Cosenza. Caso Sacro Cuore, le amare verità di “Mammachemamme”: “Decisione di natura politica”

Salvare un punto nascita storico per il territorio. E’ questo l’appello disperato che arriva dai cittadini e soprattutto dalle cittadine di Cosenza e provincia, preoccupati per l’annunciata chiusura del servizio della casa di cura Sacro Cuore. Una realtà attiva dal 1958 e che ha contribuito a far nascere 1000 bimbi ogni anno. Ma la riorganizzazione della rete ospedaliera voluta dal governatore Occhiuto non lo prevede più.

A lanciare definitivamente l’allarme, dopo l’irritante balletto dei mesi scorsi tra chi diceva che la notizia era falsa e chi invece sosteneva il contrario, è stata l’associazione “Mammachemamme”, che da 12 anni sostiene donne e genitorialità. Al Sacro Cuore dovrebbe rimanere aperta ginecologia per gli interventi chirurgici, una scelta che, secondo l’associazione, rischia di sovraccaricare ulteriormente l’Annunziata.

“E’ semplicemente vergognoso e contro la natalità dell’area urbana di Cosenza”, attacca ‘Mammachemamme’ nel comunicato che poi ha ispirato l’appello – decisamente strumentale – del mezzo sindaco di Cosenza Franz Caruso, notoriamente prestanome di Nicola Adamo, che non ha perso occasione per dare le colpe al suo attuale e principale avversario politico ovvero Roberto Occhiuto. 

L’associazione si chiede perché la Regione sta eliminando il Sacro Cuore. “Per cosa, ci chiediamo. Per fornire un maggior carico di lavoro per l’ospedale di Cosenza, unico punto nascita attivo in città, già saturo di suo? Come farà l’Annunziata a gestire un carico neonatale del genere se già non riesce a rientrare nella normalità a Sacro Cuore in funzione? E ora che alla clinica di Corso d’Italia a Cosenza sarà impedito di supportare il sistema sanitario come farà a cavarsela la sola Annunziata? Oppure davvero qualcuno pensa che i cosentini andranno a partorire a Cetraro, distante un’ora di macchina attraversando prima le insidie montuose della 107 e poi quelle marine della 108? Piuttosto più d’una rinuncerà alla maternità nella sua città e magari emigrerà altrove, in perimetri urbani più sicuri. Va bene l’apertura di Cetraro come punto nascita ma perché chiudere il Sacro Cuore di Cosenza che ha dato fin qui una grossissima mano all’Annunziata? Sappiamo, ahimè, come il reparto di Ostetricia dell’Annunziata è da tempo oberato di lavoro e in difficoltà a gestire le richieste del territorio. Figurarsi da ora in avanti. Quale la ragione quindi di questa follia? Di certo, non protettiva del diritto della donna di poter scegliere dove partorire.
Dunque la decisione è di natura politica. Ed è una scelta vergognosa perché non punta ad ampliare i servizi e l’assistenza alla nascita. Punta ad altro…” scrive l’associazione.

Secondo ‘Mammachemmme’, il pericolo è che molte donne in gravidanza possano essere costrette a partorire lontano dall’area urbana, magari spingendosi fino a Cetraro. Una situazione delicata, accentuata dalla chiusura della terapia intensiva pediatrica proprio a Cosenza. Il decreto per la rete ospedaliera potrebbe ancora subire modifiche però, e proprio per questo l’associazione lancia un grido di aiuto, con un appello a Occhiuto e al sindaco Caruso affinché si difendano le future mamme di Cosenza. Caruso ha già risposto, Occhuto ancora cinclschia… in attesa di ragliare, come suo solito…