Cosenza. L’artista che cercò fortuna alla Corrida e la differenza tra fama e fame (di Franco Panno)

di Franco Panno

Ogni tanto un signore sistemava il suo piccolo amplificatore, imbracciava la chitarra e dava inizio ad un mini-show di canzoni, per lo più brani di Claudio Villa, Morandi, Ranieri. Ne cantava anche uno suo, lo aveva presentato alla Corrida radiofonica senza successo. Finita l’esibizione, passava col piattino, qualcuno gli lanciava una moneta dal balcone. Era bravo, migliore di tanti che avevano avuto il loro momento di gloria.

Aveva puntato tutte le sue fiches nel programma radiofonico di Corrado, ma non andò bene. Cominciò una vita randagia, da vero artista, Ne ricordo lo sguardo malinconico e l’imbarazzo quando passava con il piattino per ricevere l’obolo di chi distrattamente aveva ascoltato la sua musica.
A me, bambino, dava tanta gioia. Quando si trattava di un artista non facevo differenza tra fama e fame. Negli anni a venire, incontrai le parole di Gino Paoli a proposito di Piero Ciampi: “Era il più artista di tutti noi…”. Artista, a qualsiasi costo, non c’è altro modo di esistere: “Se sei scortese ti rispondono in francese, se regali una moneta ti credono un poeta…”, mi viene in mente Leo Ferré. Ricordo ancora quel signore con la chitarra che sognava palcoscenici importanti. Si giocò tutto in un pomeriggio radiofonico. Ma per me bambino che salutava con gioia l’arrivo di un artista, non facevano differenza fama e fame.

I mendicanti, Leo Ferre’
Buongiorno