Cosenza, massoneria in lutto: è morto il Gran Maestro Ernesto d’Ippolito

Ernesto d'Ippolito

La massoneria cosentina è in lutto per la morte dell’avvocato Ernesto d’Ippolito, che non ha mai fatto mistero della sua appartenenza all’Istituzione ed è stato uno dei massimi rappresentanti in città del GOI (Grande Oriente d’Italia). D’Ippolito ha lasciato comunque una grande traccia soprattutto nel panorama culturale cosentino e anche nel mondo politico.

Non c’è dubbio che il numero uno della massoneria calabrese dell’era moderna sia stato Ettore Loizzo (scomparso nel 2011) e non solo perché dopo la scissione nel 1993 è stato nominato reggente del GOI ma anche perché il suo nome figura addirittura nell’elenco della famigerata Cosa Nuova ovvero la sintesi dell’incontro della mafia con la ‘ndrangheta. E anche in questo caso non è un mistero che Loizzo sia stato il referente della massoneria con la ‘ndrangheta ai tempi del rapimento di Paul Getty per conto del PCI, di cui era dirigente a Cosenza.

Nel 1992, all’epoca dell’inchiesta della procura di Palmi sulla massoneria deviata, nello studio di Ettore Loizzo i carabinieri hanno trovato carte e documenti relativi al processo su mafia, droga e politica da cui è scaturita la famosa maxi-inchiesta sulla massoneria deviata. Nell’ inchiesta sulle cosche di Rosarno era coinvolto anche Licio Gelli. E in Calabria c’ era qualche massone che si era adoperato per far riammettere l’ ex capo della P2 nella massoneria. Una “trattativa” che si sarebbe conclusa nel 1991 con un accordo mai trovato dai magistrati di Palmi.

E visto che parliamo di Gelli, ricordiamo doverosamente che il suo difensore in questo processo massonico era un altro massone cosentino, l’avvocato penalista Ernesto d’Ippolito.

33° grado del RSAA di Palazzo Giustiniani, Presidente Emerito degli Ordini Forensi della Calabria e (dal 2003) Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI) . Nominato nel 1998 Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, Ernesto D’Ippolito è stato anche segretario regionale del Partito Liberale e per 18 anni consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi.

Ecco l’accorato ricordo di Sergio Tursi Prato.

La dipartita dell’Avvocato e fratello Ernesto d’Ippolito, Gran Maestro Onorario del G.O.I., lascia un vuoto incolmabile per il suo spessore professionale,culturale ed umano nel mondo forense e della Libera Muratoria del Grande Oriente d’Italia. Con lui ho partecipato a decine di convegni, intervistandolo più volte ed è stato uno strenuo difensore, sempre alla luce del sole, della salvaguardia del trinomio valoriale libertà, fratellanza e uguaglianza.

Impegnato anche nel Rotary e nel sociale, stimato ed apprezzato Presidente dell’Accademia Cosentina, con la sua abile e forbita oratoria riusciva sempre a creare una formativa attenzione tra coloro che avevano il piacere di ascoltarlo e seguirlo.

Tra le soddisfazioni più belle che riguardano la stima e la considerazione che nutriva nei miei confronti, voglio ricordare quello che disse al nostro Gran Maestro Stefano Bisi, in occasione di un convegno che si è tenuto tempo fa all’Università degli Studi della Calabria sui valori del libero pensiero, alla presenza del mondo accademico e di oltre 400 studenti. “Sergio Tursi Prato caro Gran Maestro è riuscito a fare quello che io ho tentato più volte di realizzare in tanti anni di impegno massonico. Portare Ordine e Rito Scozzese Antico ed Accettato all’Università degli Studi della Calabria”.

Queste parole rimarranno per sempre scolpite nel mio cuore.Riposa in pace grande ed illuminato guerriero di luce, forza e saggezza.