Cosenza, Gargamella e il suo settore giovanile zimbello della Calabria: storia di una farsa

A volte è incredibile come la faccia tosta (per non dire altro) delle persone non conosca ostacoli ed è incredibile leggere alcune “riflessioni” che farebbero ridere se non fossero… tragicomiche. In queste ore nelle quali l’Italia sportiva celebra lo psicodramma dell’esclusione dai Mondali prende la parola addirittura il pessimo, squallido e viscido patron del Cosenza Calcio Eugenio Guarascio, più conosciuto come Gargamella. Sì, proprio lui, incurante evidentemente del fatto che la sua squadra è in caduta libera e che in 11 anni di presidenza non è mai riuscito neanche per scherzo a tirare fuori un giovane (che sia uno) dal settore giovanile. Ma prima di continuare con le analisi, è doveroso leggere quello che dice (o gli fanno dire….) il patron Gargamella. 

(ANSA) – ROMA, 25 MAR – “La seconda esclusione consecutiva della Nazionale dal Mondiale è un duro colpo per il nostro calcio e la conferma che stiamo sbagliando molto, non da ora, ma da diversi anni. Oggi paghiamo le conseguenze di errori commessi in passato quando abbiamo permesso che il nostro calcio perdesse la sua identità e non abbiamo messo in campo nessuna misura per arginare l’emorragia di talento che il nostro Paese ha sempre assicurato”. Cosi’ il presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio, in merito all’uscita di scena dell’Italia dalle qualificazioni per Quatar 20220.

“Da questa disfatta si riparte soltanto ricostruendo radicalmente il sistema, con riforme anche drastiche, capaci di rilanciare il calcio italiano – prosegue il presidente del Cosenza -. Una fase avviata dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha ben chiare criticità esistenti e ambiti di intervento. È evidente che si deve ripartire dai giovani, che devono essere protagonisti e non comparse nelle categorie superiori”.
“È inaccettabile che il selezionatore dell’Under 21 faccia fatica a individuare calciatori che militano stabilmente nella massima Serie e debba pescare in cadetteria e addirittura in Serie C – afferma ancora Guarascio -. La riforma della Serie B, ad esempio, diventa impellente per aumentare le chance di centinaia di giovani atleti che oggi faticano ad emergere. La centralità dei settori giovanili deve essere valorizzata attraverso investimenti e lavoro di qualità, perché è fondamentale salvaguardare i talenti italiani e permettere che molti di loro si cimentino con il calcio vero. Bisogna avere coraggio, lavorare per l’Italia del futuro, sulle strutture, sulle regole e sul ruolo nefasto che giocano figure sempre più invadenti nel rapporto tra società e calciatori“, conclude Guarascio. (ANSA).

Fin qui Gargamella o chi per lui. Dicevamo che è veramente allucinante da parte sua sputare sentenze sulla “gestione” del calcio italiano. Gargamella piuttosto dovrebbe preoccuparsi di come ha “gestito” e purtroppo sta ancora gestendo il Cosenza Calcio. Senza entrare nel merito della sua ormai leggendaria “pezzenteria” (altrimenti servirebbe un libro) focalizziamo l’attenzione sui vivaio, che dovrebbe essere la risorsa naturale di ogni società calcistica.

Il settore giovanile del Cosenza Calcio neanche esiste perché il patron, in 11 anni di permanenza, non ha ritenuto opportuno investire denaro per tirare su un Centro sportivo che diventasse la “casa” non solo del vivaio ma di tutta la società. Avete mai visto una società seria senza un Centro sportivo dove far allenare i suoi ragazzi? Stefano Fiore ha cercato di convincerlo per due lunghi anni ma senza successo, così come tutti gli altri direttori sportivi che si sono succeduti. Il settore giovanile del Cosenza è lo zimbello di tutta la Calabria perché, al contrario di quelli di Crotone, Reggina e persino Catanzaro, i ragazzi del Cosenza sono costretti a girovagare raminghi e pellegrini per i campi delle scuole calcio della città e della provincia. Una dimostrazione squallida di egoismo che la tifoseria gli rinfaccia in maniera sacrosanta ogni volta che apre bocca. Eppure, Guarascio, dall’alto di non si capisce quale autorità, adesso pontifica sulla crisi del calcio italiano! Roba da non crederci. Siamo certissimi che questa “sparata” non è farina del suo sacco e allora ci sarebbe da far sapere al comunista col prosio degli altri che lo “consiglia” di spaccarsi una fresa e, se ci riesce, di spalmarci sopra del pomodoro e di strofinarsela in faccia… Povera Cusenza nostra!