Cosenza. Lo scempio del verde urbano è servito, i garanti dell’ambiente cosa fanno?

Lo stato di abbandono in cui versa la città è, forse, ormai irreversibile. O meglio, servirebbero fondi, lavoro e soprattutto tanta buona volontà per migliorare le condizioni cittadine. I cosentini vivono in una sorta di torre di Babele 2.0, nella quale sono state azzerate tutte le regole del vivere civile, della buona educazione, del rispetto verso il bene pubblico. Mancano i controlli e ognuno fa quel che vuole. Anche prendersela con i giovani e fragili alberi di corso Mazzini, dove bande di ragazzini incontrollati di sera si accaniscono contro i fusti e indeboliscono le piante. Comportamenti che si mettono in atto tra genitori assenti o distratti.

Ci preme sottolineare che le aree verdi della città non ricevono le cure dovute, sono preda di vandali e di incivili che le sporcano con l’abbandono dei rifiuti e delle deiezioni dei cani. A ciò, purtroppo, non segue una puntuale e adeguata pulizia, con il risultato che invece di aree verdi abbiamo solo discariche, sia in centro città sia nelle zone più periferiche. Ma quello che ci indigna maggiormente sono le operazioni di facciata. Oggi è diventata una moda piantare alberi per mostrare una coscienza ambientalista, che in effetti hanno in pochi, e poi lasciarli al loro destino. Gli alberi sono esseri viventi e come tali vanno trattati, non basta piantarli, bisogna innaffiarli fin quando non raggiungono una certa altezza.

Scandalosa la vicenda dei lecci in vaso di Piazza Fera, seccati perché il comune non ha provveduto a incaricare chi di dovere a dare l’acqua necessaria. Ancor più scandaloso i selfie e le folkloristiche manifestazioni autoreferenziali che nelle scorse settimane hanno avuto luogo nella piazza al fine di salvare gli alberi. Manifestazioni che si sono rivelate desolanti teatrini di propaganda, visto che, dopo i cinque minuti dedicati ai selfie, i lecci sono stati relegati nel dimenticatoio. E ora mostrano il loro bel fogliame secco ai passanti.

Allo stesso modo, ci indigna vedere i numerosi alberi piantati dinanzi al Tribunale abbandonati alla calura estiva. Se i promotori di queste discutibili operazioni di piantumazione, una volta che sono apparsi sui media e sui social vicino agli alberelli appena piantati se ne infischiano già dal giorno dopo, è bene non piantare più nulla.

A questo punto, sarebbe necessario un intervento dei garanti del verde per salvare l’esistente e programmare il verde futuro. Invece, anch’essi sono assenti, scomparsi dalla scena cittadina dopo la loro nomina.

Cosenza sembra essere colpita dal virus del dolce far nulla, che colpisce coloro che per un motivo qualsiasi svolgono ruoli amministrativi, sociali e similari. Una volta ottenuta una poltrona, una sedia, uno sgabello, spariscono insieme ai progetti, ai buoni propositi, al senso civico.

Tra un po’ la città sarà più spopolata e molti si sentiranno in diritto di comportarsi barbaramente. Inoltre, si avvertiranno maggiormente gli effetti del solleone, che seccherà il verde rimasto e tutto sarà rimandato a settembre. Non osiamo immaginare cosa troveremo a settembre…

Comitato Alberi Verdi