Cosenza. Cagna abbandonata, incatenata e morta sotto il sole: le denunce dei cittadini e l’intervento della Lega per la Difesa del Cane

A qualche giorno di distanza dalla terribile storia della cagna abbandonata, incatenata ad una inferriata e morta sotto il sole dopo ore di agonia a Cosenza (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-cosenza-hanno-ucciso-una-bellissima-cagna-ma-le-telecamere-vi-inchioderanno/), si apprendono maggiori particolari. La cagna – che era incinta – pare sia stata abbandonata in via Scipione Valentini, una traversa della grande via Popilia, perché non riusciva a partorire e aveva bisogno di un parto cesareo ma chi doveva avere cura di lei l’ha mandata a morire. Intanto, molti cittadini avevano avvisato della incredibile situazione i vigili urbani, che tuttavia non si sono interessati della cagna e sono intervenuti solo dopo la sua terribile morte. Alcuni cittadini hanno presentato denuncia alla procura di Cosenza sia nei confronti di chi l’ha abbandonata, sia nei confronti della polizia municipale per omissione di soccorso. Nella zona nella quale si è consumata la tragedia, ci sono molte telecamere di sorveglianza che hanno certamente registrato quanto accaduto.

Infine, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha diffuso un comunicato ufficiale rispetto alla vicenda di Cosenza, accoppiata anche ad un’altra storia simile, avvenuta ad Olbia.

Luoghi diversi ma stesso epilogo: le tre cagnoline sono morte nel tentativo di liberarsi o a causa del caldo. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane sporge denuncia e seguirà da vicino le indagini nel tentativo di ottenere giustizia. Rosati: spesso la gravità di questi gesti viene sottovalutata dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, vogliamo capire perché a Cosenza la Polizia Municipale non è intervenuta tempestivamente pur essendo stata avvisata.

A Olbia, due giovani femmine di amstaff – di cui una incinta – sono morte soffocate nel tentativo di liberarsi dopo essere state legate e abbandonate a una recinzione. A Cosenza, una cagnolina è stata anche lei abbandonata legata a una inferriata sotto il sole cocente e lì è rimasta per diverse ore finché non è morta dopo una lunga sofferenza. Due casi geograficamente diversi ma accomunati dalla crudeltà dell’abbandono e della morte di tre povere creature senza colpa.

La cattiveria e vigliaccheria dell’uomo non conoscono confini né stagioni”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “L’abbandono di un animale, oltre che un reato, è già un gesto terribilmente crudele in sé, ma quando ne deriva anche la morte è davvero la bassezza più grave che si possa commettere nei confronti di chi ci ha dato la sua fiducia e il suo affetto. Nel caso di Cosenza sembra che la zona fosse sorvegliata da telecamere di sicurezza, quindi c’è la speranza di risalire al responsabile del decesso della povera cagnolina. Da quanto abbiamo appreso, sembrerebbe anche che la Polizia Municipale fosse stata avvisata dell’abbandono”.

È inaccettabile che nel 2020 si debbano ancora sentire storie come queste. Se una persona, per qualunque motivo, non può più tenere un animale ha diverse opzioni possibili e nessuna di queste contempla l’abbandono. Si può chiedere aiuto alle associazioni animaliste della propria zona per trovare un’adozione o per un sostegno in caso di problemi economici o fare richiesta di rinuncia id proprietà al proprio Comune. Sicuramente l’ingresso in un canile non è l’ideale per un animale che ha vissuto in casa, ma è certamente meglio che morire in questo modo assurdo”, continua Rosati.

Ovviamente il nostro team legale è già al lavoro per sporgere denuncia per entrambi i casi. In particolare, sempre per il caso di Cosenza, bisognerà anche fare chiarezza sul perché la Polizia Municipale non sia intervenuta tempestivamente. Purtroppo, in alcuni casi, anche le forze dell’ordine e la magistratura sottovalutano la gravità di questi gesti e seguiremo da vicino questi casi per tentare di avere delle risposte”, conclude Rosati.

LNDC – Animal Protection
Ufficio Stampa