Cosenza: la vergogna dei lavori a San Domenico, la ditta Mirabelli Gianfranco e la procura di Paola

Oggi vorremmo tornare ad evidenziare quanto del resto è sotto gli occhi di tutti i cittadini di Cosenza a riguardo dei tragicomici lavori di sistemazione della piazza antistante la Chiesa di San Domenico. Tanto più che questi lavori sono andati a finire un un’ordinanza di custodia cautelare della procura di Paola, che ha arrestato un dirigente del Comune di Cosenza.

Ma procediamo con ordine. Nei primi mesi dell’anno 2017 si è dato avvio ai lavori di sistemazione della piazza, lavori appaltati alla Ditta Mirabelli Gianfranco (uno storico cliente e creditore del sindaco cazzaro) come risultava dal tabellone lavori apposto all’inizio del cantiere e più precisamente alle spalle del cartello segnaletico della città ivi presente. Dopo neanche qualche mese dall’inizio dei lavori – che sono consistiti nella realizzazione di un muro in cemento armato di contenimento della strada – e l’abbassamento della quota a seguito di demolizione del marciapiede esistente e l’eliminazione della scarpata in terra laterale, ove sono presenti i grossi alberi di leccio, tutto si è fermato.

Innumerevoli ormai le segnalazioni agli uffici del Comune per la stagnante e vergognosa situazione dei lavori. Tanti cittadini hanno chiesto come mai si è proceduto con l’avvio di detti lavori per poi sospenderli poco tempo dopo, creando non poche difficoltà ai pedoni che sono costretti a transitare in detto tratto a stretto contatto con gli autoveicoli, con pericoli per la propria incolumità. Ebbene, a seguito di queste segnalazioni, si era appreso che la Giunta Comunale aveva approvato un progetto preliminare per la rimodulazione dei lavori di sistemazione e rifunzionalizzazone della Piazza Sagrato della Chiesa di San Domenico, per l’importo di 590 mila euro. Del quale però non si ha traccia, visto che i lavori sono praticamente fermi, anche se ogni tanto – in perfetto stile cazzaro – qualcuno fa finta di muovere qualcosa per dare l’impressione che non è tutto fermo.

Sulla base di questa notizia, suonava un tantino strana la vicenda che ha visto impegnata l’impresa di cui sopra nei lavori di realizzazione di un muro di contenimento, per poi avviare l’iter di approvazione del progetto, che dovrebbe riguardare la sistemazione della piazza.

Sarebbe stato allora più ragionevole predisporre e approvare il progetto esecutivo della piazza, per poi mandarlo regolarmente in gara e aggiudicarlo nel rispetto della normativa vigente per gli appalti pubblici, anziché avviare solo parzialmente e non si capisce con quale criterio, una piccola parte dei lavori che dovrà essere poi inclusa nel progetto totale della piazza, evitando di fatto che la cittadinanza vivesse per lungo tempo una situazione di disagio quale quello in atto.

Non sappiamo tuttavia se questa decisione da parte del Comune sia stata presa pensando a qualcosa altro che probabilmente ci sfugge, visto che con solerzia è stato rimosso ormai da tempo il cartello lavori che per legge doveva ancora permanere, essendo un’ opera pubblica; molto probabilmente hanno ritenuto più opportuno eliminarlo, forse per evitare che i cittadini di Cosenza potessero acquisire gli elementi utili per comprendere come si gestiscono i lavori qui da noi.

C’è un altro aspetto tragicomico da aggiungere a questa vicenda.

PROGETTAZIONE ESECUTIVA: PRIMA ROMPONO E POI AGGIUSTANO!!!

Il 7 dicembre dello scorso anno Occhiuto dà ordine ai suoi scagnozzi di affidare la progettazione definitiva ed esecutiva di San Domenico e lo fa, naturalmente, dopo che è stata distrutta! La circostanza è gravissima. Della serie, come diciamo a Cosenza: prima a rumpanu, dopu a conzano e pagamu sempri nua? Il fortunato vincitore è tale architetto Francesco Coscarella e la somma necessaria per le sue prestazioni professionali di che trattasi, è pari a € 19.284,93. Saranno legate a quest’altra patetica determina le operazioni che ogni tanto si vedono sulle rovine della chiesa di San Domenico? Speriamo che ci aiuti a capire qualcosa in più il magistrato che da qualche tempo si interessa di queste vicende. No, ovviamente non fa parte né del porto delle nebbie né tantomeno della banda del cazzaro dei magistrati, ovvero zio Nicola Gratteri.

