Cosenza 2021. Il trionfo degli amici degli amici e i professionisti del “magna magna”

Analizzando i dati elettorali delle Comunali di Cosenza esce fuori un verdetto deprimente che ci restituisce la fotografia esatta di com’è ridotta la cosiddetta società civile nella Città dei Bruzi. Se si esclude il candidato De Cicco, che intercetta il voto nei quartieri popolari al 45%, il rimanente 65% vota sempre chi gli promette il lavoro (specialmente ora che ci saranno i concorsi), la casa o altre utilità,

Non abbiamo nessun problema nel fare i nomi di questi “campioni” delle preferenze ottenute ricorrendo al famigerato “bisogno” della gente: Damiano Covelli (cameriere storico di Nicola Adamo), Caterina Savastano (sorella di Ciccio, ex assessore socialista negli anni Settanta e Ottanta, punto di forza della lista di Franz Caruso detto l’incappucciato), Francesco Spadafora, Mimmo Frammartino, Francesca Lopez, Salvatore Magnelli, Roberto Sacco, Michelangelo Spataro, Roberto Bartolomeo. Ma solo per citare quelli più in vista e quelli più “sgamati”.

Una corsia a parte per Antonio Ruffolo, detto Totonno a ‘mmasciata, che si intercetta anche nei quartieri ma che ha il suo bacino principale di voti nella Chiesa di Piazza Loreto dove si mette “a disposizione” da anni ai vari parroci che si sono succeduti e alle tante famiglie che votano chi gli dice il parroco… Ma anche Massimino Lo Gullo che fa sempre il pieno a San Vito, dove ad ogni tornata elettorale porta in processione i vari sindaci e onorevoli vari: Occhiuto, Gentile e in ultimo Morrone (almeno di questo non fa vedere la sua brutta faccia…) e poi su San Vito puntualmente non arriva niente.

In sostanza, piaccia o no, questa è la realtà dei fatti nelle periferie. Si lamentano che mancano i servizi e poi di fatto votano l’ amico o l’amico degli amici. Del resto, i consiglieri sopracitati quando mai hanno parlato del disagio delle periferie quando si sono seduti a Palazzo dei Bruzi?

Ma il campione assoluto delle preferenze si chiama ancora una volta Francesco Spadafora. Segni particolari: poliziotto… Abbiamo già avuto modo di scrivere di lui chiedendoci come faceva, da servitore dello stato, a stare in lista con una masnada di mariuoli e gente impresentabile ma tant’è… I soliti bene informati ci dicono che si mette la divisa di ordinanza solo sotto campagna elettorale e non c’è bisogno di aggiungere altro. Più o meno come per compa’ Cico de Felipe detto Roberto Sacco, che ha usato alla grande il centralino dell’ospedale dell’Annunziata dove lavora da invalido civile per la sua “campagna” a favore dell’incappucciato de noantri. E poi i soliti professionisti cresciuti con la cultura della vecchia politica “mo se magna” tra i quali campeggia petto in fuori compa’ Michelangelo Spataro, all’insegna del sempreverde “dare moneta vedere cammello” ovvero dare appartamento rilasciare licenza… E chi ha voluto capire, ha capito.