Cosenza, 2019: l’anno di Denis. Le emozioni de “I Grandi Gialli del Calcio”

Il 2019 si prospetta come l’anno della Verità per tante storie e per tante vicende: la politica nazionale ed europea con l’appuntamento delle elezioni di primavera che si prospetta “drammatico” per i vecchi equilibri, il nuovo governo italiano con la sfida del reddito di cittadinanza e delle pensioni “quota100” che hanno già cancellato i vecchi partiti (e i loro media di regime) ma soprattutto la lotta contro la corruzione e la malagiustizia, che in Calabria è arrivata inevitabilmente all’anno zero.

In tutto questo calderone, qui da noi a Cosenza, il 2019 sarà l’anno della Giustizia per Denis Bergamini. La verità sul suo barbaro omicidio la conosciamo già ma fare Giustizia significherà riscrivere la storia della nostra città e saranno mesi di grande impegno sociale e civile.

Le “prove generali” sono andate in scena un mese e mezzo fa nella Concessionaria Wolkswagen Chiappetta a Rende, dove la famiglia Chiappetta (da sempre vicina al mondo del calcio e ai colori rossoblù in particolare) ha offerto a un gruppo di invitati il magnifico spettacolo scritto da Francesco Ceniti, Martina Galletta e Sebastiano Gavasso. Ceniti è un giornalista calabrese de La Gazzetta dello Sport, Martina e Sebastiano due attori della compagnia LofTheatre di Roma. Il giornalista ha scritto un libro, I Grandi Gialli del Calcio, nel quale racconta una serie di storie al limite dell’incredibile e dell’assurdo e tra queste c’è quella di Denis Bergamini. Gli attori hanno rielaborato il suo testo e ne è venuta fuori una miscela “esplosiva”, che ci ha letteralmente rapito per un’ora.

Note di regia

Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro (Pier Paolo Pasolini)

Il calcio è un gioco di numeri, partiamo dunque da un numero: il quattro. Questo spettacolo nasce e si sviluppa a quattro mani: quelle di un attore e autore che è anche giocatore, e tifoso e quelle di un’attrice e autrice del tutto esterna al mondo del calcio. Questo mix ci è sembrato il modo migliore per sviluppare un testo che mettesse l’umanità al centro delle vicende narrate, sottolineandone l’eccezionalità o l’assurdità, gli errori e le virtù terribilmente umane presenti in ciascuna di esse.

Lo spettacolo intende raccontare anche i cambiamenti, le aspirazioni, gli sfoghi, le frustrazioni della società italiana dalla fine degli anni ’60 alla fine degli anni ’80. Se i punti di contatto di quell’Italia con quella attuale continuano ad essere molti, forse troppi, anche le differenze da un punto di vista mediatico, comportamentale e comunicativo sono indiscutibili. Uno dei punti di contatto fondamentale è rimasto il gioco del calcio: odierno “oppio dei popoli” e fenomeno sociale e culturale fatto di sport, cronaca e vita reale.

Sul palcoscenico, supportati da una scenografia essenziale e da contributi multimediali, un attore ed un’attrice interpretano i protagonisti delle storie e ne incarnano i tanti colori, i tanti dialetti, le emozioni, i silenzi. Ridono, piangono, narrano, tacciono, urlano, esultano, maledicono, amano, odiano. Muoiono. Giocano.

la compagnia LofTheatre

Si parte con la morte di Gigi Meroni per mano del suo più grande tifoso, si passa al calcio che incontra la farmacia e partorisce la Viola maledetta di Carlo Mazzone degli anni ’60 e la Maggica Roma del Mago Herrera, tristemente legate alle morti (tra gli altri) di Bruno Beatrice e Giuliano Taccola.

Magica sarebbe dovuta essere la festa per la promozione in serie B della Sambenedettese allo stadio Ballarin, ma un incidente maledetto rese il paradiso rossoblu un inferno rossofuoco. Nel paradiso rossoblù del Taranto segnerà per sempre Erasmo Iacovone, il bomber indiscusso, bandiera eterna ed eternizzata, scomparso sul più bello per una tragica fatalità. Fatalità di cui non si può e non si deve parlare nella vicenda che chiude lo spettacolo: la storia di un numero otto che diviene suo malgrado protagonista di un Otello moderno a parti invertite, fatto di gelosie, possessioni, silenzi, onorabilità e onore, amore e odio, Maserati bianche, camion rossi, cuori di lupi rossoblù di una Cosenza vittima e carnefice di sé stessa che chiede e pretende verità e giustizia per Denis Bergamini. (SerenaBiancherini-New Tuscia).

