Cosenza, il sogno è realtà: grazie Mario

Nell’irripetibile capolavoro “Non ci resta che piangere (1984)”, dove per la prima e l’unica volta Troisi e Benigni recitano insieme, oltre a condividerne la regia, c’è qualcosa che mi ricorda il rapporto tra certi lecchini e il sindaco Occhiuto. Il film è entrato negli annali del cinema italiano al pari dei film del grande Totò o della grande commedia italiana, tant’è che in esso, a detta di tutti i critici del mondo, è contenuto uno degli omaggi più riusciti allo storico duo Totò e Peppino: la famosa dettatura della lettera di Totò a Peppino, a Milano.

In tanti hanno provato a replicare quella scena, ma nessuno c’è riuscito come Troisi e Benigni quando, nel film, per liberare Vitellozzo, decidono di scrivere una lettera a Savonarola. Benigni interpreta un maestro elementare, Saverio, e Troisi il bidello Mario.

I due, fermi con la macchina a un passaggio a livello bloccato, cercano una via d’uscita ma, sorpresi da un temporale, trovano riparo per la notte in una vecchia locanda. La mattina dopo, però, si svegliano in un’altra epoca, il 1492. E da qui parte una esilarante commedia dove i due, catapultati nel passato, ne combinano di tutti i colori. Ad un certo punto i due trovano ospitalità a casa di Vitellozzo, che vive con la mamma Parisina. Una famiglia nel mirino di “Savonarola”, tant’è che anche Vitellozzo viene arrestato.

Così Mario e Saverio decidono di dare una mano a Parisina nella gestione della macelleria. Ma Mario si invaghisce di una ragazza e passa le giornate a far saltare una palla, mentre tutto il lavoro ricade sulle spalle di Saverio. Ciononostante Parisina per ogni cosa ringrazia Mario. Saverio ha un’idea per liberare Vitellozzo, ma Parisina ringrazia Mario. Saverio lavora 10 ore al giorno in macelleria mentre Mario canta canzoni alla dama che corteggia, ma Parisina ringrazia Mario. Saverio si alza al mattino presto per aprire bottega mentre Mario si alza tardi, ma Parisina ringrazia Mario. Insomma Parisina ha solo occhi per Mario, anche se non fa niente dalla mattina alla sera, e non fa altro che dire: “grazie Mario”. Sempre e comunque. Anche se non c’entra niente. Anche se non ha nessun merito. Tutto quello che fa Saverio, per Parisina, è opera e merito di Mario.

Ecco, questa situazione mi ricorda un po’ il rapporto di sudditanza di certi lecchini nei confronti di Mario Occhiuto. Anche se non ha nessun merito nella promozione del Cosenza in serie B, anche se fino a ieri non gliene fregava niente del Cosenza Calcio, anche se non ha mai visto una partita in tutto il campionato, anche in questo caso non perdono occasione per dire: grazie Mario. Che dire: non c’è limite ara vrigogna.