Cosenza. Giulio, la Signora Hilde e quella bambina che diventò pianista (di Franco Panno)

di Franco Panno 

Tante cose voleva dire quella sera Giulio. Ma non c’era tempo, lo aspettava un treno per Milano. Un saluto veloce e una raccomandazione: “Ragazzi, date un’occhiata a mia madre ogni tanto, saperla sola mi da il tormento…”. Assecondavamo Giulio tutte le volte che potevamo, passavamo a trovare a turno quella anziana donna dal garbo ineguagliabile. Suonava il piano, era un’ex insegnante di musica. Durante le nostre visite ci regalava un po’ di Liszt e Chopin.

Parlava della sua vita e della passione per il Teatro. Non parlava di Giulio, il dolore della sua assenza era muto. Giulio tornava per le feste, cercava di recuperare il tempo trascorso lontano, con mille iniziative. La Signora Hilde era felice. Il momento della partenza di suo figlio, quel ragazzo mite e gentile la faceva ripiombare nell’angoscia. Sfogava al piano la sua tristezza, noi ascoltavamo, per quanto le nostre scelte musicali erano di tutt’altro genere. Rideva la Signora Hilde, suonava e percepiva il nostro smarrimento, sottolineando con un “Scommetto che vi piace la musica che ama Giulio…”. Un’estate, di tanti anni fa, quella donna delicata e gentile, se ne andò. Giulio non fece in tempo a tornare per l’ultimo saluto. Qualche tempo dopo, sentimmo provenire da una casa, le note di un piano, care alla Signora Hilde, eravamo nella zona popolare del mio quartiere, dove poca era la familiarità con Chopin. A suonare era una ragazzina, figlia della donna delle pulizie della Signora, le aveva impartito lezioni di musica e lasciato il piano in eredità. Quella bambina riscattò la sua vita di stenti diventando negli anni una brava pianista.

Grazie di tutto Signora Hilde.
Rapsodia in blu, George Gershwin
Buona serata