Cosenza. Il nuovo assessore al Bilancio? Tutti dicono Cribari, il “colletto bianco” sicuro per tutte le stagioni

Torna a riunirsi domani martedì 17 ottobre, alle ore 15,30, nella sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, il consiglio comunale. Tra i punti principali all’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio di previsione 2023-2025, insieme al Documento unico di programmazione per lo stesso triennio.

Cosenza, come tutti sanno, è l’unica città in Italia, in Europa ma che dico… nel mondo che riesce a portare in Consiglio un bilancio di previsione e addirittura un Documento unico di programmazione per i prossimi anni senza che ci sia un assessore al Bilancio. Lo sanno tutti: il titolare della delega, tale Giordano, se n’è andato sbattendo la porta qualche settimana fa e non è stato sostituito anche perché ci vuole un certo “coraggio” ad assumersi l’onere di fare l’assessore al Bilancio in un comune completamente dissestato e con centinaia e centinaia di milioni di debiti.

Nicola Adamo, sempre e rigorosamente travestito da Franz Caruso, ha provato in tutti i modi a sdoganare di nuovo il fido Francesco Colistro, commercialista già proposto al Consiglio nella qualità di revisore dei conti e clamorosamente “bocciato” col voto di 8 (otto!) consiglieri di maggioranza insieme alla minoranza occhiutiana, che gli ha preferito Andrea Manna, commercialista vicino ai fratelli… in tutti i sensi. Ma la risposta della maggioranza è stata ancora una volta negativa. E a questo punto Nicola e la sua banda stanno per calare l’asso ovvero un nome e un cognome che nessuno si può permettere di criticare, forse neanche Bianca Rende, che in questo momento rappresenta l’unica forma vivente di opposizione alla malapolitica cosentina bipartisan.

Il nome di questo “colletto bianco” è come uno dei tanti segreti di Pulcinella della nostra città. Il prescelto è – rullo di tamburi… – nientepopodimenoche Francesco Cribari. Mica pizze e fichi.

Francesco Cribari è un nome tutt’altro che nuovo nella categoria “colletti bianchi” di Cosenza. E’ un commercialista molto introdotto negli ambienti che contano. Roma è la sua piazza e i rapporti con gli studi che contano fanno parte del suo “palmares”. Fa riferimento alla “cricca” di Andrea Urbani, gran boiardo della sanità, legato a doppio filo ai Cinghiali di Cosenza. Nella città dei Bruzi è stato chiamato dall’allora sindaco Eva Catizione a dirigere l’Amaco, poi confermato da Salvatore Perugini, per poi lasciare l’incarico nel 2013 quando Occhiuto il cazzaro avocò a se gli affari nominando l’architetto Mario Capalbo. Cribari sarebbe poi tornato ad avere un incarico di rilievo nel settore dei trasporti nel 2017 quando Mario Oliverio lo nominò commissario dell’Autorità Regionale dei Trasporti della Calabria. ART-CAL è l’ente di governo del bacino unico regionale per i servizi di trasporto pubblico locale… una definizione che vuol dire tutto e niente e altro non è che lo stratagemma per attirare milioni di fondi da elargire agli amici degli amici. 

Nei comunicati stampa dell’epoca di Cribari si dice che ha un’ampia esperienza professionale, in particolare anche nell’ambito del trasporto pubblico locale, essendo stato amministratore di diverse società di trasporti tra le quali anche l’Amaco di Cosenza. Ed è proprio in quel periodo che si mette a disposizione del gruppo iGreco, con una benpagata consulenza, per entrare nei meandri del Ministero dello Sviluppo Economico a rappresentare gli sporchi interessi della lobby di potere capeggiata dai fratelli Saverio, Giancarlo, Cataldo e Filomena Greco e acquisire alla spettacolare cifra di.. un euro addirittura il Gruppo Novelli. Ormai è storia e su di lui hanno indagato persino due procure, una seria, l’altra più corrotta di lui..  Era Francesco Cribari l’uomo del gruppo iGreco che si occupava di tessere la tela con i “colletti bianchi” del Mise, in primis Giampietro Castano e Alessandro Musaio, pedine molto importanti del cosiddetto “giglio tragico” renziano, che culminavano all’epoca nei ruoli ricoperti dal sottosegretario Teresa Bellanova e dal ministro Carlo Calenda. Una consulenza “benedetta”, dal momento che non solo iGreco hanno fatto tutti i loro porci comodi ma non sono neanche incappati per come dovevano nelle inchieste giudiziarie, tutte neutralizzate grazie ai poteri forti renziani, all’inerzia di Gratteri e al ruolo determinante del procuratore di Terni, il piccolo Gattopardo, al secolo Alberto Liguori, che continua a brandire il gatto a nove code verso chiunque provi a ficcare il naso in quelle vicende.

Ancora più recentemente, Francesco Cribari era tornato di nuovo alla ribalta perché nominato nella segreteria della sua collega commercialista romana Daniela Saitta, sodale storica di Musaio fin dai tempi del fallimento Eutelia, nominata commissario straordinario dell’Asp di Cosenza giusto in tempo per firmare l’ultima sfornata di centinaia di milioni alle cliniche private. Ma la Saitta, dopo aver preso uno scivolone incredibile perché pensava di poter assumere la… figlia, era stata dimissionata subito dopo aver apposto la firma a quello che doveva firmare e Cribari non aveva fatto in tempo a spianare la strada per altri favori ai suoi padrini iGreco. Per esempio, bloccare la restituzione di 4 milioni di euro incassati illecitamente. Insomma, un profilo per niente male, l’ideale per accoppiarsi con siffatta famiglia e l’ideale per ricoprire il ruolo di assessore al Bilancio nel Comune di Cosenza, il comune più indebitato d’Italia. Povera Cusenza nostra!