Cosenza. Caso Cirò, assoluzione Mario Occhiuto: il porto delle nebbie ricorre contro… se stesso

Siamo veramente al ridicolo, se non all’assurdo. Dopo aver fatto di tutto per boicottare l’inchiesta a carico di Mario Occhiuto (chiamato in correità da Giuseppe Cirò sui brogliacci delle missioni istituzionali farlocche pagate e mai avvenute); dopo aver cancellato prove a suo carico e nascosto testimonianze; dopo aver intrallazzato con Morra per far venire meno la credibilità di Cirò;  dopo aver affidato il giudizio del suo operato ad un magistrato come la Pingitore che tutto potrebbe fare tranne che il giudice, la procura di Cosenza, la stessa che ha coperto per anni le malefatte occhiutiane, ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza di assoluzione dell’ex sindaco. Come a dire: il porto delle nebbie ricorre contro… se stesso. E lo fa l’ultimo giorno utile (il giorno prima della scadenza dei termini per la presentazione dell’appello) e con motivazioni che non aggiungono nulla a quello che la pubblica accusa ha già presentato nel processo di primo grado.

Un modo per lavarsi la coscienza davanti alla pubblica opinione. Un “atto dovuto” che la procura è stata costretta a fare: da un lato per non dare adito alle voci che dicono che quando si tratta di Occhiuto e compari le inchieste e i processi finiscono sempre allo stesso modo e per far credere alla gente che in procura si lavora sodo contro il malaffare, e dall’altro perché indotti dalla presenza dei consiglieri del Csm che indagano proprio sulle mancanze investigative della procura per quel che riguarda i processi e le inchieste sui colletti bianchi a Cosenza. Non potevano fare diversamente, fosse stato per la procura cittadina l’assoluzione di Mario Occhiuto, colpevole di aver lucrato sulle finte missioni oltre ogni ragionevole dubbio, ma innocente per la Pingitore che accusa Cirò di aver accusato l’ex sindaco solo per vendetta e odio, sarebbe già diventata definitiva. Cosa che avverrà tra qualche mese, subito dopo la farsa di questo “ricorso in appello”. A Cosenza se fumi qualche spinello finisci in galera, se rubi più di 150mila euro all’economato cittadino, diventi sindaco.