Cosenza corrotta: quando Occhiuto nominava “cittadini” i suoi vecchi sodali

Occhiuto, sempre più nervoso per via delle ultime azioni giudiziarie nei confronti della sua amministrazione, corre ai ripari ormai da diverso tempo. Ha capito che non può più contare al 100% sulle coperture di cui ha goduto fino ad ora con Gratteri, anche se qualche carta da giocarsi ancora gli rimane e, per “impressionare qualcuno”, e dare prova della sua fedeltà alla vecchia paranza, ha persino provato a richiamare in “servizio” i suoi vecchi amici di scorrerie. Il messaggio trasversale di Occhiuto ai suoi nemici poco meno di due anni fa era già chiarissimo: se qualcuno ha intenzione di promuovere qualche azione giudiziaria contro di me, sappia che la mia paranza è ancora attiva, e chi tocca me tocca anche loro.

La situazione giudiziaria nelle ultime settimane a Cosenza però è in continua evoluzione, e potrebbe succedere di tutto, e questa incertezza ha fatto sì che molti dei privilegi di cui godevano prima dirigenti comunali e politici corrotti, soprattutto per quel che riguarda la loro totale impunità, saltassero. Almeno per alcuni di loro. Non per Potestio, per esempio, che continua a godere della protezione di Cozzolino, magistrato corrottissimo eppure ancora al suo posto nel porto delle nebbie.

Ed è  proprio per il perdurare di queste protezioni se ancora oggi l’intrallazzo resta la pratica principale negli enti pubblici della città, ma c’è da dire che in molti hanno iniziato a “guardarsi a manu”. I corrotti sono in allarme, e gli intrallazzi sono stati messi, per il momento, da parte.

I bei tempi della “cricca” dove Occhiuto sguazzava alla grande – forte della totale copertura da parte di tutti gli apparati dello stato presenti in città: questura, procura, prefettura, carabinieri – sono ormai andati, almeno in parte, e non torneranno, speriamo, mai più.

Erano i tempi in cui Occhiuto alzava il telefono, e per i suoi nemici non c’era scampo. A minacciare i suoi avversari politici: poliziotti, pm, carabinieri, che insieme ad Occhiuto governavano, e governano la città.

A prestarsi all’intrallazzo, in quello che all’epoca giornalisticamente definimmo il “patto dei lazzaroni”, tre figure importantissime per la vita sociale, politica, ed economica di ogni città: il prefetto, il questore, il comandante dei carabinieri. Il tutto, ovviamente, sotto  l’attento controllo della procura. Quando queste figure stanno dalla tua parte puoi fare ciò che vuoi, e a tutti i livelli, senza temere nulla.

Ed è quello che è successo per quasi 4 lunghi anni a Cosenza durante la prima consiliatura di Occhiuto. Dal 2011 fino alla fine del 2014 a ricoprire le delicate cariche di questore, prefetto e comandante dei carabinieri, tre loschi figuri che tutto hanno fatto tranne che lasciare un buon ricordo alla città del loro operato. Nell’ordine, il dottor Anzalone (questore), il colonnello Ferace (comandante dei Carabinieri), e il prefetto Cannizzaro.

Per i tre Occhiuto, nel vano tentativo di rievocare gli anni belli, ha organizzato appunto poco meno di due anni fa una bella festa di ringraziamento, con la concessione della cittadinanza onoraria ai suoi vecchi sodali: Ferace, Cannizzaro, Anzalone.

A chiedere la cittadinanza onoraria per i tre da chiazza, il consigliere comunale Gisberto Spadafora, che si è fatto portavoce del bisogno di Occhiuto di riabilitare il nome dei tre sodali, nel caso in cui dovesse verificarsi qualche altra “disfunzione” giudiziaria. Gisberto, che è solo un esecutore di ordini, non sa nemmeno chi sono questi tre. Come non lo sanno i cosentini. Ma nonostante ciò si è prestato a questa ennesima pagliacciata targata Occhiuto.

Sarebbe interessante capire nello specifico quali sono i meriti dei tre, al di là delle formule di rito, che hanno portato il consigliere a chiedere al consiglio comunale di Cosenza di nominarli cittadini onorari di Cosenza.

E’ veramente difficile trovare una sola cosa buona fatta dai tre per la collettività. Su di loro abbiamo scritto tanto e vi rimando a questi articoli che delineano i loro profili, e le loro “imprese”.

Questore Anzalone: http://www.iacchite.blog/questura-di-cosenza-da-anzalone-a-liguori-poco-e-cambiato/

Colonnello Ferace: http://www.iacchite.blog/le-talpe-del-clan-lanzino-allinterno-dei-carabinieri/

Il prefetto Cannizzaro: http://www.iacchite.blog/cosenza-lunica-citta-calabrese-ad-essere-immune-alla-corruzione/

Ora, santo Dio, con tutte le brave persone che ci sono in questura, tra i carabinieri, tra i magistrati, che meriterebbero non solo l’elogio pubblico, ma anche la stima e il rispetto di tutti i cittadini, a chi andiamo a premiare? I più chiacchierati della storia della città!

Del resto si sa che ad Occhiuto non gli piacciono le persone oneste e chi fa il proprio dovere fino in fondo, tant’è che ha definito delatori, infami e pentiti, i cittadini che hanno denunciato i dirigenti degli appalti spezzatino in procura.