Cosenza, scandalo del Cinghiale: il porto delle nebbie assolve Umberto De Rose

Cosenza – E’ stato assolto con la formula “il fatto non sussiste”, Umberto De Rose, titolare dello stabilimento tipografico “De Rose” a Montalto Uffugo, l’unico imputato nel processo denominato “Oragate”. De Rose era accusato di tentata violenza privata nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata uscita del quotidiano ‘L’Ora della Calabria’, fatto avvenuto il 19 febbraio del 2014. Secondo l’accusa, la pubblicazione del giornale sarebbe stata bloccata per evitare che venisse resa nota la notizia di un’indagine a carico di Andrea Gentile, figlio dell’allora sottosegretario Antonio Gentile.

La vicenda ebbe una grande eco mediatica perché il direttore del quotidiano “L’Ora della Calabria” Luciano Regolo diffuse la registrazione della telefonata tra l’editore del giornale, Alfredo Citrigno, e lo stampatore De Rose, il quale a un certo punto esplose nel leggendario “Accuartu aru cinghiale quann’è ferito…” per indurre il suo interlocutore a desistere dal pubblicare la notizia. Da allora, per tutti, Tonino Gentile è semplicemente il Cinghiale.

Umberto De Rose

Il giudice monocratico Manuela Gallo ha letto, nell’udienza di ieri, il dispositivo della sentenza di assoluzione dello stampatore De Rose. In perfetto stile porto delle nebbie. Non conosciamo le motivazioni dell’assoluzione ma le attendiamo con ansia perché vorremmo davvero capire com’è stato possibile dimostrare che quella notte la rotativa dello stabilimento non “funzionasse”.