L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI PAOLA

Ma non finisce qui: che c’entra la procura di Paola con gli intrallazzi di Occhiuto al Comune di Cosenza? Presto detto: circa un anno fa i militari della Guardia di Finanza dopo aver fatto visita al Comune di Fuscaldo in cerca di atti amministrativi eseguiti in maniera anomala riguardanti alcuni lavori pubblici, nell’ambito di una inchiesta della procura di Paola, si sono imbattuti in un funzionario del Comune di Cosenza, distaccato qualche giorno a settimana presso il Comune di Fuscaldo, Michele Fernandez, che intratteneva rapporti sospetti con alcune ditte, in quel momento impegnate in pubblici lavori. Tra queste anche alcune ditte che, guarda il caso, hanno eseguito lavori anche a Cosenza, la prima: Mirabelli Gianfranco di Rende, che ha eseguito i lavori di rifacimento di piazza Santa Teresa e il progetto Hortus Conclusus relativo al restauro del complesso monumentale di San Domenico (piazza Tommaso Campanella inclusa). Così sulla base di questo, il procuratore Bruni ha voluto vederci chiaro, inviando i finanzieri anche al Comune di Cosenza. E non è servito molto tempo per capire che l’intrallazzo ci covava. Che te lo dico a fare.

Secondo la procura di Paola l’imprenditore, attraverso la complicità del funzionario corrotto Michele Fernandez del Comune di Cosenza, percepiva dalla Regione Calabria somme relative al completamento dei lavori del complesso monumentale di San Domenico, senza che questo corrispondesse al vero. Un classico dell’intrallazzo al Comune di Cosenza: il funzionario produce le carte farlocche, l’imprenditore incassa e poi devolve. In questo caso il corrispettivo per Michele Fernandez era l’assunzione di una persona da lui segnalata presso l’azienda dell’imprenditore.

Sempre la ditta Mirabelli, secondo la procura di Paola, avrebbe approfittato anche delle carte farlocche del corrotto funzionario, in merito alla “fornitura” dell’arredo urbano di piazza Santa Teresa. In questo caso viene da dire: ma di quale arredo urbano parlano se a piazza Santa Teresa ci sono solo quattro panchine di cemento, il cui costo al massimo si aggira sui 200 euro? Eppure anche qui la ditta è riuscita ad intascare somme per materiale mai fornito. Potere della corruzione che al Comune di Cosenza trova la sua massima espressione. Sono secoli che scriviamo che senza i dipendenti disonesti, intrallazzi non se ne fanno. Giova ricordare che Michele Fernandez risulta già indagato dalla Manzini nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti spezzatino. Giusto per dire.

Ma andiamo avanti. Sempre lo stesso funzionario, Michele Fernandez, questa volta si adopera per favorire l’aggiudicazione della gara per “il miglioramento dell’efficienza energetica del Teatro Rendano” ad una ditta amica di Marano Principato, la Dsc già De Santo Costruzioni. E la procura di Paola, su questo insano rapporto, dice così: “… la Dsc, già De Santo Costruzioni, partecipava alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando con mezzi fraudolenti, collusione ed accordi consistiti nel far predisporre la lettera di invito alla procedura negoziata direttamente a  Michele Fernandez alla sua ditta, che risultava aggiudicataria dei lavori, al fine di condizionare le modalità di scelta del Comune di Cosenza in favore della ditta “amica”… turbando il procedimento amministrativo teso a stabilire il contenuto dell’invito”.

Allo stato l’inchiesta della procura di Paola è arrivata a compimento, ha interessato 14 persone che risultano indagate e sono state destinatarie proprio questa mattina di altrettante misure cautelari e coinvolge diversi Comuni: Fuscaldo, Cosenza, Rossano, Acquappesa, Rende, Marano Principato, Montalto.

Insomma tutti hanno capito come funziona al Comune di Cosenza, persino Spagnuolo e la Manzini (in questo caso, loro malgrado), tranne Gratteri che non si capisce quando parla di burocrazia più pericolosa della ‘ndrangheta a chi si riferisce. Non certo a Cosenza, dove secondo Gratteri è tutto a posto, e nel mentre arrivano da altre procure a scoprire il malaffare pubblico che è sotto gli occhi di tutti. Ora speriamo anche in un interessamento della procura di Sassari, o qualsivoglia altra procura, sulla masso/’ndrangheta a Cosenza. Che se aspettiamo Gratteri ni cci trovanu ridiannu!