Cosenza, il sogno è realtà: da Pescara è tutto, a voi la linea

E’ passato un anno esatto: il 16 giugno 2018, a quest’ora, la Cosenza del pallone si metteva in viaggio per Pescara per non mancare ad un appuntamento imperdibile: il ritorno dei Lupi in Serie B dopo 15 lunghissimi anni per la finale playoff allo stadio “Adriatico” tra Cosenza e Soena. Dunque, per niente al mondo rinunceremmo a ricordare, sia pure per flash, l’indimenticabile giornata del 16 giugno di un anno fa. Proviamo a ricostruirla per la gioia di tutti. Seguiranno, tra oggi e domani, altri flash di quelle memorabili giornate.

ORE 7 – Vaglio Lise, preparativi per la partenza del treno speciale della politica. Dopo aver messo una pezza che è stata peggio che lasciare il buco, affermando che il treno sarebbe stato riservato a disabili, categorie protette e volontariato, si giunge al compromesso. Grazie alla mediazione del Centro Coordinamento Clubs e al lavoro incessante di Giuseppe Milicchio e Antonio Domma, vengono fatti salire sul treno 400 ultrà che hanno sempre seguito il Cosenza e si chiude la questione senza ulteriori danni.

ORE 8,39 – Svincolo autostrada: si profila una parte della carovana rossoblù, che conta almeno una ventina di pullman al seguito e una marea di minivan e auto private. Il corteo è imponente ma sono migliaia quelli che “sfuggono” al controllo della polizia. Del resto, tutti sanno che i cosentini non si sa mai quando arrivano e in che modo alla fatidica destinazione e questa carovana ieri era interminabile e disordinata, come nella nostra migliore tradizione. ORE 10,30 – Parte la carovana scortata dalla questura

ORE 12,30 – Metaponto, primo autogrill: è un’invasione rossoblù. Siamo in centinaia ed è ora di pranzo. Banchetti volanti in ogni angolo. Si segnala la pasta e patate ara tieddra dei ragazzi di Portapiana. Ma anche la soppressata dei pullman di Via Popilia c’è. L’entusiasmo dilaga, il clima è cordiale, ci si rivede tra ultrà dopo molti anni e c’è sincera condivisione.

ORE 15 – All’autogrill di Murge si ripetono le stesse scene e anche dove non ci fermiamo vediamo colori rossoblù dappertutto, per non parlare delle auto e dei minivan con bandiere e sciarpe attaccate ai finestrini o in bella vista.

0RE 18 – Siamo allo svincolo di Francavilla e non possiamo fare a meno di annotare che il servizio d’ordine predisposto dalla questura di Pescara è perfetto: la marea dei tifosi viene portata a destinazione allo stadio Adriatico a scaglioni, cento-centocinquanta mezzi per volta in maniera tale da evitare ingorghi e caos.

ORE 19 – Entriamo nello stadio e ci accorgiamo che il settore curva ospiti non è la stessa cosa del settore curva sud. Pazienza, siamo invitati comunque all’appuntamento con la storia e l’importante è esserci. In qualsiasi modo. Colpisce la partecipazione dei paesi della provincia. Ce ne sono decine e decine: Amantea, Luzzi, Roggiano, Morano, Cittadella, Campora San Giovanni, Francavilla (Marittima), Panettieri, Joggi, Santa Caterina, San Marco Argentano, Montalto, Gesuiti… ma solo per citare quelli che hanno esposto striscioni o stendardi.

ORE 20,30 – Siamo in diecimila: curva sud di 4mila posti stracolma, settore ospiti di circa 750 posti pieno come un uovo, Tribuna Maiella e Tribuna Adriatica altrettanto. I senesi alla fine sono 1.200, mille in curva nord e gli altri duecento in tribuna. Sugli spalti lo spettacolo è tutto nostro.ORE 20,45 – E’ l’ora della coreografia unica per l’evento: We can “B” heroes ovvero noi possiamo essere eroi con la “B” al posto di “be” (verbo essere). Tutto intorno drappi rossi e blu da sopra a sotto. L’adrenalina sale a mille. Pessima la coreografia senese con un patetico e gratuito: “Abbattiamoli”. La risposta -oltre alla coreografia – è una serie di “La vinciamo noi” da far venire i brividi…

ORE 21,25 – Segna Bruccini ed esplode la festa. Per dieci minuti, in pratica fino alla fine del primo tempo, i settori rossoblù intonano a ripetizione “Sembra impossibile”, “Che bello è”, “Chi non salta è giallorosso” e “Sì, la curva è tutto qui”. Lo stadio Adriatico è una bolgia, il traguardo sempre più vicino.ORE 21,48 – Tutino raddoppia sotto la curva sud, è il segnale definitivo. Sventolano decine di bandiere, vengono issati gli stendardi: Scene di panico, i Blues Brothers, E’ ora di cambiare rotta verso la Leotta e la fatidica banana Chiquita colpiscono l’occhio di chi guarda.ORE 22,13 – Il Siena accorcia le distanze ma la reazione del popolo rossoblù è impressionante. Dalla curva sud viene srotolato lo striscione “You’ll never walk alone” che aveva campeggiato in curva nord nella gara di ritorno col Sudtirol. Parte il coro all’inglese con relativa sciarpata. Da brividi. Poi tutti abbracciati e tutti saltellanti per il resto dei cori.

ORE 22,27 – Baclet chiude la partita, dilaga il coro del Mojito e il pensiero inevitabilmente va a Gigi Marulla e Denis Bergamini. La festa può cominciare. La squadra si scatena in tutti i modi nel rettangolo di gioco fino alla premiazione, il momento del trionfo celebrato con l’effetto-fumogeni della Lega Pro. Ora ce ne possiamo andare…

Da Pescara è tutto a voi la linea.