Cosenza, ma Bonafede lo sa che chi denuncia Occhiuto finisce indagato?

Come volevasi dimostrare: chi denuncia le malefatte di Occhiuto in procura passa “automaticamente” da querelante ad indagato, in men che non si dica. Non appena Morra ha annunciato di aver presentato un esposto sulla nota vicenda dell’acqua inquinata – con tanto di documenti (inoppugnabili) e certificati che attestano le responsabilità di questa amministrazione sulla mancata comunicazione ai cittadini della non potabilità dell’acqua – il cazzaro, che sa di essere in difetto, ha subito mobilitato la sua attiva paranza in Tribunale.

L’ordine del cazzaro ai suoi gregari in procura è perentorio: bloccare la denuncia di Morra, e così è stato. Allo stesso tempo attivare tutte le necessarie contromisure per procedere contro Morra, previa denuncia fittizia presentata da Occhiuto al suo migliore servo in procura ovvero Cozzolino. L’amico del cuore di Carmine Potestio. Il solito apparato che si muove a difesa dell’indifendibile: magistrati disposti a venir meno ai propri doveri pur di compiacere la paranza, anche se si tratta della salute dei cittadini.

E cosi, cestinato l’ennesimo esposto di Morra – di querele e esposti, Morra, in procura ne ha presentati 2.343.769, tutti senza risposta e tutti con lo stesso destino: insabbiati o archiviati. Cosa aspetta Morra, di fronte a tanta evidenza, ad informare il Ministro, proprio non si capisce –, la procura si è subita concentrata sull’esposto di Occhiuto. Quattro pubblici ministeri impiegati su questa importante indagine per dimostrare che l’esposto di Morra altro non è che un odioso reato: “procurato allarme”. Il senatore 5 Stelle si è inventato tutto e i certificati presentati nell’esposto sono falsi. Un pazzo che grida “al lupo al lupo” e che prova piacere ad allarmare la popolazione annunciando sciagure immaginarie.

Di indagare sulle responsabilità di Occhiuto, nonostante la schiacciante documentazione a suo carico, in procura nessuno ne ha voglia. Di capire perché non ha avvistato la popolazione del pericolo, non è cosa che interessa i magistrati che lavorano in procura a Cosenza. Meglio indagare su Morra per capire se dietro a questa sua denuncia c’è anche un mandante politico, qualcuno dei servizi segreti, o qualche galoppino massone, giusto per dare un tono da spy story all’inchiesta, e renderla più “appetibile” all’opinione pubblica.

È così che va in procura, e prova ne è il fatto che neanche di fronte ad un pericolo così serio per la popolazione, nessuno dei magistrati ha inteso richiamare alle sue responsabilità il sindaco. Hanno ignorato l’esposto di Morra volutamente e consapevolmente. A lui dicono che stanno indagando, ma in realtà il “fascicolo” giace sepolto nella scrivania. E Morra abbocca, non sapendo che il pedinato invece è lui.

Cosa serve di più al Ministro Bonafede per intervenire, è difficile da capire. A questo punto il dubbio sorge spontaneo: non è che c’è qualcuno – tipo vecchi marpioni “riqualificati”, esponenti del nuovo che avanza con scheletri negli armadi, e cose così – che si oppone alla richiesta di ispezione al Tribunale firmata dalla deputazione cosentina  5 Stelle, e nessuno lo dice? Altrimenti come spiegare questo insano silenzio del Ministro alle richieste di ispezione in procura a Cosenza, ufficializzate da esponenti di spicco del suo stesso partito. C’è qualcuno che blocca Bonadefe?

Basta guardare la mole di esposti presentati dai 5 Stelle, tutti insabbiati, per capire che Occhiuto è intoccabile per Spagnuolo. E quindi a Cosenza la Legge non è uguale per tutti. E questa è già una prova che più prova non si può. Che serve di più? Se ci sono ostacoli, ditelo, che ci organizziamo.