Cosenza, caso depurazione: il vero problema è il porto delle nebbie

A Cosenza, zona franca e isola felice per eccellenza di corrotti e maneggioni, può succedere di tutto – come ben sanno i nostri lettori -, e uno dei casi-limite è certamente rappresentato dal depuratore di Rende, sequestrato dalla procura “porto delle nebbie” ma dato in custodia al corrottissimo e indagatissimo presidente del Consorzio Valle Crati. Maximiliano Granata. Un depuratore che non “depura” nulla, visto che l’inquinamento è addirittura aumentato dal giorno del sequestro (!!!) e i cui dipendenti (che non si capisce neanche quanti siano…) non vengono neanche pagati. Ma allora cosa sta succedendo? Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine, anche se l’impresa è oggettivamente difficile.

Tutta questa baracca rimane in piedi perché l’azienda che gestisce il depuratore, la Geko del famoso imprenditore napoletano Alfonso Gallo (in odore di servizi segreti sponda Bisignani e grande accusatore dell’ex magistrato e deputato forzista Alfonso Papa), ha avuto la solenne promessa che vincerà la gara “milionaria” della quale si parla ormai da anni.
Da fonti interne, abbiamo appreso che qualche mese fa c’è stata una riunione al Consorzio Valle Crati per l’affidamento di questa fantomatica gara ma a quanto pare è finita male. Sì, perché da quel giorno Alfonso Gallo se l’è presa con il nuovo direttore di cantiere Ruggero Fornabaio (il suo predecessore, tale Cerrone, dopo essere stato arrestato, è stato eliminato…) e Maximiliano Granata.

Alfonso Gallo

In sostanza, ormai da 7 anni, il Consorzio Valle Crati, in combutta con il Comune di Cosenza e con la procura “porto delle nebbie”, lo prendono per il culo e Gallo finalmente si è stufato di essere palleggiato da questi soggetti. Al punto tale che chi ormai lo conosce bene, definisce davvero “esagerata” la situazione. Nel corso di questa riunione, infatti, Gallo ha tuonato come mai aveva fatto in precedenza contro Granata il truffatore e c’è chi sospetta che sia venuto a conoscenza di qualcosa (non ancora definita) relativo alla gara che gli ha fatto completamente perdere le staffe. Eh sì, perché Gallo ha minacciato di licenziare tutti i dipendenti dell’impianto e di andarsene senza neanche preoccuparsi più di vincere questa gara alla quale va dietro da anni…Il problema è grosso: Gallo non ce la fa più a stare dietro a tutte le prese in giro che gli stanno facendo Granata, Occhiuto e il Gattopardo. Puntualmente gli fanno credere che la gara sta per partire da un momento all’altro, ma non è vero… Spagnuolo il Gattopardo, addirittura, dichiara pubblicamente che la gara è stata affidata ma nei fatti si tratta di una clamorosa bufala e Gallo ormai ha capito il gioco delle tre carte.
Non solo: ormai nessuno vuole lavorare al depuratore e la situazione è giunta realmente ad un punto di non ritorno. La manfrina della custodia giudiziaria affidata a… Granata, d’altronde, è il chiaro segnale di quanto sia poco credibile tutta questa congrega di corrotti e Gallo ormai l’ha metabolizzato…

L’imprenditore accusa il Comune di Cosenza perché non solo non paga le fatture della depurazione dell’acqua, ma non ha neanche messo in bilancio tutti i soldi che servono per la depurazione. Qualcuno, in queste ultime ore, anche mediaticamente, sta provando a forzare la mano lasciando intravedere chissà quali devastanti scenari e collegando – addirittura!- la questione del depuratore al dissesto finanziario del Comune di Cosenza, ma è chiaro che si tratta soltanto di “messaggi” che Gallo, quasi disperatamente, sta cercando di far arrivare a chi di dovere.

Eh sì, perché Gallo, anziché far partire gli atti ingiuntivi, come dovrebbe, continua soltanto a non pagare i dipendenti… Se Gallo avesse avuto gli attributi, avrebbe dovuto farlo per avere i soldi dal Comune e invece ancora non lo fa. Perché? Semplice: non vuole rovinarsi la “reputazione” con il Comune di Cosenza (Occhiuto resterà ancora per un anno non per tutta la vita…) e pensa che saranno gli operai che non si pagano – prima o poi – a protestare sotto il Comune di Cosenza al posto suo… E poi ormai il Comune è ufficialmente in dissesto finanziario, di conseguenza questi soldi non li vedrà mai. Ma c’è sempre la speranza che, cambiando l’aria a Palazzo dei Bruzi, possa cambiare anche la sua situazione e quindi prova ad alzare il tiro in attesa degli eventi.
Nello stesso tempo, Maximiliano Granata come custode dell’impianto di depurazione posto sotto sequestro dal suo compare Gattopardo, dovrebbe imporre alla Geko S.p.A. di pagare gli stipendi e di garantire il servizio di depurazione, perché altrimenti dovrebbe trovare un’altra azienda al posto della Geko S.p.A. con una capacità finanziaria tale da poter anticipare gli stipendi agli operai e garantire il servizio di depurazione… Ma naturalmente tutto questo non passa neanche dall’anticamera del cervello nè al truffatore e nè al Gattopardo…

Questi soldi dovrebbero essere destinati ad un servizio di pubblica utilità che non può essere interrotto ma, con decenza parlando, non gliene frega niente a nessuno. Eppure, i cosentini pagano regolarmente la tassa dell’acqua e – teoricamente purtroppo – se poi il Comune questi soldi invece di girarli alla Società che fa il servizio li spende per fare le feste in piazza compie un reato. Ma si sa che a Cosenza i reati non si perseguono. Non solo: come accennato, con il dissesto finanziario del Comune certificato e ufficializzato, l’impresa di far scucire i soldi al sindaco cazzaro è diventata impossibile: intanto l’inquinamento dilaga e le stelle, come al solito, stanno a guardare. Povera Cusenza nostra!