Cosenza, operazione Acque torbide: beviamo acqua inquinata da un anno

di Francesca Canino (https://francescacanino.blogspot.com/2)

Da circa un anno, la qualità dell’acqua dei rubinetti e quella di diverse fontane pubbliche di Cosenza non è conforme agli standard di qualità fissati dal D. Lgs. 31/01. Equivale a dire che i referti analitici dei laboratori ARPACal – Cosenza hanno evidenziato, in seguito ad accurati esami microbiologici, la presenza nell’acqua ‘potabile’ di Coliformi, Escherichia coli, Enterococchi. A rendere noto il problema e a divulgare i relativi dati provenienti dall’Asp e dall’ARPACal è stato il senatore Nicola Morra, il quale, nel corso di una conferenza stampa organizzata oggi pomeriggio a piazza XI Settembre, ha spiegato che nel 2018 l’ARPACal, effettuando le analisi di routine sull’acqua cosentina destinata al consumo umano – in particolare sui fontanini che rappresentano il termometro del quartiere in cui sono situati – per ben 14 volte ha rilevato la non conformità ai parametri indicatori, a causa della presenza dei suddetti batteri.

L’ARPACal ha puntualmente riferito i dati all’Azienda sanitaria provinciale (ASP), che a sua volta ha informato il sindaco di Cosenza, precisando che “A tutela della salute pubblica, la S. V. vorrà disporre, nelle more dell’attivazione delle procedure di sanificazione, l’utilizzo per soli scopi igienici delle acque”. Ma l’ordinanza che avrebbe dovuto vietare il consumo umano dell’acqua in città pare non sia stata mai emessa, infatti, essa non è mai pervenuta all’ASP, come da quest’ultima richiesto. Inoltre, in conferenza, il senatore Morra ha più volte ribadito che, insieme ai suoi collaboratori, ha cercato, sull’albo pretorio del comune bruzio, l’ordinanza sindacale che sarebbe dovuta seguire alle lettere dell’ASP, senza, però, trovarne traccia. Per questo motivo, Morra ha presentato un esposto in Procura.

A Cosenza l’acqua è sempre un problema: tra acquedotti vetusti, reti idriche colabrodo, manovre errate, sprechi, siccità, rimpalli di responsabilità tra la Sorical e l’amministrazione comunale, il cittadino è sempre alle prese con la ‘grande sete cosentina’. Ora è la volta dei batteri, pericolosi per la salute dei cosentini, ma ignorati da chi la salute pubblica deve tutelare.