Cosenza, playout e razzismo: ma come fanno i calabresi a votare Lega? Il silenzio di Golletti e Bruno

Oltre al risultato calcistico che ha visto la salvezza del Cosenza, i playout contro il Vicenza hanno messo in luce un “dato” che con lo sport non ha nulla a che fare e che tutti credevano sparito, o quantomeno sopito: il razzismo di “certo” nord contro i meridionali. I due episodi che hanno caratterizzato negativamente le partite tra Cosenza e Vicenza – lo scemo razzista che urla ai cosentini in trasferta “scimmie, scimmie”, e le giornalista che replica al genuino entusiasmo di un bambino di 6 anni che al microfono dice “Lupi si nasce”, con una frase orribile: “tanto pure tu verrai in Pianura a cercare lavoro” – hanno fatto capire ai cosentini, ma in generale a tutti i calabresi, che il disprezzo leghista per i meridionali è vivo e vegeto. Altro che Lega partito nazionale! Per la Lega di Salvini, Golletti e Bruno siamo e saremo sempre dei terroni.

Quello che abbiamo capito da questa triste vicenda, è che esistono ancora tantissimi militanti e dirigenti leghisti che di rinunciare all’odio verso i meridionali non ne vogliono proprio sapere. E questo perché tale orribile pensiero, è oramai radicato nella cultura politica leghista (la Lega nasce come partito contro il Meridione) che i vari Salvini tendono a nascondere per non perdere i voti del sud. Chiaro è che non tutti i vicentini sono leghisti e razzisti, ma è altrettanto vero che la Lega resta il partito il cui slogan principale per tutti i suoi militanti, per lo più radicati nel profondo nord, è sempre lo stesso: “prima il nord”. Oggi camuffato da Salvini e compari con “prima gli italiani”, ma la verità, come tutti abbiamo capito, sta nelle parole di disprezzo pronunciate dai due squallidi personaggi nell’occasione delle partite Cosenza/Vicenza e Vicenza/Cosenza, che interpretano un “sentimento” anti-meridionale, ancora largamente diffuso, ahinoi, nella Lega.

La domanda che sorge spontanea è sempre la stessa: alla luce di tutto questo, come fanno i calabresi a votare Lega? Questo resta per noi uno dei grandi misteri dell’umanità, destinato a rimanere tale. E infatti dopo le squallide offese rivolte ai cosentini da incalliti leghisti del nord, gli unici a non dire niente sono stati proprio i leghisti cosentini, a cominciare dai coordinatori Golletti e Bruno. Due personaggi che non hanno bisogni di presentazioni: un fascista pentito ma sempre attivo nel pregiudizio razziale, e un figlio di papà che gestisce un pacchetto di voti che mette a disposizione di questo o quel partito a seconda delle proprie convenienze. Il loro silenzio in merito a questa vicenda finita su tutti i media nazionali, la dice lunga sulla reali intenzioni della Lega al sud, e qual è il loro vero obiettivo: arraffare il più possibile, con l’inganno e la menzogna, voti dai terroni. E Golletti e Bruno questo devono fare. Delle offese razziste indirizzate ai terroni cosentini, non gliene frega niente. Preferiscono l’omertoso silenzio, perché nel loro caso vengono “prima gli affari”. Che è lo slogan principale dei leghisti terroni. E gli affari, si sa, non hanno “colore”.