Cosenza 2016, attenti alla lobby dei medici di famiglia (di Francesco Russo)

Le elezioni amministrative della città di Cosenza si stanno svolgendo come al solito nel caos più completo. La corsa alle poltrone, in questa campagna elettorale, è quanto mai caotica e molto dispendiosa.

Non esiste criterio alcuno, le innumerevoli foto dei candidati vengono affisse ad ogni muro o spazio libero.
Non si rispettano né gli spazi dati dal Comune né i cittadini che vedono le mura delle loro case tappezzate selvaggiamente di foto e di manifesti dei circa 1000 candidati.
Si fa a gara a chi ha la foto o la posizione più bella e accattivante, sembrano tutti partecipare ad un concorso di bellezza o ad un fotoromanzo. Che tristezza!
D’altronde le autorità preposte al rispetto delle norme elettorali sono assenti.
Candidati che, pur di avere la meglio, stanno spendendo fior di quattrini anche non essendo stati mai dei politici e non avendo alcuna cognizione dei difficili compiti istituzionali da affrontare.
In particolare, ho notato una grande partecipazione di medici che,a mio parere, dovrebbero disinteressarsi della politica ma preoccuparsi, invece, del proprio bagaglio culturale e professionale (sempre se lo possiedono) al fine di dare più tranquillità ai cittadini ammalati e bisognevoli di cure mediche! E non di pretendere, come alcuni fanno, il voto anche con minacce e ricatti.
Naturalmente è tutto legittimo e non si contesta il diritto dei medici mutualisti di candidarsi, e neanche ci si appella alla “reverenza” del malato nei confronti del suo medico, ci si appella ad una legge non scritta che dovrebbe suggerire ad alcuni professionisti di rinunciare alle rendite di posizione.
E’ il caso del giudice che indaga ed emette sentenze, dell’insegnante che nutre la mente degli allievi, dei medici che curano il corpo e l’anima: sono mestieri speciali che dovrebbero svolgere persone speciali, persone capaci di parlare a tutti, di unire, mentre è noto a tutti che la politica è partigiana e quanto tale divide e separa.
L’esempio dei medici mutualisti mette in evidenza che non esistono le pari opportunità nella campagna elettorale e che la partecipazione democratica è una truffa nella quale sono caduti la gran parte dei candidati, tutti quelli che non sono fratelli, figli, mogli, mariti di un assessore regionale o di una persona che conta.
In questa città hanno qualche chance solo quelli che hanno un pedigree.
I medici, specialmente quelli di famiglia, avranno sicuramente una bella affermazione ed il voto con maggiore margine di sicurezza nei confronti degli altri candidati, e non potrà essere altrimenti, atteso che hanno a loro disposizione ed a sostegno della loro candidatura i propri assistiti e non soltanto quelli, atteso che molti medici sono associati  in ragione di  4 o 5 e che pertanto il bacino in cui pescare è costituito da circa 7.500 utenti, e che i suoi amici medici funzionano come una vera e propria lobby.
Quindi il collettivo degli amici medici farà un utile investimento piazzando un suo uomo nelle istituzioni.  Siamo tutti cittadini della stessa città, però sarebbe opportuno che tali “professionisti” all’atto della loro elezione rinuncino ai loro 1500 ed oltre assistiti che non potranno curare e seguire in maniera soddisfacente. Lo Stato dovrebbe intervenire, con apposita legge, obbligando i medici ad esternare la propria opzione o per la professione oppure per il mandato politico.
La salute dei cittadini è sacra e, come tale, va salvaguardata con la sola attività medica non distratta da altri compiti, che potrebbero essere nocivi ad un così primario interesse.
Francesco Russo