Cosenza, Gratteri costretto a fare il lavoro di Spagnuolo e (stavolta) siamo solo all’inizio

Minimizzare la portata delle accuse mosse da Gratteri nei confronti di conclamati corrotti, imbroglioni, truffatori, e ladri di stato, quali Oliverio, Occhiuto, e Adamo, questa volta non servirà a niente. Come a niente servirà la solita litania organizzata dalla consueta schiera di lecchini e di giornali pagati con soldi pubblici al servizio dei corrotti che descrivono un Occhiuto vittima di chissà quale complotto. Vestirsi da agnelli non cambierà il loro destino che da qui a poco li travolgerà definitivamente.

Non tutti hanno capito che a muovere le accuse contro Occhiuto non è stata la Dda di Catanzaro, ma la procura ordinaria di Catanzaro (sempre guidata da Gratteri) e chi conosce il funzionamento del nostro sistema giudiziario sa che tutto ciò è perlomeno inusuale.

Perché a perseguire i reati “ordinari” come quelli contestati ad Occhiuto, sarebbe stato compito della procura competente territorialmente, ovvero la procura di Cosenza, e non quella di Catanzaro.

E allora perché Gratteri lo ha fatto? Perché finalmente ha capito che la procura di Cosenza non ha nessuna intenzione di ripristinare quel minimo di legalità necessaria per il vivere civile che a Cosenza manca da tanto tempo, continuando ad offrire ad imbroglioni e delinquenti del calibro di Occhiuto e compari, tutta l’impunità di cui hanno bisogno. E così con il “trucchetto” di configurare la “nascita” del reato in quel di Catanzaro, e precisamente negli uffici regionali, Gratteri ha potuto finalmente mettere “piede” a Cosenza, tirando in ballo quel delinquente di Occhiuto, e superare gli ostacoli e le barricate innalzate da Spagnuolo a protezione degli amici degli amici.

Tutto questo servirà a Gratteri, e questa volte nei panni della Dda, per lanciare la tanto annunciata offensiva contro il malaffare a Cosenza. Come a dire: Spagnuolo ha chiuso tutte le porte, ma Gratteri è riuscito ad entrare dalla finestra. Avete capito adesso!
Infatti le accuse mosse ad Occhiuto sono solo il “preludio” di quello che deve ancora venire.

Non tutti sanno che durante l’ultima campagna elettorale a Cosenza, dopo la caduta di Occhiuto ad opera dei consiglieri di minoranza e qualcuno dell’allora maggioranza, la Dda di Catanzaro ha intercettato quasi tutti i consiglieri comunali, ascoltando le loro conversazioni per mesi, scoprendo che dietro l’accordo per far cadere Occhiuto non c’erano solo promesse di incarichi e nomine politiche, ma anche parecchio denaro.

Diversi consiglieri hanno preteso da Incarnato, che si era posto a mediatore per conto di Adamo per convincere i consiglieri a firmare la sfiducia ad Occhiuto, una sorta di “buona uscita” a risarcimento del mancato introito derivante dallo “stipendio” di consigliere che dopo la caduta del sindaco non sarebbe più finito nelle loro tasche. E così è stato: Incarnato si è subito rivolto ad Adamo, il quale ha avvisato il solito usuraio-bancomat, pseudo editore, che ha subito provveduto a far arrivare il denaro almeno a tre consiglieri. Così risulta dalle intercettazioni.

Ma non è la sola porcheria che gli investigatori hanno scoperto durante le intercettazioni: altri consiglieri invece si affannavano a chiedere a boss e gregari appoggio elettorale e servizi logistici per la campagna elettorale (palchi, attacchinaggio). Insomma una vera combriccola che in tante occasioni si è “macchiata di “voto di scambio”. Ed è questa la vera “operazione” che si abbatterà su Cosenza. Dove Occhiuto, Manna, Paolini, Greco e compari vari, sono i principali responsabili della commistione tra ‘ndrangheta e politica. Senza contare le chiamate in correità di almeno 7 pentiti.
Ecco, l’operazione di ieri è propedeutica alla realizzazione di una più vasta operazione su Cosenza, dove i lupi travestiti da agnelli saranno costretti a ritornare all’ovile.