Cosenza, la democrazia secondo Maximiliano Granata

Certo è che a Cosenza da un po’ di tempo a questa parte si è perso il senso da vrigogna.

Ci sono personaggi che definire squallidi è dire poco. E sono coloro i quali da sempre vivono in maniera parassitaria sulle spalle della gente, e che in vita loro non hanno mai fatto un solo giorno di lavoro onesto.

Tra questi spicca Maximiliano Granata, un mediocre la cui fortuna è dovuta al mestiere della moglie che esercita il ruolo di giudice nel tribunale più corrotto d’Italia, quello di Cosenza. Un individuo senza arte né parte che pretende ruoli apicali, a discapito di chi merita, e ben retribuiti solo perché la moglie fa il giudice.

Granata è un ignorante che non sa distinguere la congiunzione dal verbo e che non sa fare una O con un bicchiere. Ma nonostante ciò, c’è chi, per tenersi buona la moglie, gli affida presidenze di qua e di là. Se non fosse il marito della Marletta non avrebbe trovato un lavoro neanche come accalappiacani. Ma a Cosenza funziona così: se hai un parente in tribunale, come per il nipote di Spagnuolo, un posto al Comune di Cosenza lo trovi sicuro. Alla faccia del merito e delle pari opportunità per tutti.

Granata è stato interdetto per un anno dai pubblici uffici e sospeso dalle sue funzioni di presidente del Consorzio Valle Crati, nomina che arriva da Occhiuto che deve tenersi buona la moglie di Granata, perché indagato per voto di scambio e pretende di dare lezioni di morale, onestà e democrazia a tutti gli altri.

E dalle colonne del suo profilo, dove non se lo fila nessuno, lancia la sua mobilitazione contro chi, secondo lui, lo attacca gratuitamente: “… bisogna scendere in campo per difendere le istituzioni democratiche e per ristabilire la verità contro coloro che vogliono sovvertire le istituzioni e il sistema democratico”. Che saremmo noi.

Mi viene da chiedergli di quale sistema democratico parla. Di quello che gli assegna senza averne nessun diritto incarichi pubblici da 100mila euro all’anno, mentre tutti gli altri muoiono di fame? Lui usa il bene pubblico come se fosse suo, mandando pubblici operai di qua e di là a fare lavori privati nelle ville degli amici degli amici, in cambio di voti e falsificando il responso delle urne, e noi siamo i sovversivi.

E’ talmente democratico che pretende che a giudicarci sia la moglie, e parla di verità e di istituzioni.

Siamo veramente alla frutta, un personaggio del genere in uno stato civile e veramente democratico sarebbe già in galera da un pezzo. Ma siccome la moglie è giudice, lui può fare quello che vuole. Può rubare, imbrogliare, comprare voti, assegnarsi incarichi e prebende a piacere, testimoniare il falso, accusare ingiustamente innocenti, e nessuno, secondo lui, deve dire niente. Perché questi incarichi gli toccano per diritto divino. E nonostante le prove della sua colpevolezza, tutto è finito con una tirata di orecchie.

Granà ma na pocu i vrigogna a tiani? U sa chi ti dicu? Vati trova na fatica e mintati na maschera, ca di personaggi come te questa città non ha bisogno. A vigna è finita.

Se vuoi campare devi lavorare onestamente come fanno tutti. Se no statti ara casa ca tantu muglierta nu bellu stipendiu u tena e puoi tranquillamente continuare a fare il parassita come hai sempre fatto.

GdD