Cosenza, all’Asp clientele senza fine: assunti i figli di due dirigenti e di una sindacalista della Cgil

Oggi ci occupiamo dell’ ennesimo atto di nepotismo perpetrato silenziosamente all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, vicenda che purtroppo sta passando in sordina nonostante il clima pesante presso l’Azienda, nella consapevolezza – che finalmente oggi viene messa in discussione – che nessuno avrebbe “osato” fiatare. E invece, purtroppo per loro, ci siamo qui noi.

Si tratta dell’assunzione di tre rampolli super raccomandati, figli di Fabiola Rizzuto, dirigente amministrativa del Dipartimento Risorse umane dell’Asp di Cosenza; dell’ingegnere-faccendiere Antonio Capristo, uomo del Cinghiale, dipendente del Dipartimento Tecnico-Amministrativo Gestione Tecnico Patrimoniale U.O.S. Ingegneria Clinica dell’Asp di Cosenza, con all’attivo numerosi incarichi alla Regione Calabria sempre in quota Cinghiale e della sindacalista della Cgil Franca Sciolino, segretaria regionale della Funzione Pubblica.

Parliamo di incarichi diretti, senza alcun concorso pubblico, nella qualità di collaboratori tecnici informatici, selezionati in due tranche tramite un bando cucito su misura per i tre raccomandati.

Antonio Ziccarelli è il figlio della dirigente amministrativa del verminaio del Personale Fabiola Rizzuto (elemento di spicco ella “banda” di Fra’ Remigio Magnelli), per giunta ora sospesa per 6 mesi per essere incappata nell’inchiesta Sistema Cosenza della procura di Cosenza per corruzione.

Wanda Capristo è la figlia dell’ingegnere-faccendiere e Michele Perrone è il figlio della sindacalista Franca Sciolino.
Tra non molto si ritroveranno con il classico “posto fisso”, parafrasando il film di Checco Zalone, senza aver effettuato alcun concorso pubblico (alla faccia dei tanti giovani onesti e meritevoli a spasso).
Tra l’altro, vengono assunti come collaboratori tecnici informatici pur senza essere informatici.

Difatti lo scorso 30 ottobre 2020, il figlioletto di Fabiola Rizzuto è risultato essere vincitore dell’avviso pubblico per l’affidamento di n. 3 incarichi di collaboratore tecnico informatico da assegnare presso il Dipartimento di Prevenzione (nello specifico presso la famosa e ben pagata Task Force coordinata dal Dott. Mario Marino, il principe indiscusso degli straordinari d’oro oltre che degli incompetenti e degli incapaci). Tuttavia, c’era ancora bisogno di inserire altri rampolli e così il 2 novembre, appena tre giorni dopo, è stato dato il via libera all’ulteriore scorrimento della graduatoria per far passare i figli di Capristo e della Sciolino.

Sebbene si tratti di un posto a tempo determinato di mesi 6, pare che l’incarico sia stato tacitamente rinnovato a tutti e tre i rampolli e al raggiungimento dei 24 mesi per legge matureranno il diritto all’assunzione a tempo determinato. Dunque fra non molto, con molta nonchalance e nonostante la vicenda giudiziaria in corso che la vede coinvolta, la Dott.ssa Rizzuto riuscirà a “piazzare” presso l’Azienda Sanitaria Provinciale il suo figlio prediletto, senza alcun concorso pubblico effettuato e per giunta con un bando cucito ad hoc per lo stesso. Così come la figlia di Capristo, altro dirigente più che chiacchierato nel verminaio dell’Asp cosentina.

È da segnalare infatti come il bando in questione, destinato all’individuazione di collaboratori tecnici informatici, non prevedesse il requisito della laurea in Informatica, Ingegneria Informatica o simili, come sarebbe stato giusto e quasi elementare, bensì il possesso di una laurea in materie amministrative (guarda un po’ le lauree possedute dai raccomandati!), e il bando prevedeva inoltre il possesso di una certificazione informatica (EIPASS Sanità). che i candidati furbescamente avevano acquisito poco prima su consiglio della famigerata Rizzuto.

È palese dunque il conflitto di interessi: madre dirigente presso l’area risorse umane, padre dirigente nel Dipartimento Tecnico-Amministrativo)e figli vincitori di un bando di selezione pubblica emanato dallo stesso ente e inoltre ci chiediamo se sia mai possibile che non ci fossero altre competenze all’interno della stessa ASP per ricoprire questo incarico tecnico.

Prima di avviare tale selezione pubblica è stato emanato, come previsto dalla legge, un interpello interno, rivolto ai dipendenti dell’azienda, per verificare la presenza di dipendenti in possesso di tali requisiti e interessati a ricoprire tali mansioni informatiche? Oppure è stato emanato direttamente il bando in questione (che sarebbe dunque illegittimo)?

Ma il caso del figlio della sindacalista della Cgil è altrettanto grave. Franca Sciolino ha ormai una lunga esperienza nella Cgil. Dopo essere stata per 8 anni segretaria della Funzione Pubblica di Cosenza, da qualche anno ricopre la carica di segretaria regionale. Nel gergo sindacalese “Funzione Pubblica” significa tutto il comparto del pubblico impiego e quindi anche la sanità. Dunque, per semplificare il concetto, la sindacalista – invece di fare battaglia all’Asp per i diritti dei lavoratori onesti, si fa assumere il figlio. Così fan tutti, è vero, ma consentiteci di dire che non è certo la prima volta che ci troviamo a scrivere in termini negativi della signora Sciolino.
Come sempre accade nelle vertenze sindacali in Calabria, e in particolare a Cosenza, dopo una valanga di parole e di chiacchiere tra i vari enti pubblici, le varie proprietà private e i sindacati, alla fine c’è sempre qualcuno della Cgil che si vende i lavoratori. E la Sciolino conta parecchi “successi” in questo senso. Ricordiamo, per esempio, quando è stata pesantemente contestata da molti lavoratori della clinica Madonna della Catena. Che l’accusavano di aver condotto trattative da sola, e a danno dei lavoratori, tra l’altro con squali conclamati come i famigerati iGreco da Terravecchia. Tanto a lei che gliene frega? A Natale prende lo stipendio e la tredicesima e adesso l’Asp le assume anche il figlio.

A questo punto, ci sarebbe da sperare che il nuovo commissario e la nuova governance intervenissero attraverso la risoluzione del contratto ai 6 precari assunti, altrimenti a breve ci ritroveremo con gli ennesimi assunti a tempo indeterminato (allo scadere dei 24 mesi, come previsto dal Jobs Act), senza aver effettuato alcun concorso pubblico, bensì tramite logiche parentali e di puro nepotismo. Ma abbiamo già avuto modo di scrivere che il nuovo commissario La Regina, ex renziano-pittelliano, oggi approdato all’Asp di Cosenza in quita Speranza, si è già “venduto” ai papponi della sanità cosentina e dunque non c’è speranza. Ma almeno vi sputtaniamo e – credeteci – di questi tempi è una grandissima soddisfazione.

Link bando: http://www.asp.cosenza.it/?p=sezione-n3-avviso-1