Cosenza, la malapianta della burocrazia: tutti gli intrallazzi di Ugo Dattis

Ugo Dattis

Ugo Dattis, uno dei dirigenti più potenti di Palazzo dei Bruzi, è felicemente in pensione ormai da quasi cinque anni. Classe 1950, è stato collocato a riposo per raggiunti limiti di età, a decorrere dal 1° dicembre 2016. La determinazione dirigenziale era stata citata con il titolo ma non c’era allegata alla comunicazione, alla faccia della trasparenza. Finanche l’ASP, quando ha collocato a riposo Tonino Gentile detto il Cinghiale, aveva indicato i termini economici del pensionamento. Ma a Palazzo dei Bruzi non riusciamo manco a sapere quanto prenderà di pensione il dirigente Dattis. Sarebbe stato bello, oggi che la Corte dei Conti l’ha condannato a risarcire il Comune di Cosenza per danno erariale, riferire ai cosentini quanti soldi questo signore ancora guadagna alla faccia e sulla pelle nostra.

Dattis è stato condannato insieme al suo grande amico Occhiuto e ai suoi altri compagnucci di merende Sconza e Gargano perché, pur sapendo che il cazzaro stava commettendo reati assumendo dirigenti esterni e consulenti in barba ad ogni legge, firmava di tutto e di più per compiacere il suo “capo” e per continuare a razziare denari con la sua squallida professione.

L’avvocato Ugo Dattis è sempre stato un uomo che ci ha saputo fare. In particolare, gli piace(va) accumulare cariche. Fino a qualche anno fa era comandante dei vigili urbani e nello stesso tempo dirigeva anche le Divisioni Bilancio e Tributi del Comune. Proprio per questo qualcuno lo aveva ribattezzato ironicamente “il dirigente uno e trino”. Ovvero colui che, essendo per natura incline alla firma e alla parola “sì”, veniva invitato ad apporre il suo riverito autografo dal sindaco Occhiuto un giorno sì e l’altro pure.

Dattis, d’altronde, rappresenta alla perfezione quello stato di cose che la buonanima di Giacomo Mancini definiva “la malapianta della burocrazia”. Lo stato burocratico mantiene, a spese esclusive dei cittadini utenti, una classe di specialisti che assume la direzione amministrativa della cosa pubblica, in un progressivo ed eccessivo differenziarsi di mansioni. Differenziarsi di mansioni e formazione della burocrazia sono in rapporto diretto.

Burocrati come Dattis, tanto per essere chiari, si beano della loro presunta poliedricità per diventare, a loro modo di pensare, indispensabili al governo di una città. Reclutata dalla classe di governo, la burocrazia a sua volta forma il nucleo più sensibile e forte di questa “malapianta”.

Nel mutare dei governi, proprio dei regimi rappresentativi, la burocrazia è il solo elemento di continuità. Nel succedersi delle incompetenze politiche, insomma, è un elemento tecnico prezioso. Ed è chiaro che gente come questo Dattis crede di essere una specie di ombelico del mondo.

In questi quasi cinque anni di vita di Iacchite’ ci siamo occupati di lui per svariate pratiche. A partire dalla caparbia con la quale ha difeso Giacomo Fuoco, il vigile urbano caposcorta del sindaco che andava a prostitute con l’auto blu del Comune. Per continuare con quella pratica della redazione delle “cartelle pazze” ovvero sbagliate per i poveri cosentini con la quale dopo aver mandato gli avvisi di pagamento, “spariva” per non dare la possibilità ai malcapitati di chiarire l’errore.

LA RAGIONERIA SENZA… RAGIONIERI

Ma il suo capolavoro è senz’altro quello della divisione di Ragioneria senza… ragionieri, con il quale ha fatto incassare 250mila euro alla ditta “Misura Mercato”, gestita dal braccio destro dell’ex vicesindaco Luciano Vigna.