Ultimo Atto. DENIS BERGAMINI –

scritto e interpretato da Martina Galletta e Sebastiano Gavasso – 

Entra Isa

L’attrice continua a parlare al telefono ma un rumore fortissimo e disturbante impedisce al pubblico di sentire l’intera conversazione. Si sentono solo alcuni frammenti.

Pronto?

Ommioddio!

Rumore

Pronto!

Aiuto!

E’ morto Denis!

Denis Bergamini!

Tuffato, tuffato!

Si è suicidato!

Si è tuffato sotto un camion!

Pronto! Mamma!

Mamma, ti devo dire…

Rumore

Pronto?

Devo parlare con Francesco. Gigi, passami Francesco. Passamelooooo!

Ma che ne so…a me aveva detto che era stanco del calcio, commissario…

Rumore

Luciano Conte

Mamma, chiama subito Luciano

Rumore

Passerò i guai, commissario? Io non ho fatto niente, si è buttato lui… Prima di buttarsi mi ha detto: Tu puoi avere il mio cuore, ma non il mio corpo…”.

Il brigadiere Barbuscio

E’ il mio ragazzo. Io? Sono la sua fidanzata. La sua fidanzata…quasi ufficiale.

”Senza Denis non so stare, meglio morto che di un’altra.”

“Non dire nulla di quello che è accaduto tra me e lui sennò finisce male.”

Ho detto tutto quello che sapevo! Lo giuro! Lo giuro Vostro Onore!

Entra l’attore. Cita il dizionario, con tono accademico

Denis – Onore: dal latino Honor- Honoris, in senso ampio la dignità personale in quanto si riflette nella considerazione altrui.

(al pubblico) La reputazione, insomma…

Risponde l’attrice con lo stesso tono accademico

Isabella Internò con il cugino Pippo Dino Internò

Isa -Onore: l’onore degli uomini è nella capacità di sorvegliare, controllare e dominare non il proprio corpo ma la condotta sessuale delle donne.

L’onore delle donne è nel sottomettersi in quanto tabernacolo di purezza.

L”offesa dell’onore deve essere lavata ed eliminata mettendo a tacere per sempre la fonte dell’offesa medesima, con omicidi il cui obiettivo è l’annullamento di quel corpo, oggetto del desiderio e causa del piacere.

Cambio. Stacco temporale.

Denis – Piacere…

Isa – (a Gigi) Gigi ma me lo volevi dire! Ma che scherzo è?! Che situazione! (a Denis) D – Piacere D…

I- Ehhh, lo so come ti chiami!

D- e tu sei…

I- (sorridendo) Lascia perdere chi sono io… Dalla curva sembri più grande, invece sei mingherlino, e sembri più giovane!

D- Giovanissimo, giovanissimo, no… ho 22 anni, però insomma…

I – Capirai io 15… cioè tra due mesi 16… e allora che sono, una bambina?!

D – (stacco) Una bambina o un bambino?

I – Bambino o bambino cambia poco. Se non mi sposi non lo posso tenere.

D- Ma che sposi! Io ho la mia carriera, sono un calciatore…

I- (stacco) E poi sei un calciatore, che fortunato…

D – Mah, fortunato bisogna vedere da che punto di vista, perché quando vanno bene le cose probabilmente sembra tutto bello, ma quando vanno male anche a noi ci passa la voglia di ridere…

I – E ti piace Cosenza? Sai che questa città è nata da un tradimento?

D- (stacco) Babbo, è inutile insistere ho dato la mia parola al Cosenza, resto qua.

I- Ammazzato.

D- Tranquillo babbo, il prossimo anno vengo via.

I- (stacco) Ti piace la musica? Ti piace ballare?

D- Ma niente, a me piace molto lo sport, i motori mi piacciono tanto, ascolto un po’ di musica come credo che facciano tante persone. E basta, non ho hobbies particolari: questi.

I – (stacco) Ti la finisci cu sti scherzi? Chi ffai? Lanci la civetta morta ai compagni?

D –  Sicuramente sono un ragazzo schivo, però mi piace molto stare coi compagni…

I- Lu sai chi è presagio di tragedia?

