Cosenza, la verità di Braglia: “Due anni fa Guarascio mi ha preparato il piatto con Occhiuzzi e i vecchietti dello spogliatoio”

Dopo giorni e giorni di silenzio, la palude del Cosenza Calcio in attesa delle decisioni di Sua Gargamellità, il patron Guarascio, si è finalmente agitata per un ormai celeberrimo messaggio vocale di Piero Braglia, ex allenatore del Cosenza, artefice della quinta storica promozione in Serie B, che chiarisce bene le idee sulle voci riguardanti un suo possibile ritorno a Cosenza.

L’audio gira freneticamente  su tutti gli smartphone della città. “Inoltrato più di 1000 volte” dce whazzap… Ma non solo a Cosenza, perché ormai con la globalizzazione la diffusione del messaggio del tecnico ha superato abbondantemente i confini della… realtà.
Eppure, i media – evidentemente intimoriti dalle possibili conseguenze o per autocensura dettata dall’atavico concetto della servitù volontaria – mantengono la regola del silenzio e non contribuiscono ad alimentare il chiacchiericcio.

Noi ci siamo decisi a pubblicarlo ma è necessario fare alcune premesse. Braglia non dice nulla che già non si sapesse e non denuncia nessun reato, tanto per essere chiari. Ci descrive il profilo patologico del patron, che ormai conosciamo a memoria, e conferma che Roberto Occhiuzzi sarebbe stato in prima linea insieme ad un giornalista locale e ai “senatori” dello spogliatoio, per “inchiappettarlo” e quindi esonerarlo nella stagione che culminò con una clamorosa salvezza conquistata all’ultima giornata grazie ad una prodigiosa rimonta finale: 7 vittorie nelle ultime 10 partite. Niente di trascendentale, insomma, ma comunque una tragica testimonianza di come viene gestito il calcio a Cosenza. Di seguito, la trascrizione dell’audio di Braglia.

Io sono fermo alla telefonata che poi ci siamo detti… che si doveva riparlare no? Io aspetto la sua telefonata… ma è chiaro che se non tira fuori i soldi, se non parla con i tifosi, se non ricuce le cose, se non fa una squadra importante a me non mi vede a Cosenza, questo è poco ma sicuro… Capito? Anche perché io non voglio certo farmi rinchiappettare come ha fatto due anni fa, dove mi ha preparato il piatto col signor Occhiuzzi, Leone e qualche vecchietto di lì dentro… Perciò… a me fa piacere che la gente si ricordi di me, che avrebbe piacere che io torni però se non ci sono le garanzie – e nemmeno so se mi richiama perché può essere stata una mossa così… -… O fa la squadra sul serio o a me non mi vede. Capito?”