Cosenza, tagli alle scuole. Usb: “Regione e Provincia al servizio dei presidi che contano”

COMUNICATO STAMPA USB SCUOLA

La Regione Calabria ha fissato la data di approvazione del Dimensionamento Scolastico e dell’Offerta Formativa regionale, inizialmente prevista per fine novembre, a metà dicembre.
Ci auguriamo che sia un modo anche per mettere mano, muovendo ulteriori rilievi ed apportando le necessarie modifiche, a quella che è stata la delibera della Provincia di Cosenza in merito al Piano di riorganizzazione dell’assetto delle Istituzioni scolastiche.
Ribadiamo come la Legge di Bilancio 2023 imponga l’adozione di pessimi parametri sul dimensionamento scolastico ai fini del riconoscimento delle autonomie e che dietro il presunto miglioramento dell’efficienza amministrativa e di una più corretta gestione delle Istituzioni scolastiche si celi una politica di mero risparmio, con le medesime logiche e le stesse pratiche tagli alle risorse per l’Istruzione dei Governi che lo hanno preceduto, di destra o di centrosinistra in maniera indifferente. Ciò determinerà inevitabilmente una conseguente riduzione del personale e dei suoi diritti così come del diritto allo studio di qualità per tutte e per tutti.
Purtroppo quanto deliberato dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio di Stato esprimono un indirizzo giurisprudenziale che rende oramai impraticabile proseguire in quel tipo di opposizione.

Detto questo, occorre con forza a nostro avviso denunciare l’inadeguatezza della Proposta della Provincia di Cosenza. Questa appare casuale, frutto di improvvisazione e approssimazione, senza il necessario ascolto verso gran parte delle Scuole e delle Amministrazioni Comunali, priva di ogni progettualità didattica e visione complessiva sia dei bisogni formativi che delle possibilità di coordinare le offerte delle diverse scuole. Questa proposta potrebbe apparire, almeno ai più maliziosi conoscitori dei meccanismi di quel “porto delle nebbie” che è il mondo dei “piani alti” della scuola nella nostra provincia, più che altro come il frutto della volontà di accondiscendere ai desideri dei Dirigenti scolastici che contano, quelli che godono di appoggi, quelli che frequentano le stanze dei decisori. E, anche in questo caso, cala il silenzio dei Sindacati della categoria “maggiormente rappresentativi”, tra i quali qualcuno al massimo si esprime contro la Legge nazionale ma non contrasta mai i provvedimenti locali e le determinazioni dell’Amministrazione scolastica e dei Dirigenti scolastici “importanti”. Del resto si sa, “primum vivere, deinde philosophari”. E i potenti, quando si vuole vivere tranquillamente, conviene non importunarli mai!