Cosenza: i milioni sottobanco e il patto scellerato di Oliverio&Occhiuto sulla pelle dei cosentini (di Pasquale Rossi)

Una delle opere alle quali Mario Occhiuto è stato costretto a rinunciare dopo il suo addio a Palazzo dei Bruzi (e al netto di quelle che gli sono state già demolite e gli verranno demolite) è la realizzazione dell’orripilante cosiddetto “Museo di Alarico”, inserito all’interno dell’accordo di programma per la metropolitana leggera, che grazie a Dio non vedrà mai la luce.

Mario Occhiuto. per sottoscrivere l’”Accordo di Programma per la realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile attraverso opere strategiche e il collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e Università della Calabria” nonché per adottare ogni altro atto amministrativo di sua competenza per agevolare la realizzazione dello stesso progetto regionale, ACCETTAVA, quale utilità indebita, la promessa avanzata, in concorso tra loro, dal presidente della Giunta della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio per il tramite del dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici Luigi Zinno, di ottenere, da parte della Regione Calabria, i finanziamenti e le coperture amministrative per la realizzazione del Museo di Alarico, oggetto di gara d’appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza nell’ambito del più ampio intervento di “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico”.

In estrema sintesi: Occhiuto e Oliverio si erano messi d’accordo non, come sarebbe stato legittimo, politicamente, ma economicamente e con un sacco di soldi sottobanco, come vi spieghiamo – con fatti e non con chiacchiere – in questo articolo.

di Pasquale Rossi

Nel mese di settembre del 2018 abbiamo appreso dalla stampa di regime che il presidente Oliverio si era affrettato ad andare in soccorso dell’architetto Occhiuto con ben 500.000 euro, pronta cassa, per l’acquisto dell’ex Hotel Jolly, che sommati agli 800.000 euro del Comune, che forse saranno pagati in comode rate, fanno 1,3 milioni di euro e che sommati ai 3,3 milioni per demolirlo (vedi calcolo contenuto nel progetto approvato)fanno il TOTALE di 4,6 MILIONI SOLO PER ACQUISTARE E DEMOLIRE L’EX JOLLY.

QUANTI ALTRI MILIONI VANNO AGGIUNTI A QUESTI 4,6 PER COSTRUIRE IL MUSEO DEL NULLA-ALARICO?
Quanti milioni di euro ci sarebbe dovuto costare questo orrendo contenitore che non avrà alcun contenuto? Ci sarebbe costato, in totale, 7, 8, 10 milioni o, addirittura, di più? Per fortuna, ci siamo fermati solo a quei 4,6 milioni, che sono comunque un’enormità.
Mentre il Centro storico crolla pezzo per pezzo, il sindaco ha dilapidato milioni di euro per cercare di costruire una CASSA DA MORTO DORATA, mal scopiazzata da un edificio visto all’Expo di Shanghai del 2010, che non avrebbe avuto neanche un reperto attribuibile ad Alarico o ai Goti.

Perché Oliverio si rendeva complice di una tale assurdità culturale, urbanistica e finanziaria? A proposito di finanza, da quale capitolo di spesa della Regione Oliverio ha sottratto questi 500.000 euro, cash, da versare al cazzaro? Era questo il prezzo che Oliverio doveva pagare ad Occhiuto per fare la metro e, in futuro, l’ospedale, che ormai non si faranno più?

Oliverio ribatteva, non ufficialmente, che, essendo a conoscenza delle molte irregolarità autorizzative del progetto, il Museo del Nulla-Alarico non si sarebbe mai fatto e che regalandogli il finanziamento, cash, per l’acquisto dell’ex Hotel Jolly, Occhiuto non lo avrebbe più ricattato per la metro.
Il problema, in questo caso, era che Oliverio non teneva conto dell’ossessione che l’architetto-sindaco nutre per il barbaro invasore Alarico che gli ha ispirato tante gesta demolitorie nel Centro storico cosentino. Il sindaco, in preda alla sua ossessione compulsiva, infatti, ha compiuto il gesto sconsiderato di dare l’ordine di demolire l’ex Hotel Jolly subito dopo la firma dal notaio, infischiandosene delle prescrizioni avverse della Direzione Generale del Mibac e dell’allarme che i parlamentari 5stelle avevano ufficialmente dato ai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio affinché facciano rispettare le volontà del Ministero dei Beni culturali.
Come era facile prevedere, una volta demolito l’ex Jolly, Occhiuto ne ha invocato a gran voce, insieme al suo popolo di “descamisados-depilados”, la ricostruzione sotto forma di Museo del Nulla-Alarico. E meno male che Gratteri, con grandissimo ritardo, ma per fortuna ancora in tempo, è intervenuto per bloccare questa grandissima cagata, che – lo ribadiamo – non vedrà mai più la luce, seguendo lo stesso destino della metro.

Lo scenario caro al cazzaro poteva essere appena plausibile se la metro avesse avuto, insieme al Parco del benessere, il Parco acquatico, il Ponte di Calatrava, l’Ovovia eccetera, tutti i pareri positivi e le autorizzazioni da parte degli enti preposti alla tutela ed alla salvaguardia del Patrimonio culturale e paesaggistico, Regione Calabria compresa, ma nessuna di queste inutili, dannose, orrende e costosissime Grandi Opere ha uno straccio di autorizzazione.

Perché i due Mario, accomunati dal mancato rispetto delle leggi paesaggistiche e ambientali, si erano messi d’accordo per trasformare Cosenza in un delirio di architetture e infrastrutture inutili e tamarre che riescono ad incantare solo i piccolo borghesi “descamisados-depilados” che si entusiasmano per le luminarie, la festa del cioccolato (manco fossimo a Perugia o Torino), la caccia al tesoro ed il museo di Alarico, l’incongruo, inutile e costosissimo Ponte dei Vavusi, la tamarrissima movida notturna, lo sterminato spiazzo cementificato da usare per le adunate plebiscitarie e, se non li avesse fermati qualcuno, anche l’Ovovia (l’Ovovia!!!), il parco fluviale con le barchette ed altre amenità consimili?

Oggi è chiaro come il sole che si erano messi d’accordo non, com’era legittimo, politicamente, ma economicamente. Ma gli è andata malissimo. 

Il primo passo verso la verità è stato la mancata candidatura di entrambi i soggetti alle ultime Regionali del 2020. Poi uno si è riciclato candidando… il fratello e l’altro gli ha dato la spinta decisiva ricandidandosi a scoppio ritardato per evitare che De Magistris potesse creare problemi al fratellino ma più in generale a tutto il sistema di corruzione. Il resto della verità prima o poi verrà a galla, perché è evidente che sottobanco sono già passati fior di quattrini e questo non è davvero tollerabile, al di là di tutte le chiacchiere che andavano mettendo in giro i lecchini di Oliverio e di Occhiuto.