Cosenza, gli “intellettuali” (?!?) sul carro del Sommo Sindaco-Architetto

Foto di gruppo con il Sommo Sindaco-Architetto

Il non senso del luogo, il valore del non luogo.

Negli ultimi anni è nata, a Cosenza, una pagina su Facebook che, con supponente magniloquenza, hanno voluto chiamare “Il senso del tempo, il valore di un luogo”, operando il maldestro tentativo di riecheggiare il titolo, non avendo capito nemmeno quello, di un bellissimo e importantissimo libro di Vito Teti: “Il senso dei luoghi”.

La pagina risulta essere del tutto esornativa, infarcita di luoghi (è il caso di dirlo) comuni, estetizzante e, persino, “estetistica” (con tutto il rispetto per i lavoratori del settore) e si è trasformata, dopo poco tempo, in una pagina apologetica del Sommo Sindaco-Architetto e delle sue innumerevoli e straordinariamente belle opere e dei suoi profondissimi e originalissimi pensieri.

Il dibattito più acceso e culturalmente più elevato nella pagina riguarda la pronuncia e la traslitterazione della parola che definisce la ciambella salata fritta. Culluriello o cuddruriaddru?

Per il resto è un florilegio di cartoline esornative della città vecchia e nuova, senza alcun commento e senza alcun tentativo di istituire confronti sulla trasformazione dei luoghi fra le epoche precedenti e quelle successive. Si sarebbe potuto fare, per esempio, con il Castello normanno-svevo verificandone e misurandone la trasfigurazione dopo il pesantissimo e orribile restauro compiuto dal Sommo Sindaco-Architetto, con il beneplacito del pavido progettista Dezzi Bardeschi che, pur di intascare la parcella ritardataria, ha incassato in silenzio lo stravolgimentodel suo progetto di restauro, molto diverso rispetto a quello portato a termine dal Sommo.

Ma niente, non c’è verso che una tale cosa accada perché il milieu culturale di questa pagina è quello degli storici di paese, degli studiosi locali che si gloriano e si vantano delle bellezze e della nobiltà della propria città senza alcun vero approfondimento della storia. La pagina “Il senso…”, partendo da queste premesse popolari e populistiche, è quasi inutile dirlo, ha avuto un grande successo al punto di arrivare a quasi 15.000 iscritti.

Nelle pagine si loda, sperticatamente, ogni opera del Sommo Sindaco-Architetto tanto che molti dei coordinatori medesimi cliccano, o hanno cliccato, mi piace sui post laudatori di qualsivoglia opera o pensiero promanata da Lui. La sensazione complessiva che se ne ricava, e l’espulsione di chi si è opposto a tali laudazioni non fa che confermarla, è quella di una pagina apologetica del Sommo, con molte foto del tutto esornative sulle bellezze della città, vecchie cartoline di come erano quegli stessi luoghi cinquanta o cento anni prima, dibattiti di altissimo livello culinario, ma nessuna vera discussione sulla città, sui suoi cambiamenti urbanistici imposti negli ultimi anni, sui restauri o sugli abbattimenti degli edifici del centro storico perlomeno discutibili, di questo ultimo quinquennio.

Niente sulla raccapricciante Piazza Fera, se non per una polemica sollevata da uno dei membri prontamente espulso, non un solo rilievo sul deturpante restauro del Castello e del suo vergognoso degradamento a lounge bar, non una parola critica per le tamarrissime e costosissime luminarie sparse per ogni dove e per ogni occasione, non una sola riflessione critica sulla ridicola e avvilente vicenda della ricerca del tesoro di Alarico (per fortuna fermata dall’appello degli studiosi e poi dal Ministero), non un’alzata di sopracciglio sulla trasformazione in griglieria e discoteca all’aperto del lungofiume.

Niente, solo grandi lodi al Sommo che ha approfittato della pagina per inoculare dosi sempre più massicce del suo “pensiero estetistico” nelle masse cosentine, mitridatizzandole fino al punto da far ingoiare ed assimilare loro qualsivoglia schifezza architettonica, storica ed estetica.

Sì, miei cari fondatori, ideologi e amministratori de “Il senso…” – Massimo Veltri, Stefano Vecchione, Demetrio Guzzardi, Vincenzo Scirchio, Silvio Cavalcanti, Antonio Favale, Lorenzo Coscarella, Carmelina Novello, Alfredo Salzano – siete corresponsabili dell’attecchimento, dello sviluppo e della vittoria del “pensiero estetistico” occhiutiano. Avete costruito e curato una pagina che, nel corso degli ultimi anni, è stata, oggettivamente (in senso marxista) funzionale alla raccolta ed al mantenimento del consenso da parte del Sommo.

Siete corresponsabili, insieme al Sommo, della perdita di senso del tempo e del valore di un luogo: l’antica capitale dei Brettii, Cosenza. Avete, al contrario, fatto passare l’idea che il tempo e i luoghi non abbiano né senso, né valore dal momento che, sia il tempo sia i luoghi, sono stati stravolti dal Sommo per mezzo di barbari “brand” mercenari o abbattendo palazzi e sfigurando i monumenti senza che abbiate alzato un dito, o la voce, per cercare di impedirlo.

Occhiuto e Paolo Palma

Del resto, non è, forse, vero che gli unici due membri istruiti del gruppo, Massimo Veltri e Paolo Palma, dopo aver scritto e curato un “Libro bianco” sul centro storico, si sono affrettati a portarlo in omaggio all’appena rieletto sindaco nel corso di una tragicomica visita a Palazzo dei Bruzi, il 21 settembre 2016?

Nelle foto del memorabile evento, è palpabile l’atteggiamento di sudditanza dei due summenzionati nei confronti del Sommo che, con tutta evidenza, se ne è allegramente infischiato dei, modesti, suggerimenti dei due e del loro inutile libro. I due, peraltro, avrebbero dovuto essere fra i più acerrimi avversari del Sommo, essendo stati, entrambi, ispiratori -e addirittura candidati-sindaci in pectore della sinistra radicale – della lista elettorale “Cosenza in Comune” e, invece, li troviamo, come spesso accade in questa città, a tessere alleanze trasversali e poco trasparenti con Occhiuto ritardando o impedendo, di fatto, la nascita di una vera opposizione a questa Amministrazione.