Cosenza, apre il SILDI (Servizio inserimento lavoro disabili intellettivi)

“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita”.

Riuscire a fare bene qualcosa perché motivante è la molla giusta per tutti, si sa, non è che deve spiegarcelo Confucio.

Ma quanto sia importante il lavoro, lo sa ancora meglio chi un lavoro non lo ha o chi non “riesce” a lavorare. Questa volta, vogliamo occuparci di una tipologia specifica di non occupati e cioè di tutti coloro che hanno difficoltà psichiche. Lavorare in questi casi non è semplicissimo, ma neanche impossibile.

E’ quanto ha spiegato e mostrato con i suoi risultati l’Associazione gli altri siamo noi che in collaborazione con l’ Azienda sanitaria, ha dato il via al Sildi (Servizio inserimento lavoro disabili intellettivi). L’associazione ha da tempo consolidato esperienze con i giovani che presentano problemi a livello cognitivo, ideando diversi progetti, portati a termine con efficacia. Traguardi ottenuti grazie ad un lavoro intenso e oculato per individuare i tasselli giusti che portino al raggiungimento dell’obiettivo finale e cioè all’occupazione lavorativa.

Il buffet preparato dai giovani dell'Associazione
Il buffet preparato dai giovani dell’Associazione

La presidente Adriana De Luca ha illustrato le strategie dell’Associazione, accompagnata nell’analisi sull’Inserimento lavorativo, opportunità e buone prassi dal direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro, da Erminia Pellegrini, direttore Uoc coordinamento Servizi sociali dell’Asp, Alessandro Cosentino, responsabile Unione operativa Valutazione innovazione e ricerca del Centro Dona Calabria di Verona e da Umile Palermo della Fondazione consulenti del lavoro.

Un incontro che ha visto anche la partecipazione istituzionale dell’assessore regionale alla Scuola, Lavoro, Welfare e Politiche giovanili Federica Roccisano.

Entriamo ora nei particolari. E’ vero, la legge ha provveduto al suo. Esistono obblighi e agevolazioni per le aziende che assumono lavoratori con invalidità certificata. Ma non sempre una persona con problemi importanti riesce, di fatto, a svolgere le mansioni che le vengono assegnate. Questo perché è necessario una rivoluzione copernicana: è l’ambiente e non la persona che non deve essere “disabile”.

Se il luogo non è adatto a me io non ci riesco. L’ambiente deve essere predisposto a seconda di chi lo frequenta, ed ecco che si parla di design che non deve essere standard, ma design for all. Che vada bene a tutti e non che rispetti un dato modello che statisticamente rappresenterebbe la norma. E fin qui, siamo a metà del moto rivoluzionario.

Dobbiamo infatti, arrivare al vero, al nocciolo della questione. Proviamo a capire. Se io ho alcune difficoltà intellettive, riesco a fare alcune cose e per altre ho bisogno di aiuto. Come faccio allora, ad essere produttivo? Per esserlo bisogna sapere cosa mi serve per agire con successo.

Facciamo un esempio. Mi hanno messo a selezionare un certo tipo di merce. Per riuscire bene io ho bisogno di dividere le azioni in piccole fasi per poi concatenarle e in più potrei aver bisogno di alcune immagini affinché tutto mi sia chiaro.

Se mi dici solo: questo va lì e quell’altro va là, io non capisco. Invece, se metti la foto dei piselli nel carrello preposto e la foto dei fagioli sull’altro per me diventa semplice. Mi sento capace, lavoro e tu azienda sei contenta perché non intralcio e non ritardo le procedure. E qui stiamo parlando di una persona in serie difficoltà, per tanti altri i prerequisiti ambientali possono essere diversi e anche più semplici.

E’ evidente allora che sia necessaria una preparazione accurata, solo così non si deluderanno le aspettative di nessuno. Il percorso anticipatorio è composto da tante fasi. Il modello proposto da Gli altri siamo noi, prevede innanzitutto la valutazione della persona per capirne le attitudini individuali. Poi si predispone un progetto che stimoli la crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere le risorse latenti.

Questo porterà ogni individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale, rovesciando il senso di frustrazione che la percezione dei propri limiti inevitabilmente, fa instaurare, abbassando l’autostima.

Dopo questa fase ci sarà un accompagnamento al lavoro in azienda con i tutor, senza dimenticare l’importante esperienza nei laboratori protetti. Una strada di questo tipo è prevista già per gli adolescenti, per i ragazzi dai sedici anni in su e, lo ricordiamo, il Servizio inserimento lavoro disabili intellettivi (Sildi) è ubicato nella sede dell’associazione Gli Altri siamo noi in via Alberto Serra 46, per maggiori informazioni si può telefonare a questi numeri: 0984-393029 \ 348- 8048429 oppure scrivere a: [email protected]

Laura De Franco