Cosenza, bomba a piazza Fera: le indagini passeranno alla Dda di Catanzaro

Nicola Gratteri è imbufalito per questa storia della bomba a Cosenza in pieno centro. I soliti bene informati dicono che ha addirittura bestemmiato per la rabbia e per come è finito ancora una volta nel ridicolo per colpa dell’incapacità della ben nota procura di Cosenza, alias porto delle nebbie e delle forze dell’ordine, così corrotte che ormai da noi le indagini per la Dda le fa la… Guardia di Finanza.

Mentre anche i bambini hanno capito che è scesa in campo la criminalità organizzata per “punire” Gianfranco Parise, titolare del “Bilotti cafè” di via Caloprese, facendogli esplodere il locale con inusitata violenza ed arroganza, il procuratore Spagnuolo e i suoi scagnozzi (in questo caso più carabinieri che poliziotti) continuano a minimizzare sui loro media di riferimento ma ormai non ci credono neanche loro a tutte le minchiate che fanno circolare. Ed è (anche) per questo che Gratteri è incazzato come una bestia. Del resto, anche lui si è fatto prendere per il culo da chi l’ha portato a cena nel ristorante di Occhiuto, le famigerate “Cucine di Palazzo Salfi” e l’ha costretto persino a farsi un selfie con il suo prestanome, tale Nuzzolo Renato. Roba da dilettanti allo sbaraglio. Il buon Nicola, da allora, aveva promesso tuoni e fulmini su Cosenza ma, a quanto pare, invece di scatenarli lui li ha scatenati la malavita, che con la bomba di venerdì notte è come se gli avesse assestato uno schiaffo in pieno viso. Sì, a lui perché a Spagnuolo e ai suoi scagnozzi non ce n’è neanche bisogno per quanto sono corrotti e incapaci, carne venduta nel vero senso del termine.

Non ci voleva un grande investigatore per capire che a Cosenza, con tutta questa escalation di pentiti e di ritrovamenti “pilotati” di armi, la criminalità organizzata sta cambiando pelle. Lo sanno tutti che ormai “zingari” e “italiani” non stanno più insieme e che questa bomba, al di là del soggetto che è stato “punito”, altro non è che un segnale preciso alla Dda. Altro che minimizzare o addirittura far trapelare la possibilità che il titolare del bar si sia fatto l’attentato da solo. Roba da dilettanti allo sbaraglio, appunto. Di conseguenza, Gratteri sta per rompere gli indugi e sta per sputtanare definitivamente procura e forze dell’ordine cosentine. Altro che “autoattentati” o cani sciolti: la Dda di Catanzaro è ormai prossima a prendere in mano direttamente le indagini sulla bomba a piazza Fera togliendola dalle mani dei corrotti e degli sprovveduti. Il modo migliore per delegittimare questa gentaglia, molto di più che mille indagini da parte della procura di Salerno, che si sta muovendo ormai da tempo per fare pulizia nel verminaio del Tribunale di Cosenza.