aerei.

Il paziente cetrarese, dopo essersi messo per qualche giorno in isolamento domiciliare volontario, nel corso della settimana ha contattato i medici dell’ospedale di Cetraro per sottoporsi a dialisi ed era stato trattato con le dovute cautele all’interno del presidio ospedaliero proprio per la sua provenienza.

Giovedì 27 febbraio viene sottoposto a tampone all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, come afferma il direttore sanitario dell’ospedale di Cetraro, Vincenzo Cesareo, che si è prodigato per sottoporre il paziente al test. Il primo tampone darà esito positivo ma successivamente i medici, che nel frattempo sono in pieno caos per come spiegheremo, lo sottopongono a un secondo test, che risulterà negativo e che richiederà di conseguenza l’approfondimento dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma.

Vincenzo Cesareo

Ma ecco cosa ha scritto Cesareo sul suo profilo FB: “Informazione dovuta: il paziente di cui tanto si parla in queste ultime ore che dializza a Cetraro, è risultato positivo al test per coronavirus eseguito presso la Virologia dell’Annunziata di Cosenza. Allo stesso è stato eseguito altro test col kit della Roche che non ha evidenziato positività. Pertanto si è reso necessario inviare il tampone all’Istituto Superiore della Sanità a Roma perchè pare trattasi di falso positivo. Tra qualche giorno avremo la risposta definitiva che ci auguriamo sia negativa. Intanto sono state assunte ulteriori precauzioni al fine di salvaguardare cittadini e operatori sanitari”.

In tutto questo casino si inserisce, non si capisce perché e non si capisce a quale titolo, il presidente della Regione Jole Santelli, che alle 16,35 diffonde un comunicato sul portale istituzionale della Regione Calabria nel quale afferma che sta “monitorando” un caso sospetto e che attende conferme ufficiali da Roma. La domanda viene spontanea: ma se non c’è ancora nessuna conferma ufficiale perché diffondere allarmismo e paura? Nessuno sa e nessuno risponde.

Ma se l’atteggiamento della Santelli è irresponsabile, quello del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la bergamasca Giuseppina Panizzoli, rasenta invece la follia.

Mentre nel “suo” ospedale, sì insomma nel cuore dell’Azienda Ospedaliera che è stata chiamata a dirigere, esplode un caso di positività, ad appena 24 ore dall’esito del test – di cui lei non può non essere a conoscenza –, la signora decide di prendere l’aereo e di tornarsene a Bergamo, cioé in piena “zona rossa” da coronavirus, così come aveva fatto anche una settimana fa e senza (!!!) nessuna precauzione, lasciando a Cosenza a rappresentarla il direttore sanitario Bettelini, che – come da scontatissimo copione – non sa che pesci pigliare. E così, mentre il caso esplode e tutti cercano conferme dall’ospedale di Cosenza, lei non c’è… E a dare notizie ai giornalisti, in particolare quelli che hanno fatto campagna elettorale (a pagamento) a Jole Santelli, mandano una malcapitata dirigente, che forse non è neanche a conoscenza del secondo tampone. Ma se lo sa il direttore sanitario dell’ospedale di Cetraro, qualcun altro lo deve sapere per forza… E in tutto questo, la Panizzoli si fa i fatti suoi a… Bergamo! Cose da pazzi!

Il sindaco di Cetraro Angelo Aita

Intanto, a Cetraro, com’è comprensibile, i cittadini sono disorientati e sconcertati da questo balletto vergognoso. Raggiunto telefonicamente, il sindaco di Cetraro Angelo Aita ha dichiarato con grande onestà quello che pubblichiamo nel virgolettato e che fotografa perfettamente la situazione di assurda disorganizzazione sia all’ospedale di Cosenza sia alla Regione Calabria.
“Un cittadino cetrarese è risultato positivo al test COVID-19. Ho notizie informali che un secondo tampone sia stato effettuato sulla stessa persona e questo è risultato Negativo. Tuttavia il primo campione sospetto è stato inviato secondo protocollo all’Istituto Superiore della Sanità ed adesso si aspetta la loro risposta. La cosa che posso dire è che la persona interessata è in quarantena volontaria da domenica scorsa e non presenta sintomi. È importante restare tranquilli perché tutte le precauzioni e tutte le indicazioni previste in questi casi sono state adottate e quindi non c’è necessità di essere allarmisti”.

Infine, uno spassionato consiglio a Jole Santelli. Se proprio c’è l’esigenza di “apparire” in questo delicato momento politico, faccia una cosa molto semplice: posi davanti ad un telefonino con una mascherina davanti alla bocca e si produca in quello che le è sempre riuscito meglio, fin da quando frequentava le scuole di Cosenza: la “scena muta”. Perché se apre la bocca o la apre per lei qualcuno dei suoi scellerati collaboratori facciamo ridere non solo tutta l’Italia ma tutto il mondo… A futura memoria