Cosenza non si lega, cronaca di un pomeriggio di grande passione politica

Erano in pochi ad aspettarsi una partecipazione così massiccia, colorata e chiassosa al corteo contro Salvini ieri a Cosenza. C’era sì la consapevolezza dell’assoluto bisogno di una contestazione di massa per dimostrare che Cosenza è ancora una città aperta, accogliente e antifascista ma anche la convinzione che, con otto anni di Occhiuto sul groppone, la sinistra ha fatto troppi passi indietro. Con tanto di ambiguità diffuse non solo per quei partiti che stanno in Consiglio e fanno da stampella al cazzaro ma anche per altri vasti strati dello schieramento antagonista.

Il tam tam dei manifestanti parte addirittura dalle 15 quando gli antagonisti si impadroniscono di Piazza dei Bruzi nonostante sia “zona rossa” e le forze dell’ordine, intelligentemente, lasciano fare, intuendo che non potranno mai frenare la portata della manifestazione. Certo, l’annuncio del divieto della manifestazione ha tenuto lontana altra gente ma il colpo d’occhio che si presenta alle 17 è magnifico. 

Piazza dei Bruzi è già piena di manifestanti: il raduno organizzato dal gruppo Facebook Stutamu Salvini ma in sostanza dal Centro Sociale Rialzo e Prendocasa, che lo hanno animato, espone cartelloni, striscioni, volantini che hanno tutti lo stesso ritornello: al grido “Cosenza non si lega”, viene diffusa la contrarietà al clima d’odio diffuso dal leader della Lega. In piazza ci sono diverse generazioni di cosentini: tante teste canute ed “esperienza” ovvero ultrasessantenni e persino qualche “settantino”, tanti ex giovani ormai cinquantenni o quarantenni ma anche una base di ragazzi “nuovi” che si danno da fare, si alternano al microfono e accendono la contestazione. Le anime della sinistra cosentina ci sono tutte e si mescolano allegramente e confusamente ai migranti, agli “italiani” che stanno con loro nelle occupazioni, alle signore di mezza età che sfoderano grandi cartelli e striscioni. Una bella festa di sinistra e di popolo, e alle 17,30 quando prende il microfono Claudio Dionesalvi per scandire i tempi del corteo c’è già la sensazione che i manifestanti sono abbondantemente oltre il migliaio. 

Dionesalvi comunica dal microfono che alle 18 i manifestanti si sposteranno verso il Teatro Morelli, dove si terrà il comizio di Salvini. “Non andremo al di là del ponte, però, perché non vogliamo cercare lo scontro con le forze dell’ordine. Cosenza non si piega all’odio diffuso dal leader della Lega”. Un boato accompagna le sue parole urlate al cielo di Piazza dei Bruzi e ci si prepara a sfilare tutti insieme come non accadeva da molti, troppi anni.

Alle 17.35 dalla piazza parte un applauso e un grido di gioia. Dal microfono viene annunciato che Matteo Salvini ha disdetto l’apertura della sede provinciale delle Lega, prevista per le 18 nella vicinissima piazza 11 Settembre. Per i  manifestanti è un “primo risultato di questa città che non lo vuole”. Alle 18,15 quando il corteo è partito da qualche minuto e si avvia verso la Villa Nuova e la Riforma piegando poi a sinistra per raggiungere trasversalmente Largo Busento, dal furgoncino degli organizzatori arriva l’atteso annuncio: “Siamo più di tremila!!!”. La circostanza rallegra la gente, che si lascia giustamente andare alla contestazione colorita contro il Cazzaro Verde all’indirizzo del quale vengono cantati cori e slogan come allo stadio. Si alza anche la fatidica “Bella Ciao” e i volti dei manifestanti sono quasi increduli per il risultato che è stato raggiunto. Salvini dice che sono figli di papà ma ragazzi come Ferdinando, Stefano, Simone, Giuseppe e tutti gli altri non sono certo figli del benessere e semmai i parassiti e i mantenuti del sistema sono tutti nella galleria e nella platea del Morelli al seguito del razzista o a farsi i selfie con lui davanti al teatro. Scene ridicole e patetiche che danno l’esatta misura della deriva salviniana del Paese. Alle 19 i manifestanti arrivano nei pressi del Teatro Morelli, sul cosiddetto Largo Busento. Ad aspettarli la polizia in tenuta anti sommossa. Cori, striscioni, gli oltre 3000 anti salviniani hanno animato le vie di Cosenza in maniera perfetta. Tutti uniti dal no alle politiche dell’ex ministro dell’Interno. Tutti uniti dalla convinzione che l’unico pericolo per il Paese sia il leader della Lega e non certo i migranti.

Sono le 19,45 quando i manifestanti sono ritornati in Piazza dei Bruzi, da dove alle 18 il corteo ha iniziato la sua marcia. Non ci sono stati momenti di tensione. E la calma mantenuta durante il percorso viene rivendicata dagli organizzatori: “E’ la dimostrazione che volevamo solo manifestare in modo pacifico perché a noi interessa solo dimostrare come Cosenza non si piega alle politiche fasciste e a chi distrugge la dignità dei più deboli”.