Cosenza, l’occupazione di via Savoia e gli interessi di Occhiuto

Il silenzio del sindaco Occhiuto sulla vicenda di via Savoia è, per noi, più che eloquente. Occhiuto resta muto perché sa bene che sullo stabile occupato si giocano le sorti della sua amministrazione, nonché ogni possibilità per lui di porre in essere magheggi ed intrallazzi. E vi spieghiamo il perché.

Lo stabile occupato, di proprietà dell’Aterp, è l’ultimo ostacolo da superare per Occhiuto per poter dar inizio alle sue assurde opere, nello specifico: il famigerato Museo di Alarico. Già oggetto, insieme all’Ovovia, della recente pantomima tra Oliverio e Occhiuto. Opere utilizzate come merce di ricatto per l’assenso del Comune di Cosenza alla realizzazione della metro: o mi liberi i soldi per queste due opere, dice Occhiuto ad Oliverio, oppure non firmerò mai il via libera ai lavori della metro. E come tutti sappiamo questo accordo, come abbiamo sempre sostenuto, alla fine si è concluso. Ma purtroppo resta l’ultimo intoppo: il palazzo occupato di via Savoia.

Per poter dare il via all’inutile costruzione del Museo di Alarico, bisogna necessariamente spostare gli uffici dell’Aterp, attualmente situati all’interno dell’ex hotel Jolly, da qualche altra parte. E questa altra parte è lo stabile di via Savoia. Il progetto del Museo, infatti, prevede l’abbattimento parziale dell’ex hotel Jolly, ecco perché Occhiuto non apre bocca. Perché se non sgomberano lo stabile occupato, per posizionarci i nuovi uffici dell’Aterp, il cantiere per il Museo di Alarico non può partire. E i suoi intrallazzi restano fermi al palo.

Avevano studiato tutto per bene, Occhiuto, Spagnuolo e Conticchio, un bel blitz all’alba con sgombero annesso, ma l’aver divulgato la notizia di questa ignobile azione, ha fatto saltare i loro piani. Almeno per il momento. Ma la questione rimane.

Trovare un altro stabile per l’Aterp è complicato, anche perché lo stesso ente rivendica la legittimità e la proprietà della struttura occupata, e per questo ha presentato una denuncia alla procura. E quando prima, se non oggi, lo stabile occupato dovrà essere liberato. Gli interessi dei soliti speculatori sulla struttura di via Savoia sono alti, e non sarà certo una occupazione a fermare i loro appetiti. E non si arrenderanno neanche di fronte ai bisogni reali di 30 famiglie. Lo sgombero, purtroppo, è solo rimandato.

La “liberazione” dello stabile era la cosa migliore per Occhiuto che ora dovrà trovare altre soluzioni per le famiglie che vivono all’interno della struttura occupata, e fin quando non darà risposte concrete agli occupanti, il Museo di Alarico su sonna.

GdD