D- Papà, sono altre cose. (…) Non è vero che…

D e I all’unisono-  …qua non puoi lasciare una ragazza

D- Ma che ammazzano!

11. IL TELEGIORNALE

cadavere bergamini

Sulla statale ionica, al km 401, alle 19.30 di sabato 18 novembre 1989 viene ritrovato sull’asfalto il cadavere di Denis Bergamini. E’ in posizione prona, ha la testa rivolta verso il centro della carreggiata e i piedi verso il guard rail. Ha i capelli pettinati e il gilet di raso senza una grinza, le calze sono ancora tirate su e le scarpe hanno le suole pulite, nonostante piova da ore. L’orologio al polso funziona ancora. E’ steso davanti a un grosso autocarro che trasportava 130 quintali di mandarini, un FIAT Iveco 180 rosso, targato RC-307921, che ha le ruote a pochi cm dal fianco sinistro di Denis.

Il corpo di Denis è in una grande pozza di sangue su cui non c’è alcuna impronta, né di scarpe né di pneumatici. E’ come se la ruota destra del camion avesse schiacciato Denis senza mai scavalcarlo, come se si fosse bloccata sopra il suo corpo per poi tornare indietro. Alle spalle del camion c’è l’auto di Bergamini, una Maserati bianca targata FE-457412.

I- Le cinque fasi di un investimento tipico:Fase Uno: L’urto. Il veicolo viene a contatto col corpo. Fratture delle ossa lunghe. Fratture del cranio.

Sono presenti fratture sul corpo?

D- No…

I-Fase Due: La proiezione al suolo. Lesioni da caduta ai segmenti articolari.

Sono presenti lesioni?

D- No…

I-Fase Tre: La propulsione. Escoriazioni per strisciamento sulla superficie.

Sono presenti escoriazioni?

D-NoI- Fase quattro. L’arrotamento del corpo. Lesioni viscero-scheletriche e impronte di pneumatici.

Le abbiamo riscontrate?

D- No

I- Ultima fase: Il trascinamento. Escoriazioni e lacero contusioni cutanee.

Sono presenti?

D-No.

I- Scusate, ma quindi era già morto quando l’hanno steso sull’asfalto?I due attori si prendono per mano e guardano davanti a loro.

D e I- Schiacciati

D- il numero 8 capovolto rappresenta l’infinito

I- schiacciata dal concetto che dare due baci prima del matrimonio faccia di te una puttana

D- Buttato a terra, schiacciato, suicidato, insultato, il numero 8 è solo un numero

I- sono solo una ragazza, una donna. Io disonorata e tu disamorato, non posso dirlo a mio padre perché senno passo i guai

D-poco da dire, niente da fare

I- anche se tu sei famoso e io no, l’offesa deve essere lavata.

D-inizia per scherzo e diventa realtà

I- Inizia bene, e finisce male

D- mi dispiace

I- mi dispiace

D- è difficile esprimere quel che si ha se quel che si ha non è quel che si sente

I- che c’è di difficile. sposa me. poi vai con le altre, ma intanto sposa me. anche papà fa così.

D- se due sono diversi, se corpi diversi, se vite diverse riverse, lontane, che sembrano perse.

I- mi hanno insegnato così. Qui, da noi, si fa così.

D-uno preferisce essere se stesso, anche perché non ci assomigliamo neanche un po’, però direi che uno preferisce avere un suo…I- tu sei mio

D-anche se non ha niente a che fare con l’altro

I-o mio o di nessun altra

D- mah, io non lo so

I- dimmi cosa vuoi, non ti capisco, dimmi cosa posso fare

D- Mah, è difficile

I- Ti do la mia vita, il mio tempo, la mia giovinezza, il mio corpo, cosa vuoi?

D- il sogno sarebbe andare in serie A, ma non da solo. Mi piacerebbe andarci coi miei compagni.

I- non puoi dimenticare tutti questi anni insieme

D- beh, ci sono anche anni bui

I- ti prego, dimmi cosa vuoi, io voglio solo te, voglio solo te

D- è la mia vita

I- è la mia vita

D- senza programmi

I- senza promesse?

D- ma cosa vuoi?

I- ma tu cosa vuoi?

Pausa

D- Niente, prendo quello che viene. Non ho niente in particolare da chiedere, mi piace… mi piace vivere.

Mentre si va a buio i due attori si voltano a guardare l’ultima figurina appesa, quella di Denis.

FINE