Il dirigente Ugo Dattis, responsabile del Settore Bilancio e Ragioneria dichiara che questo settore è privo di personale e che serve aiuto per sbrigare la grande mole di lavoro che questo ufficio ha accumulato. In due parole: alla Ragioneria del Comune non ci sono ragionieri. Per cui bisogna esternalizzare il lavoro affidandolo a qualche azienda specializzata.

Dattis, sempre con i soldi dei caggi, e per far piacere a Occhiuto che gli ha chiesto di sistemare il braccio destro del vicesindaco Luciano Vigna, si inventa un bell’ affidamento diretto camuffato da gara per fornire all’amministrazione che si trova in emergenza in questo settore, secondo lui, “i servizi di formazione, assistenza e supporto alla struttura comunale del Settore Bilancio e Ragioneria finalizzato alla predisposizione degli atti nel percorso di armonizzazione dei sistemi contabili degli enti locali”.

Dattis deve armonizzare, sempre con i soldi dei caggi. Un affidamento diretto agli amici camuffato da gara perché la procedura pubblica di bando avviene sulla piattaforma MePA (Mercato elettronico della Pubblica amministrazione). Che altro non è che una piattaforma di market-place, ossia una piazza “telematica”, dove ogni giorno pubbliche amministrazioni e imprese s’incontrano per soddisfare le reciproche esigenze di compravendita.

Come funziona: Dattis indice la gara sulla piattaforma MePA, con tanto di capitolato, requisiti, e scadenza. Invita un po’ di aziende, magari di Trento, Bolzano, Aosta, Lampedusa, Sassari e qualcuna di Cosenza. Una volta pervenute le offerte, si nomina la commissione giudicante, di cui Dattis stesso è presidente, coadiuvato da altri due che nomina sempre lui. Sono loro che devono aggiudicare la gara, in base ad un punteggio, a chi ha tutte le carte apposto.

Sa cantanu e sa sonanu tra di loruNello specifico di questo bando per i servizi alla Ragioneria senza ragionieri, la somma che abbiamo speso negli anni di Occhiuto è stata di 60/70 mila euro all’anno, che abbiamo versato ad una società che deve calcolare l’IVA del comune (per dirla così).

Una cosa che può fare qualsiasi impiegato della Ragioneria. Ma Dattis ha deciso che ci vogliono dei ragionieri particolari. Così pubblica il bando ed invita (fate attenzione a questo passaggio) 174 società di contabilità. Dico 174. Ma a fornire offerta sono solo due società.

Pervenute le offerte, Dattis, che si è autonominato presidente della commissione, esclude subito l’ Euro Sistemi, perché non ha un requisito fondamentale: non ha lavorato negli ultimi 3 anni con pubbliche amministrazioni mentre la Misura Mercato srl, sì. Ed è proprio questa società (che è gestita dal braccio destro del vicesindaco Luciano Vigna, Gianluca Bilotta) a vincere la gara.

Tutto in regola e a norma di legge. Ma capite bene che è una truffa ai cittadini bella e buona. Perché in quegli uffici, dove Dattis sostiene che non ci sono ragionieri, c’è gente pagata che passa le giornate a non fare niente, non certo, in questo caso, per colpa sua.

All’oggi, questa società ha incassato dal Comune più di 250 mila euro. Ecco come si sperpera il denaro pubblico e si favoriscono gli amici. Ovviamente il tornaconto del dirigente Dattis, che si è prestato a fare il piacere a Occhiuto, sta nel fatto che quando arriverà la relazione del nucleo valutazione dirigenti, per lui ci sarà il massimo del premio: oltre 50 mila euro all’anno più lo stipendio da dirigente.

L’unica consolazione è che una parte di quel “malloppo” – circa 20 mila euro – dovrà restituirlo ai cosentini ma è una consolazione molto magra, visti tutti i soldi che ancora continua a intascare senza nessun merito.