Cosenza. Mario Pagano e Mario Occhiuto: Dio li fa e poi li accoppia (dentro le macerie dell’ex hotel Jolly)

Mario Pagano e Mario Occhiuto: Dio li fa e poi li accoppia

Lo abbiamo scritto ripetutamente su Iacchitè nel corso di questi ultimi anni che l’ex Soprintendente di Cosenza Mario Pagano non era un modello di virtù, del resto anche Gian Antonio Stella aveva, sul Corsera, avanzato molti dubbi sul suo operato in Molise e a Crotone.

Soprintendenza Cosenza, mi chiamo Pagano: che c’è da firmare?

http://www.iacchite.blog/cosenza-soprintendenza-il-vizietto-di-mario-pagano-una-firma-e-piovono-soldi/

Il ‘Fatto Quotidiano’ del 27 settembre 2022 riportava una notizia da Caserta che sicuramente interessa i cosentini ed i calabresi: è stato arrestato dai carabinieri in flagranza di reato il Soprintendente ABAP della provincia casertana, Mario Pagano, perché vendeva reperti archeologici al mercato di numismatico di Capua.   È stato arrestato anche il compratore, un numismatico, G. A., 70 anni. Dopo l’arresto i due “tombaroli” sono stati perquisiti dai militari dell’Arma che hanno recuperato anche un libro antico. Il gip, dopo l’interrogatorio, ha disposto la misura dell’obbligo di dimora per entrambi. Si stavano scambiando reperti archeologici all’interno del mercato di numismatica di Capua (Caserta). Il Soprintendente provinciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Abap) di Caserta e Benevento, Mario Pagano, 64 anni, stava vendendo alcuni vasi risalenti al IV secolo a.C, anelli in bronzo, 78 monete in bronzo (alcune delle quali ottocentesche), altre databili tra l’età tardo imperiale e medioevale di probabile provenienza da scavi clandestini e di due libri provento di furto consumato in danno del Monastero Casa Generalizia di Roma.

Di sicuro vi ricorderete che Mario Pagano è stato, dal 2016 al 2019, Soprintendente Abap a Cosenza.  Quel Pagano dirigente del MinC che firmava spesso e volentieri a favore delle demolizioni e delle costruzioni illegali di piazze, palazzi e slarghi, ma anche delle astruserie alariciane di Occhiuto. Un firmatore seriale, insomma (https://www.iacchite.blog/cosenza-ex-hotel-jolly-pagano-si-sacrifica-per-il-suo-amico-cazzaro/).

L’ineffabile soprintendente archeologo Mario Pagano, il solerte cercatore insieme ad Occhiuto del tesoro di Alarico, il cementificatore di Punta Scifo a Crotone, lo spianatore dell’antica Kroton a favore dello stadio Ezio Scida, lo gnorri che ha fatto finta di non vedere le demolizioni dei palazzi antichi di Cosenza vecchia da parte di Mario Occhiuto, il facilitatore della costruzione di decine di pale eoliche in prossimità del parco archeologico di Saepinum (Cb), il più volte rimosso dal suo incarico di Soprintendente archeologo è stato arrestato in flagranza di reato: stava vendendo reperti archeologici! Vendeva proprio quei beni che avrebbe dovuto tutelare e chissà cos’altro potrebbe aver venduto in tutti questi anni.

Vi ricordate cosa fece a Cosenza appena arrivò, nel 2016? Nel giro di qualche settimana dal suo arrivo nella città dei Bruzi, Mario Pagano firmò la convenzione con l’attuale senatore Occhiuto per la ricerca del tesoro di Alarico, non impedì la demolizione dei palazzi fra Corso Telesio e Via Gaeta e nemmeno quelli di Santa Lucia, non negò l’autorizzazione a demolire l’ex Hotel Jolly per costruire quell’orribile cassa da morto dorata del Museo del Nulla-Alarico. Purtroppo per i cosentini, quell’area in Piazza dei Valdesi è rimasta un cumulo di macerie e anche questa nuova “impresa” di Pagano conferma che tutto quello che è stato fatto equivale a una gran truffa. 

Per fortuna (già circolavano voci da più fonti) l’ex sindaco di Cosenza -il distruttore del Centro storico e il glorificatore degli invasori- non ha ottenuto un incarico ministeriale da sottosegretario proprio del Ministero della Cultura del quale è dirigente proprio quel Mario Pagano che gli approvava tutto. Per il momento, tuttavia, Dio ha creato Mario Pagano e Mario Occhiuto e li ha accoppiati dentro le macerie dell’ex Hotel Jolly, che è senza dubbio il posto ideale per questa squallida coppia di fatto. L’ultimo tentativo di prendere per il culo i cosentini, con la solita collaborazione dell’avvocaticchio col cappuccio, è quello di aver “comprato” l’ennesima sentenza del Tar per annunciare urbi et orbi che il suo orribile Museo del Nulla si può fare ma la partita è appena iniziata e nessuno qui a Cosenza ormai ha paura del cazzaro. Intelligenti pauca.