Cosenza corrotta, Occhiuto trova l’accordo: meglio depresso che in galera

Si fanno sempre più insistenti le voci che vogliono il sindaco Occhiuto ancora più depresso e ansioso. Quello che sta passando Occhiuto in questi ultimi tempi è un vero e proprio calvario. Non ci piace scherzare con il malessere altrui, ma se scriviamo questo è perché la situazione sta precipitando e urge una soluzione immediata. Che Occhiuto si rifiuta di prendere in considerazione: dimettersi dall’incarico di sindaco, porre fine alla sua esperienza politica, e partire per un lungo e rilassante viaggio di ripiglio fisico e mentale.

Ma si sa che Mario non ascolta nessuno se non se stesso: pensa, da egocentrico e narcisista qual è, di poter controllare e nascondere i suoi continui sbalzi di umore ancora per molto. Almeno in pubblico. Quello che non può nascondere, però, sono i suoi continui viaggi della speranza alla ricerca di qualche specialista in grado di risolvere il problema. Perché, nonostante il suo camuffare, Mario è obbligato dal suo stato di salute, se vuole mantenere un minimo di “presentabilità pubblica”, a frequentare diversi specialisti del settore medico di riferimento: psicanalisti e psichiatri. Che evidentemente lo mal consigliano, o usano una cura farmacologica non adatta alla patologia di cui è affetto Mario. Infatti di miglioramenti neanche a parlarne. E lo stato di salute mentale di Mario si aggrava sempre più. Questo è evidente a tutti. E nasconderlo non è più possibile. Si vede ad occhio che è depresso e ansioso. Tant’è che lui stesso, in uno dei tanti cambi di personalità a cui ci ha abituato, è stato costretto a confessare pubblicamente il suo malessere. E la confessione arriva in un luogo che più pubblico non si può: il tribunale di Cosenza, durante una udienza che ci vede contrapposti. Occhiuto ci accusa di essere causa del suo grave malessere psicologico.

Sul banco dei testimoni a rispondere alle domande del nostro avvocato un Occhiuto spento, moscio, svilito, con una faccia da paura. Sembrava un allucinato, uno che non dorme da un mese (vedi foto, no photoshop). Oltre alle domande “di rito”, ci siamo voluti accertare, in aula e davanti al giudice, dello stato di salute del sindaco, vista la faccia, chiedendogli: “… da allora, cioè da tre anni a questa parte, la sua condizione di depresso è migliorata, è guarito, o ancora il malessere persiste”?

La risposta di Occhiuto ci ha lasciato basiti e preoccupati (e non poco): “Da tre anni vivo in uno stato di prostrazione mentale ed esaurimento fisico, con crisi di panico e stati d’ansia, vado avanti a farmaci e sedute dallo psicanalista. Ancora oggi avverto il malessere, anzi signor presidente, in questi ultimi 15 giorni la mia situazione psicologica è peggiorata”.

Dunque non siamo certo noi che scherziamo con la salute di Occhiuto, parlandone, perché è lui stesso a renderla pubblica durante una udienza.

Ecco, è questo quello che più ci preme dire al sindaco: caro Mario non lo vedi come sei addirruttu? Il nostro consiglio è di pensare alla salute, molla tutto perché una volta persa, la salute non si può più comprare. Il benessere fisico scaturisce dal benessere mentale. Se non ci sei con la testa, se non hai la necessaria serenità per affrontare i problemi della vita, a voglia che prendi psicofarmaci, la situazione, come hai capito, non cambia. E questo perché Mario la tranquillità è da un bel po’ che l’ha persa. Girano brutte voci sul suo futuro, e su quello di molti suoi compari. Roba che ti toglie il sonno. Perciò, a maggior ragione ti consigliamo di scappare finchè sei ancora in tempo. Magari con una uscita di scena per malattia qualcuno potrebbe dimenticarsi che esisti. E tu sai che questa volta non è uno scherzo. Anche perché come si dice: si scherza con tutto ma non con la salute. Sempre che la tua malattia sia reale.

Perché c’è anche chi dice che tutta questa storia della depressione è tutta una chiacchiera consigliata dal tuo avvocato in vista di qualche imminente terremoto giudiziario che ti vede coinvolto mani e piedi in intrallazzi di corruzione mafiosa e non solo. Come a dire: male che va è meglio passare ppì ciuatu ca finì ‘ngalera.

Ma noi a questo non ci crediamo, perchè pensiamo veramente che Mario non c’è più con la testa.