Cosenza, il dissesto di Occhiuto sulle spalle dei cittadini

L’estate scorsa i cosentini, tutti impegnati nella ricerca di un po’ di frescura, non hanno avuto il tempo di approfondire l’argomento “rilievi della Corte dei Conti” per meglio capire cosa sta per succedere al Comune di Cosenza, dopo il grave atto d’accusa dei giudici contabili all’amministrazione Occhiuto sull’allegra gestione dei denari pubblici.

Del resto, capire i movimenti di Occhiuto non è facile, 30 anni di bancarotte fraudolente lo hanno resto uno dei maggiori esperti in truffe e sole. Una cosa però è certa: così come ha fatto fallire ben 21 società a lui “intestate”, creando un debito pari a 28 milioni di euro, stessa sorte toccherà al Comune di Cosenza che di fatto è già fallito. Dove mette mano Occhiuto restano solo ‘mmualici e debiti. Su questo non ci piove. E vi spieghiamo il perché: la deliberazione n. 66/2019 la Corte dei Conti altro non è che il riconoscimento del dissesto finanziario del Comune di Cosenza.

Di fatto tutti i rilievi mossi dai giudici all’amministrazione Occhiuto sono talmente gravi – a cominciare da un uso spasmodico delle anticipazioni di cassa, passando per i suoi debiti personali caricati sulle casse comunali, per finire all’allegro e continuo sciacqua Rosa e viva Agnese perpetrato dal sindaco a favore degli amici degli amici e dei tanti creditori che ogni giorno bussano alla sua porta, attraverso l’uso generoso di incarchi, regalie e affidamenti diretti all’acqua di rose – che viene davvero difficile immaginare un esito diverso dal dissesto. Ormai si tratta solo di attendere poche ore: sulla base di questi gravi motivi, verrà accertato il mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano pluriennale di risanamento e saranno trasmessi gli atti al Prefetto. Il quale avrà il compito di diffidare il consiglio comunale ad assumere la delibera di accertamento del dissesto finanziario entro 20 giorni, pena lo scioglimento del Consiglio.

Il dissesto finanziario significa il blocco di ogni procedura di riscossione da parte dei suoi creditori. E non solo: una volta dichiarato il dissesto il Comune non può più contrarre nuovi mutui, e nell’arco di trenta giorni è obbligato a presentare un piano di “rientro” che consiste nella rimodulazione al massimo delle aliquote fiscali, l’aumento della tariffe per i rifiuti, nonché eliminare alcuni servizi e “ritoccare” pure le tariffe per i servizi a domanda individuale.

Una bella mazzata ai cosentini che hanno votato Occhiuto e non solo. Il sogno è finito e restano, come sempre, solo macerie e debiti da pagare. E questo grazie a chi lo ha sempre difeso, specie tutti quelli che erano a conoscenza della sua disastrosa situazione finanziaria, e che questa, come abbiamo scritto per anni, creava un conflitto di interessi grande quanto l’Australia. Che avrebbe utilizzato il denaro del Comune per coprire i suoi debiti personali non era solo una cosa chiara a tutti, ma anche un’azione necessaria alla sua sopravvivenza. Lo sanno tutti i cosentini, anche quelli che lo hanno votato, che Occhiuto è stato messo lì apposta per rubare dalla casse pubbliche e donare ai suoi creditori. E tutto il consiglio comunale glielo ha lasciato fare. Senza mai dire una parola, e ai cosentini resta il conto da pagare. Loro hanno mangiato, bevuto e spridato, e noi adesso dobbiamo pagare. Restiamo in attesa degli eventi che, così com’è successo ad Occhiuto in tutte le cose che ha fatto, non mancheranno anche questa volta di travolgerci. Del resto, come si dice: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Grazie Occhiuto, un imprenditore e un amministratore di successo!