Cosenza, qui centro storico: Occhiuto sta demolendo Santa Lucia

Foto di ERCOLE SCORZA

Cosenza antica: l’uomo vale quanto la sua parola

di Ercole Scorza

Un po’ di tempo fa riportavo quanto sentito in una conferenza stampa indetta dall’architetto Occhiuto a proposito delle sue intenzioni interventiste per il centro storico che si stava (e si sta) sgretolando.”Bisogna abbattere i fabbricati che non hanno rilevanza storica e soprattutto costruiti con materiali poveri”, diceva l’architetto. Detto fatto:due aree di rilevantissimo interesse storico archeologico, impregnate di memoria, di vita vissuta, vengono rase al suolo. Siamo in via Gaeta e in via Santa Lucia.

“Demolire non significa risolvere il problema. Se si possiede coscienza del significato dell’azione potrebbe sembrare la soluzione più ovvia. Una tale azione viene però ad annullare non solo una struttura materica ma anche una trasmissione genetica di presenza e di informazioni. La soluzione va trattata con metodo e con adeguata cognizione;cioè con sapienza nel discernere la necessarietà dell’azione rispetto all’entità di un valore che deve prima essere indagato, conosciuto e valutato. Inoltre, non sempre l’edilizia minore,spesso considerata di scarso interesse storico,architettonico e, quindi, culturale, possiede un marginale significato rispetto alle cosiddette architetture monumentali” -F.Terzi-

Nel quartiere di Santa Lucia, come amo dire abitualmente, se inciampi in qualcosa le possibilità sono due: o sono i resti di “terme romane”, o muraglioni di “opus reticularum”. Gradinate e vicoli si snodano nel quartiere, ti trovi di fronte la chiesetta da cui ne assume il nome, incroci la via di San Tommaso (già documentata a metà del 1500), ti trovi di fronte il palazzo privato (donato al Comune e successivamente restaurato: nel corso dei lavori è emerso un importante sito archeologico di epoca romana).

Stiamo parlando di un centro storico di oltre 2000 anni di storie, fatti e memorie, di stratificazioni delle varie epoche,dove l’emerso è rappresentato dall’impianto medievale dei fabbricati. Scavare lì,”atru ca tesoro d’Alarico..”

Ma l’archistar sinnaco, chi ti fa? Dà un senso compiuto alle sue parole di qualche tempo fa: abbatte ciò che si poteva mettere in sicurezza e scava nel perimetro di santa Lucia e via Bombini, incurante di qualsiasi atto teso a salvaguardare il sito archeologico, le storie, la memoria. Vi chiederete, e mi chiedo: ma avrà fatto tutto in concerto con la Soprintendenza? Non può essere altrimenti: il nostro centro storico è tutelato da tutte le Soprintendenze, puru i chira da pesta ca l’impacchia. E invece no, non è stato chiesto nessun nullaosta o parere alle istituzioni preposte alla tutela e salvaguardia. E’ jutu llà cu na ruspa e si è tirato giù tutto.

Ma la tenace Soprintendenza non ha visto, sentito, saputo niente? Non hanno controllo del territorio, eppure si tratta di demolizioni e di scavi di intere strade medievali e di altissimo interesse archeologico. Ma che succede? Possibile che si percorra il perimetro degli abbattimenti e si passi diritto?

Il centro storico di Cosenza ha bisogno di attenzione, di strumenti per intervenire sul disagio sociale, è un territorio ancora tutto da scoprire, un museo a cielo aperto. Bisogna che al più presto si mettano in campo tutte le risorse economiche e professionali di cui ha bisogno e si materializzi quella visione, sì emotiva, ma tesa a conservare e riconsegnare alle prossime generazioni il nostro Grande Tesoro storico, architettonico, ancora intriso, di fatti, canti, odori e colori. E’ una nostra grande responsabilità.

Non si può buttare giù la storia, non la si può fare scomparire, è la nostra identità.