Cosenza, Ugo G. Caruso presenta “Il ferroviere” al FranzTeatro

UGO G. CARUSO PRESENTA “IL FERROVIERE” DI PIETRO GERMI AL FRANZTEATRO DI COSENZA

Proseguono le attività del FranzTeatro, la sala gestita dall’associazione culturale “Gruppottanta”, situata nel popolare quartiere di Portapiana, alle pendici del Colle Pancrazio, nella parte alta di Cosenza vecchia.

Domani, mercoledì 18 gennaio, alle ore 20.30, è la volta del cineforum che riparte con la rassegna “Dal Neorealismo alla commedia all’italiana”, curata come di consueto da Gaetano Salvidio.

Ospite del primo incontro sarà Ugo G. Caruso, storico del cinema, per molti anni critico militante, che introdurrà la riproposizione del film di Pietro Germi, “Il ferroviere”, un classico del cinema italiano a suo tempo accolto però da pareri controversi. Caruso, ammiratore senza riserve del regista ligure, più che una lettura critica del film, promette invece la rivelazione di tanti gustosi retroscena che stanno alla base dell’idea del film o che ne accompagnarono la non facile realizzazione.

Si tratta di confidenze raccolte negli anni dallo stesso Caruso nel corso della sua frequentazione stretta con personalità come Alberto Ciambricco, creatore del popolare personaggio televisivo del Tenente Sheridan ma anche responsabile delle relazioni esterne delle Ferrovie italiane ed in quanto tale preposto alla concessione della rete per le riprese o di Moraldo Rossi, ancora vivente, già fedele collaboratore di Fellini ed autore di innumerevoli e notissimi caroselli, fratello dell’attrice Cosetta Greco, protagonista del film e legata a Germi da un rapporto sentimentale.

La storia rappresentata ne “Il ferroviere” è in effetti quella del padre, suo e di Moraldo, che lei stessa aveva raccontato a Germi. Nel rivendicare al film l’anticipazione di tematiche psicologiche ed esistenziali, inusuali per un contesto operaio e popolare, Caruso tiene comunque a sottolineare che Germi, forse il regista italiano più versatile, pur di sentimenti democratici, fu spesso frainteso o sminuito da una critica ideologicamente prevenuta nei suoi confronti ed indispettita dalla orgogliosa riluttanza con cui questi seppe preservare la propria opera dai frequenti tentativi di arruolamento a sinistra cui la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, pur con diversi gradi di coinvolgimento, non seppe sottrarsi.

Una tesi provocatoria che conoscendo l’alto tasso gauchiste dei frequentatori del FranzTeatro farà sicuramente discutere.