Cosenza (e provincia), giornalai sul piede di guerra: l’appello ai giornalisti della carta stampata

Oggi è ancora invariata la difficile situazione dei giornalai in provincia di Cosenza.
L’ A.D.S. di Gargiulo Sonia & C. non ha preso in considerazione nessuna richiesta degli edicolanti. Tutte le lettere e le diffide mandate dal SI.NA.G.I. (il sindacato dei giornalai) sono state parole al vento. Ma i giornalai vanno avanti e continuano a denunciare ai media e sui social la grave situazione che si è venuta a creare.

Gli edicolanti hanno aperto una vertenza contro il distributore locale (l’A.D.S. di Gargiulo Sonia, appunto) che, senza alcuna garanzia ai dipendenti e senza garantire l’informazione agli utenti, ha deciso di chiudere l’attività. Ieri hanno protestato davanti alla Prefettura a Cosenza e sono stati ricevuti dal rappresentante del governo in città al quale hanno spiegato cosa sta succedendo.

Già ieri mattina i giornali sono stati distribuiti a macchia di leopardo senza tenere conto della normativa che regolamenta il servizio e senza un minimo di riguardo nei confronti dell’utenza. «Il diritto all’informazione – affermano dal Sinagi – è previsto dalla Costituzione, noi come sindacato e gli edicolanti non staremo a guardare».

Non solo: proprio ieri i giornalai hanno inviato un significativo messaggio-appello ai giornalisti della carta stampata, che poi sono direttamente interessati da quanto sta accadendo.

Ecco il testo integrale.

Carissimo giornalista, non so sei a conoscenza che il tuo lavoro viene boicottato dal MORENTE E STRAZIANTE colpo di coda di un Distributore di Zona che si è mostrato sempre avverso e padre padrone del mercato. Oggi 20/10/2018 l’intera Città di Rossano, tante edicole della provincia e tante di Cosenza sono rimaste sprovviste delle testate per cui tu scrivi. Noi Edicolanti protestiamo e ti invitiamo ad unirti a noi per una protesta unica utilizzando tutti i mezzi di diffusione. Uniamoci, giornalisti, edicolanti e sindacato (SI.NA.GI) e prepariamo articolo a più mani e più firme per protestare contro gli abusi e i soprusi subiti.