Cosenza, sanità. Usb: “La storiella della legalità del M5s comincia a traballare”

E’ facile dire ora che era tutto sbagliato. Noi l’abbiamo sostenuto sin dal principio che il decreto Calabria, sbandierato dai 5 stelle come la ricetta che avrebbe risollevato le sorti della sanità calabrese, in realtà l’ha ulteriormente affossata.

In queste ore l’On. Sapia del M5S sta rilasciando dichiarazioni che delegittimano definitivamente l’operato del governo e della sua ex Ministra Grillo in tema di sanità in Calabria, fino al punto di chiedere la testa del Commissario Cotticelli, del sub-commissario Maria Crocco e di tutti i reggenti nominati da un elenco compilato nelle segrete stanze dei palazzi romani.

Ci vuole una bella faccia tosta per dire che tutto quello che è stato fatto e deciso nei mesi successivi all’approvazione del Decreto Calabria sia diventato improvvisamente carta straccia. Onorevole Sapia, i calabresi stanno pagando sulla propria pelle l’inerzia della vostra azione di governo (precedente e attuale). Avete illuso per mesi un’intera comunità affermando che tutto sarebbe cambiato mentre in realtà avete solo drammaticamente complicato una situazione già complicata di per sé.

È tutto bloccato: assunzioni, acquisti, programmazione. Manca il personale, non si possono fare assunzioni e contemporaneamente anziché stabilizzare le migliaia di precari che operano nelle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (come medici e infermieri) vi permettete pure il lusso di sbattere 1.200 lavoratori in mezzo ad una strada tra un mese.

Mancano persino i soldi per pagare la benzina delle ambulanze. Fate prima a dichiarare fallimento e ad imporci con decreto legge di curarci da Roma in su

Forte della sua posizione in questi mesi Lei si è adoperato unicamente per influenzare, come da migliore tradizione di quella politica che lei stesso dice di voler cambiare, gli organi istituzionali (commissari, sub-commissari e reggenti), imponendo le sue indicazioni e quelle della sua collega Nesci. Questa ingerenza quotidiana negli uffici regionali non è passata inosservata se è vero come è vero che la stessa sub-commissaria Maria Crocco ad un certo punto pare abbia deciso di allontanare lei e la sua collega dal proprio ufficio.

A questo punto anche la storiella della legalità incomincia a traballare.

A tal proposito farebbe bene a non farsi immortalare con personaggi che provengono proprio da quel sistema di clientele di cui gli stessi hanno ampiamente usufruito in passato.

Che dire poi del concorso annullato dall’Asp di Cosenza per tecnici autisti a favore dello scorrimento della graduatoria di Crotone. Tra i suoi maggiori sostenitori si annovera un autista presente all’ultimo posto nella graduatoria di Crotone….strana coincidenza.

Come vede, si può cambiare anche l’abito da giallo-verde a giallo-salmone ma il sistema rimane lo stesso. Necessiteranno mesi se non anni per porre rimedio al fallimento e allo sfasciume prodotto dal Decreto Calabria e nel frattempo a pagare saremo sempre e solo noi calabresi, nelle vesti di utenti e lavoratori.

Quello che è un diritto riconosciuto rischia di diventare l’ennesimo fardello che porrà la nostra Regione all’ultimo posto per aspettativa di vita con buona pace sua e del suo governo.

Da parte nostra continuiamo a sostenere che la sanità non possa essere amministrata con logiche e criteri aziendali. Piani di rientro, commissariamenti e decreti ad hoc si sono dimostrati fallimentari e hanno solo peggiorato una condizione già fragile. Rivendichiamo una politica di ri-pubblicizzazione dei servizi privatizzati con conseguente internalizzazione dei lavoratori in forza presso strutture private un piano strutturale di stabilizzazione dei precari e di nuove assunzioni.

USB Federazione del Sociale – Cosenza